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L’amore arcobaleno

Lenore Kandel nella biografia di  Dianella Bardelli Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore –  Compagnia editoriale Alberti, 2022

  di  Emma Pretti

Parlare e ancor più scrivere d’amore mi crea sempre tutta una serie di idiosincrasie che mi portano a rifiutare l’argomento senza riserve. Per questo motivo mai avrei pensato di affrontare una recensione prprio intorno a un tema così inflazionato, ma la personalità della poetessa Lenore Kandel, presentata da Dianella Bardelli  nel suo ultimo libro “ Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore”, mi ha offerto diversi spunti che non ho potuto ignorare. Continua la lettura di L’amore arcobaleno

Due poesie

di Cristiana Fischer

1
IL POSSIBILE
 
La coda riafferrare del pensiero
che sfugge tra il cibo da approntare per altre
soddisfazioni: così troppo poche
parole in ritmo e in rima che mi sorgono spontanee
non le fermo tra le pulizie e i fornelli
e soprattutto i pensieri chiari
della situazione
mi spiegano il perché di poche voci femminili e
che l'intrico di vita e di sapere
spesso manca di parole.
Qualcosa significa sulla poesia
proiettata all'esterno come se 
- sempre il "come se" fosse reale
e non possibile ideale - fosse quindi
l'unico mondo reale tra i possibili
incarnati, tra i vivi compatibili
e mai arresi agli invisibili. 
 
 
 
2.
Non ce la faccio l'emozione
non si incontra con il sentimento contrario:
allontanare il coinvolgimento
sentimentale con il possibile
umano come me riconoscibile eppure
nemico. Per attingere l'umana
sopravvivenza fuori da una unica
certezza misurabile così pensiamo noi occidentali:
una sola Terra  appena ricca per vecchi padroni.
L'orizzonte è questo, che non ci mantiene,
noi proiettati a un infinito cieco senza morte
un vero problema: dove va l'umano
che della morte ha fatto
la nostra infinità?
Prendere la morte in terra in realtà
eppure proiettarla nei nostri paradisi richiede
creazione divina in campi elisi come se
morire fosse solo un passaggio.



Geno Pampaloni: «I giorni in fuga»

di  Donato Salzarulo

Amo le letture casuali, selvatiche. Amo i libri che mi ammiccano su una bancarella o addirittura per terra, su un tappeto. Impensati e imprevisti. Come questo Geno Pampaloni, apparso sotto i miei occhi sul lungomare di Pietra Ligure, mentre vado a comprare i giornali in quest’ultimo sabato di febbraio. Sta lì per terra, in compagnia di Luciana Littizzetto. Ma cosa ci fa uno dei più autorevoli critici letterari del Novecento con la simpaticissima Lucianina? Cosa ci fa un morto con una viva?
Due passi avanti, cammina una signora col marito. Vede il libro della Littizzetto e per un euro lo tira su e lo porta via. A mia volta estraggo dalla tasca il borsellino, cerco un euro e porto con me «I giorni in fuga», un Coriandolo Garzanti del 1994, quando c’erano ancora le lire.
Acquisto solo libri che mi risuonano dentro per una qualche ragione. Questo ha un’eco nella mia mente perché so chi è Geno Pampaloni, poi perché i nostri sono tempi in cui la critica letteraria se la passa malissimo e, infine, perché non ho letto il libro.
Ora che ce l’ho tra le mani, comincio subito a sfogliarlo. Continua la lettura di Geno Pampaloni: «I giorni in fuga»

Poesia e presente

Preparando una replica a “Il poeta Bovary” di Matteo Marchesini (4)

di Ennio Abate

Sempre a supporto della riflessione sulla poesia contemporanea messa in moto dalla mia lettura del testo di Matteo Marchesini, ripubblico un mio intervento  al  Convegno della rivista di Massimo Parizzi, “Qui. Appunti dal presente” – Milano, maggio 2005. Continua la lettura di Poesia e presente

Poesia Moltitudine Esodo

Tabea Nineo, Partenti

Preparando una replica a “Il poeta Bovary” di Matteo Marchesini (3)

di Ennio Abate

Questo lungo saggio era comparso sul n. 7  inverno 2003/ 2004 della rivista INOLTRE edita dalla Jaca Book. Pur silenziato da poeti e critici allora operanti –  quasi tutti hanno preferito poi andare in direzioni   opposte all’ipotesi di poesia moltitudinaria e esodante da me proposta alla discussione –  lo ripubblico  in questo cupo 2023. Come documento di riflessione. Esistono ancora minoranze o singoli che non si sono rassegnati alla cancellazione di  ogni dialettica tra poesia e politica. Malgrado la crisi di entrambe. E prima o poi bisognerà pur  venir fuori dai pantani dell’iperspecialismo pseudo-accademico o  della spettacolarizzazione  dell’io liricheggiante in cui in troppi si sono cacciati. Continua la lettura di Poesia Moltitudine Esodo

Preparando una replica a “Il poeta Bovary” di Matteo Marchesini (1)

di Ennio Abate

Prima di rispondere in modo meditato a quest’articolo comparso sulla pagina FB di Matteo Marchesini (qui e in Appendice) pubblico questa mia poeteria sul tema del luglio 2015.

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