di Lucio Mayoor Tosi
’39.
Bar affollato. E’ una bella giornata.
Si sente infagottato, troppi vestiti addosso.
«Due cartine corte, grazie»
«E una lunga. Grazie». Continua la lettura di Tre poesie
di Lucio Mayoor Tosi
’39.
Bar affollato. E’ una bella giornata.
Si sente infagottato, troppi vestiti addosso.
«Due cartine corte, grazie»
«E una lunga. Grazie». Continua la lettura di Tre poesie
di Giovanni Fantasia
1.
sistematico, il mattino mi riveste
d’insistenze elettrostatiche, pensieri
monoblocco, ossidazioni e non ho voglia
di ripetere la vita. in cucina
mangio telecereali
soppesando i movimenti
della lotta quotidiana
riavvolgendo le importanze
su rocchetti scivolosi
fino a farle scomparire.
al distributore automatico, dopo
ritrovo i miei occhi negli occhi di altri
e la vita mi scappa di mano
e rovescio il caffè
Narratorio. Capitolo I
di Ennio Abate
Penso alla mia vocazzione di ragazzo. Volevo farmi prete. Mi dico: è rimasta là, nel tanfo di un cesso di parrocchia che frequentai per una decina d’anni. Ah, quel cesso! Contiguo alla saletta delle adunanze. Stentatamente illuminato da una vecchia lampadina. Un globo vetroso ingiallito e punteggiato di macchioline scure. Vado a raccoglierla. Perché dovrei lasciarla là? È stata mia. Ci torno. Non chiedetemi come. Continua la lettura di Da “A vocazzione”
di Arnaldo Éderle
Qualche giorno fa, Ennio Abate, durante una nostra discussione sulla poesia, e parlando di amici poeti, mi suggerì di ringiovanire la presenza di Giuseppe Piccoli con un mio nuovo scritto sull’amico e poeta veronese che morì per sua stessa mano trent’anni fa in un ospedale giudiziario di Napoli. Ricordo che ne feci altri di questi interventi tempo fa, o per commemorarlo o per rinfrescare la sua presenza in diverse sedi competenti. Continua la lettura di Un poeta indifeso