Archivi tag: sangue

Canto per Maddalena

Maddalena in estasi del Caravaggio ermitage_caravaggio

di Antonio Sagredo

e ancora mi scrive…

e ancora mi scrive di bende che prestano al sangue le parole
perché solo dai morti mi aspetto un sincero tradimento nel tragitto,
perché io possa presentarti Pierrot e Arlecchino nell’orto degli ulivi
che la gloria si giocano a testa e croce per un bacio di lusinghe. Continua la lettura di Canto per Maddalena

Su «Ma quale rivoluzione»

pecoraro

di Ennio Abate

Sul sito di “Le parole e le cose” (qui), in occasione della morte di Pietro Ingrao, è apparso un articolo di Francesco Pecoraro intitolato «Ma quale rivoluzione». Questa è la mia replica. [E. A]

Quando spolveri il sacro ripostiglio
che chiamiamo “memoria”
scegli una scopa molto rispettosa
e fallo in gran silenzio.

Sarà un lavoro pieno di sorprese –
oltre all’identità
potrebbe darsi
che altri interlocutori si presentino –

Di quel regno la polvere è solenne –
sfidarla non conviene –
tu non puoi sopraffarla – invece lei
può ammutolire te –

(Emily Dickinson, Tutte le poesie, 1273, pagg.1277-1279, Mondadori, Milano 1997) Continua la lettura di Su «Ma quale rivoluzione»

Arberi

 

di Maria Grazia Calandrone

 in Romanesca. Voci e visioni di Roma, Il Labirinto, Roma 2011

Lettura di Marcella Corsi

Arberi

 Questi c’hanno ner còre ‘sto fiore che ‘ncomincia
a dì che nun buttano sangue – anzi!
so bboni a sopportà puro li taji
tra li fili Continua la lettura di Arberi

Il poeta e la sua città: Sagredo/Lecce (3)

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di Antonio Sagredo

Passato leccese

Lo sapevo, lo presentivo, lo sapevo.

La città scampanava di fiori le chiese,
i bambini ronzavano attorno i campanili.
Il noviziato arrossiva sotto il chiostro barocco,
i limoni scotevano l’aria dal torpore di sangue
scivolato dal turchese! Continua la lettura di Il poeta e la sua città: Sagredo/Lecce (3)

Ordine e sonno

Enrico Baj, Uomo con grnde naso, 1974

di Franco Nova

Ieri sera, dopo tanti anni, tagliandomi i peluzzi dal naso, mi sono ferito dentro e per mezzora sono uscite goccioline di sangue. Ognuna che usciva, mi salutava e si scusava del fastidio procuratomi. Dopo pochi minuti di questa solfa ne avevo piene le balle e ho detto loro di lasciarmi in pace. Lo hanno fatto, dimostrandosi più gentili di me; ma hanno ricominciato i loro riti di scuse con il naso, il quale ha iniziato a gonfiarsi per l’irritazione. Continua la lettura di Ordine e sonno