Archivi tag: scienza

Nani, Baroni e Ballerine

di Paolo Di Marco

‘beato il paese che non ha bisogno di eroi’..

Non è uno spettacolo edificante, con personaggi alla ribalta investiti ufficialmente o autoinvestiti di responsabilità pubbliche che dicono tutto e il contrario di tutto, si affacciano alla ribalta per smentire quello che ha appena detto l’altro, e con quello anche le decisioni ufficiali appena prese…

Forse la Scienza ha preso il posto della religione, come dice qualche commentatore, ma la fa anche rimpiangere: in tempi di crisi il dogma dell’infallibilità del papa almeno dava sicurezza; ma il problema in realtà è: di quale scienza stiamo parlando?

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«Spillover»: il libro del momento

di Donato Salzarulo

1.-Ecco un libro che forse non avrei mai letto se il coronavirus non fosse venuto a turbare e a rendere infausti i nostri giorni. La curiosità mi è sorta leggendo l’articolo di Paolo Giordano sulla “matematica del contagio che ci aiuta a ragionare” (Corriere della Sera del 26 febbraio), articolo – non mi stancherò di ripeterlo – benedetto, di cristallina chiarezza, che merita di essere diffuso dappertutto, in primo luogo nelle scuole; merita di essere diffuso perché di questo virus non ci libereremo facilmente e, comunque, altri virus sconosciuti sono o potrebbero essere in agguato per la nostra specie. Quindi, è decisivo far crescere la nostra consapevolezza razionale.

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Coronavirus ed esperti

  «Questo virus ci fa capire cose che in tempi normali
  si fatica a far capire.» Giuseppe Remuzzi                  

di Donato Salzarulo

1.- La delega alla scienza che deve farla “da padrona”. La parola agli esperti.

Il 22 febbraio 2020, all’indomani della scoperta dei “focolai” di Codogno e di Vo’, Luigi Ripamonti, giornalista scientifico del Corriere della Sera, pubblica un editoriale pieno di buon senso. Tra l’altro, scrive: «È il momento in cui la scienza dev’essere “padrona”. Ed è il momento in cui l’informazione ufficiale, e non, dev’essere trasparente e seguire le regole fondamentali della comunicazione del rischio, la prima delle quali è di non negare, nascondere, o sminuire mai i pericoli, perché mentire è il modo più semplice per perdere la fiducia, e senza fiducia qualsiasi messaggio sarà poi ignorato o respinto, con grave danno per la sicurezza pubblica. E la seconda regola è ammettere limiti e incertezze del sapere disponibile, che è, certo, in continua evoluzione, ma che è anche l’unico patrimonio sul quale contare per agire in modo razionale.»

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Tutti a casa? Sì, però…

SAMIZDAT

Ragazzi, me ne sto a casa perché il coronavirus è un pericolo reale ma la fiducia in questo Stato e in questa Scienza, che non hanno predisposto le necessarie difese da una tale minaccia, è scesa a zero. Teniamone conto. Siamo uomini (e donne), non caporali.

P.s.
Scava, vecchia talpa, scava!

Quartetto

Sculture di Lucy Gans, 1949

di Antonio Sagredo

 



                            “Parea ch’a danza e non a morte  andasse
                            ciascun de’ vostri o a splendido convito”
                                                     Giacomo leopardi 
    
                           Pudesse o instante da festa romper o ten luto
                                    Sophia de Mello Breyer Andresen


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In morte di Danilo Zolo

Questi stralci selezionati da un saggio di Pietro Costa pubblicato su Jura Gentium  vogliono essere  un  omaggio a Danilo Zolo, uno studioso scomparso ieri. Non l’ho mai incontrato. Ricordo di aver letto qualche suo scritto sui vecchi Quaderni Piacentini. O, più recentemente, diversi suoi articoli critici ai tempi della Guerra del Golfo (1990-1991)  e una sua bella discussione con Antonio Negri al momento della pubblicazione di Impero (2003). Negli ultimi anni ho cercato di tener d’occhio  il lavoro suo e dei collaboratori della sua rivista on line, ma non sono riuscito a leggere i suoi libri più importanti. Il suo nome per resterà quasi certamente nella mia lista dei libri “da leggere”. Non credo, però,  di dovermi scusare con nessuno di questo. Sono come tanti in una condizione che non mi permette studi sistematici e approfonditi, ma  ciò non mi ha mai impedito di individuare nel bailamme del mass media e delle mode gli studiosi di rilievo e di leggere almeno vari loro testi più brevi.  Può un simpatizzante di Marx o delle “fisime comuniste” di Fortini e che ha appena pubblicato il ricordo partecipe di Giorgio Riolo sul marxista Samir Amin apprezzare Zolo? Senz’altro.  Il rigore di certi studiosi anche accademici va sempre riconosciuto  e  anche chi  si nutre di utopie, apparentemente  irrealizzabili, impara parecchio da un realista come Zolo. Ringrazio Toto Beat per l’immagine d’apertura  copiata dal suo profilo FB. [E. A.] Continua la lettura di In morte di Danilo Zolo

Leggere Fagan è cosa buona e giusta …  

DIALOGANDO CON IL TONTO  (9)

di Giulio Toffoli

 

Capita raramente di vedere il Tonto girare per il centro con un libro sotto il braccio.

Lo fermo e gli chiedo: “Che fai di bello? Cosa leggi il solito classico …”

“No. – mi risponde sorridendo – Si tratta di una novità, se oggi si può dire novità un volume stampato tre mesi fa. In ogni caso un libro che tutti dovrebbero leggere per calibrare un poco meglio le proprie opinioni e uscire dal mondo delle impressioni occasionali e della manipolazione giornalistica”. Continua la lettura di Leggere Fagan è cosa buona e giusta …  

Ex malo bonum

di Rita Simonitto

Vigilia di Natale 2016. Dopo una cena a base di Knődel (gnocco di pane vecchio, uova e speck) in brodo (di dado) e un fondo di carciofo (decisamente gustoso), ci è sembrato utile rispolverare un vecchio (e famoso) film di F. Zinnemann, “Mezzogiorno di fuoco” (1952) che, più che un western, è un minuscolo breviario sulle dinamiche e i rapporti di potere, e quindi chiama in causa la Legge, la difesa del proprio territorio e i ruoli che si istituiscono all’interno di una (sia pur piccola) comunità.
A seguire (in fondo il film durava poco, 84’, sufficienti a dire l’essenziale), siamo incappati nel finale del 40° Festival del Circo a Montecarlo, con le mirabolanti esibizioni degli Sokolov, gli strepitosi acrobati russi, e la ‘ballerina dell’aria’, sempre russa, Anastassiya Makeeva con il suo tango aereo.
Poi siamo finiti in un Documentario molto avvincente e molto ben fatto – e che consiglio a tutti, quasi più ai grandi che ai piccini. Si tratta di “Bears”, di Keith Scholey, Alastair Fothergill, Canada, 2014, girato in Alaska all’interno del Katmai National Park and Preserve, dove si narra di un’orsa chiamata Sky ma soprattutto dei suoi due cuccioli, Amber e Scout, che devono da subito imparare delle lezioni molto importanti per la loro sopravvivenza. Continua la lettura di Ex malo bonum

Gabriel Celaya: la poesia è un’arma carica di futuro

Gabriel_Celaya

di Alessandro Scuro

Interessato in gioventù alle sperimentazioni formali e alle elucubrazioni oniriche dell’arte per l’arte, come la maggior parte dei suoi coetanei, Gabriel Celaya fu tra i molti che in seguito agli eventi del 18 luglio del 1936 trovarono inadeguati quei versi raffinati, colpevoli quegli artifici indifferenti ad una realtà che non poteva più essere ignorata senza complicità. I poeti in erba degli anni precedenti alla guerra, inevitabilmente influenzati dalla Generación del 27, si ritrovarono a vivere il dilemma maireniano, travolti da una barbarie che la ragione non poteva sopportare. La morte, l’esilio e il silenzio rassegnato al quale la censura e la repressione fascista avevano costretto i superstiti, lasciava quei giovani orfani della maggior parte dei propri riferimenti. Impossibile per loro mostrarsi docili verso l’ordine immutabile delle cose, dopo aver visto stravolgere con i propri occhi speranze e possibilità, soffocate dalla tradizione più nefasta. Continua la lettura di Gabriel Celaya: la poesia è un’arma carica di futuro

Sulla superstizione, il fondamentalismo e altre facezie del genere

nietzsche_y_marx

 di Giulio Toffoli

“Ma guarda te, se si può. – stava borbottando fra sé e sé Li Yu, mentre guardava una delle lettere che si erano raccolte negli ultimi giorni sulla sua scrivania – Da quanto tempo non sento più Wang Wei? Forse l’ultima volta ci siamo visti al tempo della Grande Rivoluzione Culturale e anche allora si trattò di un breve saluto del tutto occasionale.

Chissà cosa vorrà?” Continua la lettura di Sulla superstizione, il fondamentalismo e altre facezie del genere