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Su Immanuel Wallerstein

di Giorgio Riolo

Nell’agosto 2018 è scomparso Samir Amin. Nell’agosto 2019 Immanuel Wallerstein. Dopo la morte di Andre Gunder Frank (2005) e poi quella di Giovanni Arrighi (2009), la cosiddetta “banda dei quattro” si è estinta. La loro collaborazione si era svolta in varie fasi e occasioni. Una importante. Il bel libro collettivo del 1982 Dynamics of Global Crisis (in francese La crise, quelle crise?), poi parzialmente tradotto in italiano. Un modello di analisi a più voci e a più angoli visuali della lunga crisi capitalistica (a seconda della visione a partire dal 1967, dal 1971, dal 1973) seguita ai “trenta gloriosi” della fase di prosperità e di espansione dopo il 1945.

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Proletario del blog

di Roberto Bugliani

È uscita «Un’occhiata fuori»,  la seconda raccolta di racconti di Roberto Bugliani, amico e collaboratore di lunga di data di Poliscritture. Con l’autorizzazione dell’autore e della Apollo Edizioni di Bisignano (Cosenza) pubblicherò, distanziandoli  nel tempo, tre racconti. Questo primo è una riflessione amara ed ironica sulla sbornia da Internet di un comunissimo «proletario del blog», che ha le reazioni e le illusioni  in cui  tutti noi, frequentatori di  siti  più o meno incalliti, siamo passati. Speriamo, però, di evitare la sua finale «evanescenza corporea». [E. A.]

Aristide non sognava mai. O, per meglio dire, non è che propriamente non sognasse, perché in realtà non esiste nessuno che non sogni, come sostengono le persone acculturate che hanno letto Freud. Più semplicemente, al risveglio non riusciva a ricordare i sogni che lo avevano visitato durante la notte. Né tantomeno di giorno, da sveglio, Aristide sognava, per l’ovvio motivo che i sogni a occhi aperti non erano consentiti ai precari come lui. E Aristide precario lo era a tutti gli effetti: nel lavoro, nei sentimenti, nelle scelte esistenziali e perfino nel mondo virtuale dei blog. Siccome il precario d’oggi è il figliolo sfigato del proletario d’ieri, Proletario del blog era il nickname che s’era dato. E da buon proletario, oltre a non disporre d’una connessione adsl, non possedeva nemmeno un sito internet tutto suo, per cui doveva arrangiarsi con quelli degli altri, smanettando da visitatore con link, homepage e spazio commenti e saltellando qui e là a zigzag come un pulcino in cerca della chioccia.

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