Archivi tag: tradizione

Rettifiche di una lettura

di Rita Simonitto

Approfitto dello spazio che Ennio mette a disposizione di chi vuole partecipare alla vita di Poliscritture, non solo per integrare con alcune mie osservazioni la sua pur precisa e sensibile disamina al mio Libro di poesie, ma anche per mettere giù due veloci righe a proposito della apertura del lock down, a seguito del Coronavirus.

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Franco Fortini imbarcato sull’Arca della NOE?

a cura di Ennio Abate

Pubblico lo scambio polemico che ho avuto negli ultimi giorni con Giorgio Linguaglossa a proposito di un suo articolo  su Franco Fortini. Non è una chiacchierata estiva. [E.A.]

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Il gatto e il vescovo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Giorgio Mannacio

1.
C’era una discussione continua tra mio padre e mio cugino Tommaso ( non conoscevamo all’epoca lo snobismo di Tomaso con una m sola). In verità si trattava di un parente lontano come sarebbe più corretto definire il rapporto, usando una precisa indeterminatezza. Ma la nostra terminologia genealogica non seguiva i criteri notarili del Codice civile. Bastava un matrimonio remoto o eventi simili, a volte anche soltanto la comunanza del cognome unita ad una simpatia o stima reciproche, e si entrava nella famiglia. Continua la lettura di Il gatto e il vescovo

Federico Garcia Lorca. Il poeta alla guerra

lorca 2

di Alessandro Scuro

A FIOR DI TEMPO (3)

Il dibattito che occupò la Spagna intellettuale ed artistica nei primi decenni del Novecento è normalmente stigmatizzato nell’opposizione tra i “vecchi” della Generación del 98 e i “giovani di quella del 1927, nonostante entrambi i gruppi siano stati estremamente eterogenei per età e varietà d’espressione, oltre che di idee. Continua la lettura di Federico Garcia Lorca. Il poeta alla guerra

Juan de Mairena. Lezione: sul concetto di storia

Mairena

A FIOR DI TEMPO (1)

di Alessandro Scuro

Con questa prima lezione Alessandro Scuro inizia un’esplorazione a puntate della letteratura spagnola. Poliscritture ringrazia per questa preziosa collaborazione. [E. A.]

*

L’immagine più nitida della storia, intesa come speranza irrealizzata da attizzare e alimentare e non come cenere delle passioni ormai estinte del passato, può essere resa con l’espressione contenuta nei versi di una canzone popolare ecuadoriana, cantata tra gli altri, da Paco Ibáñez, il cantore dei poeti. Proprio con questi intenti il cantore valenciano, a partire da metà degli anni Cinquanta, ha dedicato la vita intera a musicare una sterminata antologia musicale a partire dall’opera di autori di lingua spagnola e non solo. L’espressione «a flor de tiempo» con il quale l’autore descrive le immagini del passato, degli amori e delle illusioni, che si affacciano al suo sguardo in punto di morte, si utilizza qui come indicativa di una ricerca volta, secondo la definizione di Walter Benjamin, a «spazzolare la storia in contropelo».

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Sulla superstizione, il fondamentalismo e altre facezie del genere

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 di Giulio Toffoli

“Ma guarda te, se si può. – stava borbottando fra sé e sé Li Yu, mentre guardava una delle lettere che si erano raccolte negli ultimi giorni sulla sua scrivania – Da quanto tempo non sento più Wang Wei? Forse l’ultima volta ci siamo visti al tempo della Grande Rivoluzione Culturale e anche allora si trattò di un breve saluto del tutto occasionale.

Chissà cosa vorrà?” Continua la lettura di Sulla superstizione, il fondamentalismo e altre facezie del genere

Intervista (2) a Annamaria De Pietro

hokusai-peonies-and-butterfa cura di Ennio Abate

Nell’accostare «Rettangoli in cerca di un pi greco» (ma anche il tuo «Si vuo’ ‘o ciardino») mi è parso di cogliere una tua particolare predilezione (forse dovuta a studi o viaggi o contatti, non so) con la cultura francese tra Seicento e Settecento. Mi sbaglio?

Eccoti un pignolesco resoconto dei miei rapporti con la Francia. A scuola ho studiato il francese; poi, esame di francese all’università. Da questi studi nacquero grandi amori soprattutto per certe parti di quella letteratura, in particolare per Ronsard, scoperto al ginnasio, sempre amato da lontano, e poi, in anni abbastanza recenti, tradotto con passione (più di quattrocento testi, dei quali un giorno o l’altro dovrei ben fare qualcosa. Continua la lettura di Intervista (2) a Annamaria De Pietro