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Tre poesie da “Il lato destro dell’armadio”
di Canio Mancuso
Piccole manovre dell’abbandono
Le prime a cadere sono state le piante
non per volontà del tempo o del destino
ma del finto giardiniere
che le aveva ficcate nella terra. Continua la lettura di Tre poesie da “Il lato destro dell’armadio”
Sbratto 1: gennaio-agosto 2017

Appunti (di solito mattutini) raccolti al volo da gennaio ad agosto 2017
di Ennio Abate
Che rapporto c’è fra l’io e il noi? Quali interferenze? Quando e perché si distanziano o si avvicinano? Cosa alimenta gli estremi a cui tendono: il solipsismo o la fusione/confusione (mistica, gregaria) nel noi ( massa o élite)? Invece di un saggio, provo a offrire spunti per risposte e riflessioni a tali domande selezionando alcuni miei appunti. ‘Sbratto’ sta per ‘stanza da sbratto’ [ = che riceve tutti gli oggetti ingombranti o di cui ci si serve di rado]. Spero che altri poliscrittori ne propongano di propri e così si vedrà meglio se sia possibile o no quell’ io/noi capace di reggere la contraddizione fra le due facce. [E. A.]
Tre poemetti da “ODISSEO NOTTURNO”
di Lidia Are Caverni
Lidia Are Caverni ha scritto da una vita versi, racconti e romanzi e continua a scriverne. Numerosi sono gli interventi critici sui suoi lavori, alcuni tradotti in varie lingue. E attualmente, continuando ad interessarsi a studi di carattere antropologico, storico e linguistico, collabora con diversi blog letterari. Nei poemetti che mi ha inviato per Poliscritture ce ne sono diversi (“Il Ciclope risvegliato”, “Proserpina”, “Odisseo notturno”) che rielaborano le figure del mito, addolcendone – a me pare – i tratti oscuri, ambivalenti e anche minacciosi. Ho scelto però di pubblicare tre testi: “La casa”, dove le figure arcaiche del mito sono assenti e un simbolo di solitudine si offre in tutta la sua dichiarata finzione; “Incantesimo”, per la immersione quieta e solenne in un paesaggio trasognato; e “ Oscure meraviglie”, dove l’osservazione dei fenomeni naturali vuole essere più oggettiva. Con l’intento non di mettere tra parentesi la sua produzione su temi mitici ma di evidenziare la levità del suo sguardo poetico, che – mia ipotesi interpretativa – ha altre origini. (Riporto comunque in Appendice il primo componimento omonimo di “Odissseo notturno” e invito a leggerne altri apparsi sul Web, in modo che i lettori si facciano la loro opinione). [E. A.]