Archivi tag: utopia

Il Palazzo. Ah, quale simbolo!

Su Il palazzo dei vecchi guerrieri di Franco Tagliafierro

di Ennio Abate

Questa mia lettura del romanzo di Franco Tagliafierro porta la data del 12 dicembre 2010. La ripubblico oggi, dopo la sua morte e mentre riordino  il carteggio avuto con lui, perché, comparsa allora sul  sito di Poliscritture dismesso, non è più recuperabile on line.    Continua la lettura di Il Palazzo. Ah, quale simbolo!

La corsa alla pace s’è mai vista?

di Annamaria Locatelli

La corsa? Un parolone, direi.
Se per la pace qualcosa si muove
va al rallentatore…
La corsa alle armi, invece, non s’arresta,
vince il campionato del mondo
e stravince il mondo!
La prima, timida ormai,
si nasconde,
rossa di sgomento e di vergogna,
per quel che vede far
dai signori della guerra:
massacri dagli scranni dorati
e lei, inerme, tra le vittime…
Impari e perdente ogni confronto!
Ma la pace infine puo’ rovesciar le sorti,
lei stessa facendosi guerriera?
Assai difficile, penso, finchè non affina
le sue armi
nella ferrea convinzione,
piu’ dura del diamante e del cannone,
di avere assolutamente ragione
a pretender il buon diritto delle genti
alla vita e alla dignità

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“Il piede sulla luna” di Michele Arcangelo Firinu

di Ennio Abate

Caro Michele Arcangelo,
ho letto il tuo libro fino in fondo e con piacere. Provo simpatia per i tuoi versi. Mi richiamano esperienze d’infanzia simili del secondo dopoguerra: la madre mediterranea, la povertà (…e mi cucivi/enormi e tonde pezze al culo[1]), persino i geloni (…e son felice / perché non sappiamo più che cosa sono i geloni[2]). E poi  una formazione cattolica rigettata, la militanza, le letture avide, la delusione politica. C’è in tutto il libro una grande sofferenza. Sei capace, però, di addolcirne poeticamente il peso attraverso un serrato dialogare. Lo provano le tante dediche ad amici o interlocutori ma anche una scrittura indirizzata ad una oralità calorosa tra il familiare e l’amicale.[3] Bella mi è parsa anche l’onestà con cui dichiari i limiti culturali della nostra generazione: “Questo vi lasceremo figli / mappe tesori / dei nostri sbagli”.[4] Continua la lettura di “Il piede sulla luna” di Michele Arcangelo Firinu

Ventiquattro febbraio

di Donato Salzarulo

                            I
 
La prima notte
non ho chiuso occhio.
L’ho avuto sempre
nella testa.
 
La mattina seguente
due nuvolette sui monti
passeggiavano
indifferenti.
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Riflessioni rapsodiche su “Il giardino dell’Eden”

di Franco Romanò

È consueto per il pensiero rivoluzionario immaginare l’utopia rivolgendosi al passato, specialmente quando il presente appare talmente desertificato d’avere almeno apparentemente cancellato tutte le tracce di utopie precedenti possibili. È quello che Walter Benjamin, nelle sue Tesi sulla storia, proponeva di fare in uno dei momenti più tragici per l’Europa alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Il filosofo tedesco aggiungeva però che occorre andare molto indietro nel tempo per ricercare i semi di una nuova utopia: Spartaco, oppure – citando Flaubert – resuscitare Cartagine. Il motivo, che si intuisce fra le righe di quello scritto così estremo, è che se si rimane troppo prossimi al momento storico che ci tocca di vivere, si rischia di rimanere impigliati, a volte senza rendersene ben conto, nelle code di pratiche politiche ormai esauste.

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Montaldi riletto nel 2006

Elogio di un compagno periferico

di Ennio Abate

Io e Montaldi

Ho conosciuto di striscio Danilo Montaldi tra 1973 e 1975, quando ho scambiato con lui alcune lettere e l’ho in contrato in due o tre occasioni. In quegli anni ero un militante di Avanguardia Operaia  e a lui, non so come, era capitata tra le mani un ciclostilato, una “Lettera aperta ai compagni del Pci” di Cologno Monzese che avevamo distribuito  per strada. Continua la lettura di Montaldi riletto nel 2006

Negri su Balestrini

di Ennio Abate

Su “il manifesto” dell’8 giugno 2019 (qui) è comparso un ricordo di Nanni Balestrini scritto da Antonio Negri. L’ho letto, riletto, meditato e ho scritto questi appunti critici. [E.A.]

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Il Tonto in fuga

Le lettere del Tonto 1

 

di Giulio Toffoli 

Era da mesi che non vedevo il Tonto in giro per la città. Mi era giunto un breve scritto e poi più nulla. Avevo perfino ripreso a leggere con regolarità i necrologi sul giornale paventando qualche esito ferale ma senza avere risposte. Infine ho ricevuto una lettera che presentava già dall’esterno un qualche cosa di diverso, un sapore antico. L’indirizzo era scritto a mano, il tratto, largo e degno di una scuola di calligrafia, era chiaramente fatto con una penna stilografica di quelle d’antan. Continua la lettura di Il Tonto in fuga

I limiti del possibile

di Alessandro Scuro

Che meraviglia, per il viandante solitario che si addentra in una foresta intatta e rigogliosa, immergersi nella natura incorrotta, sollecitato dal terreno e dalla cadenza di pensieri cangianti, suggestionato dall’infinita varietà di dettagli e dall’armonia con la quale il paesaggio li combina. Curioso, scopre ad ogni passo uno scorcio ameno, una composizione inedita, vedute sconfinate e zone selvagge, fitte di vegetazione incorrotta. In quello spazio vergine ogni possibilità si estende al suo intorno. Dimentico della propria provenienza, senza meta, vive l’esperienza di una libertà inusitata; primi fra gli uomini contempla, scopre ed inventa il vagabondo perso in territori inesplorati, a contatto con ciò che non ha ancora forma definita né nome. Continua la lettura di I limiti del possibile

Oltre la civiltà. Fourier e il dubbio assoluto.

di Alessandro Scuro

Pecca forse di ingenuità l’interrogativo che risiede alla base del progetto utopico di Charles Fourier; ciò non toglie che essa tormenti, una volta posta, chiunque si disponga ad acco-glierla senza scetticismo, con la dovuta gravità. Se questa supposta e tanto decantata civiltà rappresenta davvero il frutto di un processo che, dallo stato selvaggio, attraverso la barbarie, ha condotto l’umanità allo stato attuale dell’evoluzione, come si può credere che ad essa non succederanno nuovi stadi, forme e modi di vita inusitati, al confronto dei quali l’odierna civiltà apparirà incredibile e spaventosa come incubo, lontana e indefinita come una catastrofe del passato? Insomma, davvero le conoscenze acquisite dall’uomo durante millenni di storia non gli permettono l’accesso a nuovi e sorprendenti gradi dell’evoluzione? È questo, sul serio, il migliore dei mondi possibili? Continua la lettura di Oltre la civiltà. Fourier e il dubbio assoluto.