Trump e la struttura del potere

Nat Cohn, Generoso Pope, Frank Costello, Bonanno, Gambino…una infanzia interessante

 di Paolo Di Marco

Premessa

C’è un vecchio film di Rossellini ‘La presa del potere di Luigi XIV’ che è assai istruttivo: ci mostra come la corte di Versailles, lo sfarzo e i suoi eccessi, tutte le manfrine di balli e intrighi non fossero semplici decadenza e corruzione ma strumenti di un disegno preciso: costringere i veri detentori del potere, i nobili e proprietari terrieri, che generavano e controllavano ricchezze e soldati, a venire a corte per ottenere i ‘favori’ del re e nel contempo dissanguarsi a suo favore, travasandogli ricchezze e creando una reale centralità di potere.
Anche nel caso di Trump non conviene fermarsi alle apparenze buffonesche del personaggio. La presa del potere di Donald II è altrettanto abile e decisa.

1- le elezioni

Anche se il margine di vantaggio di Trump nel voto popolare è stato relativamente piccolo (come si consolano gli opinionisti dem) di fatto è la continuazione di una tendenza in atto da tempo (come avevano avvertito i sondaggisti più attenti) che ha portato i Maga-repubblicani a conquistare percentuali sempre maggiori degli immigrati latini di seconda generazione e anche ad aumentare la quota di neri ed asiatici; che hanno votato anche in modo apparentemente paradossale per il blocco delle nuove immigrazioni.
La ragione è semplice: queste nuove generazioni hanno tutte un interesse principale, ed è il denaro; sono diventati americani completi, dove tutte le complessità culturali e di sangue vanno in secondo piano rispetto alla motivazione dominante: avere successo/soldi.
Ed è questo grande corpo con un solo parametro di controllo, quindi facilmente influenzabile e controllabile, che ha portato Trump alla vittoria, e ce lo lascerà a lungo.
Ezra Klein:t Patrick Ruffini, a longtime Republican pollster who is a founding partner at Echelon Insights, did tell you before the election. In 2023, he published a book called “Party of the People: Inside the Multiracial Populist Coalition Remaking the GOP.
Aggiungi a questo, e sulla stessa nota, gli evangelici (pentacostali), i 30 milioni USA e 666 milioni nel mondo, che vogliono il bene (ssere) qui e ora e hanno in Trump (e Bolsonaro, Murray…) il loro riferimento. (Elle Hardy Beyond Belief: How Pentecostal Christianity Is Taking Over the World, v. anche ‘Le armi segrete dell’Impero’  in ‘Poliscritture.it’ )

2-il potere

  1. la struttura del potere USA è particolarmente adatta alla conquista: coi giudici eletti e nominati dal presidente, coi giudici della corte suprema scelti dal presidente l’indipendenza del potere giudiziario esiste solo se bilanciata politicamente, ma non come struttura autonoma; e le nomine di Trump I, nella corte suprema in primis (uno schiacciante 6 a 3), ma anche in migliaia di giudici federali, ne hanno approfittato con risultati che coprono un’intera generazione e anche più. Il potere legislativo del congresso: col controllo di Camera e Senato il presidente, cioè il governo, il potere esecutivo ha in mano tutto quello che vuole; la separazione e il conseguente bilanciamento dei poteri sono spariti come d’incanto.  Rimane l’ultimo colpo: l’eliminazione della legislazione passata, che comporta l’eliminazione anche formale dell’autonomia del congresso; ma con la maggioranza di oggi il compito non è impossibile; soprattutto se è accompagnato dalla trasformazione della burocrazia in organo al proprio servizio.
  2. la burocrazia è non solo uomini, ma procedure e percorsi, e la sua struttura il risultato di una sedimentazione che non ha seguito le leggi dell’energia (come i meandri di un fiume che ottimizzano il percorso secondo gravità e ostacoli);  e questo, insieme alla forma gerarchica, la dota di una stupidità intrinseca e arbitraria (pensiamo in Italia in urbanistica: la stratificazione di leggi, circolari, norme di fasi diverse fa sì che  l’ultimo impiegato sia detentore di potere decisionale imperscrutabile). Essendo il passaggio necessario di ogni percorso decisionale la burocrazia ha anche un vero potere (lo ‘stato profondo che complotta’ è solo una battuta di propaganda che vende al popolo la guerra alla burocrazia. Che è una mossa chiave per prendere realmente il potere, come in passato hanno fatto fascismo e nazismo). Quello che ha fatto Musk è andare all’essenziale: i suoi uomini già prima del passaggio dei poteri si erano infiltrati negli uffici dell’amministrazione, e dal giorno 1 avevano preso possesso di quello che nonostante le modeste apparenze era la chiave: l’ufficio tecnico, DOGE, che si occupava della gestione tecnica dei computer e quindi aveva accesso e relative password a tutta l’amministrazione; e da qui al controllo dei flussi finanziari, ancora una volta rendendo unidimensionale il problema delle procedure burocratiche. (Per inciso questo permette il controllo ma non ne garantisce l’efficienza, che è necessariamente ancorata a un mondo multidimensionale…ma in questa fase la differenza non è visibile). “How Elon Musk Executed His Takeover of the Federal Bureaucracy” By Jonathan SwanTheodore SchleiferMaggie HabermanRyan MacKate CongerNicholas Nehamas and Madeleine Ngo  March 3, 2025)
  3. Ma, perchè Trump?

“Trump incarna l’idea che un americano povero si fa di un ricco” (P. Ruffini, ’24); e così attira i latini che fuggono la povertà e vogliono diventare ricchi, colle proprie mani (come credono abbia fatto Trump), non sopravvivendo grazie alla carità dei democratici. E questo vale anche per gli evangelici: i pentecostali predicano la ricchezza qui ed ora, ed è così che sono diventati i rappresentanti/padroni dei ‘poveri più poveri’, e una di loro è oggi il consigliere spirituale della Casa Bianca.
Ma resta il problema dell’esercizio del potere: ovvero il rapporto tra la macchina del governo e il paese reale, o meglio, con l’economia e i suoi centri.
Nel suo complesso il sistema di potere è certamente un sistema complesso, dotato di numero di parametri di controllo superiori a 3: dai tre poteri formali: esecutivo, legislativo, giudiziario, ai vari elementi della burocrazia, ai centri di potere economici che sono in genere multipli; negli USA tradizionalmente abbiamo avuto sempre almeno due blocchi contrapposti, petrolieri e affini da un lato, industria di massa dall’altro, più a volte elementi separati, come l’industria degli armamenti prima, l’informatica oggi.
E con più di tre parametri abbiamo il caos, ovvero un sistema non controllabile; il che nello specifico vuol dire che non puoi determinare le traiettorie, puoi solo cercare di influenzarle sperando che vadano vicino a dove tu vorresti.
Ma quello che è successo negli ultimi vent’anni è l’ascesa del capitale finanziario a forza dominante; non solo come quantità intrinseca, ma anche perchè in ogni grande industria c’è una finanziaria, (una volta su 3 Black Rock) che ha una quota decisiva del capitale di controllo. E quindi il livello di complessità si è drasticamente ridotto, nell’economia quasi a un solo parametro; non è importante che siano d’accordo con l’esecutivo, l’importante è che ci sia un solo interlocutore..poi si tratta.
 Unito alla presa del potere di Trump con l’esecutivo questo vuol dire una possibilità effettiva di controllo completo e di creazione di traiettorie.
Anche se eliminare l’elefantiasi della burocrazia significa anche eliminare uno dei fattori di equilibrio, che smorzava le spinte nel tempo, ed evitava sì che misure audaci facessero effetto immediatamente, ma anche che provvedimenti maldestri rovinassero tutto prima che ci si potesse mettere rimedio. Ed elimina anche almeno metà dell’informazione-accumulata nelle teste dei funzionari sul funzionamento reale dei flussi.
Equivale almeno in parte a sostituire ai meandri del corso di un torrente un tubo diritto di convogliamento dell’acqua: tutta l’energia risparmiata (e che può venire utilizzata in altra forma) è quella che adatta il fiume al territorio -e alimenta il territorio stesso.
Nel paesaggio economico è quello che succede agli elementi dell’impresa e dell’intrapresa, che si trovano alimentati dai residui in uno spazio asfittico: basti ricordare che una borsa di Prada venduta a 1500€ il vero produttore ne prende 25: e queste imprese sono il reale tessuto industriale, organizzato sul territorio e sull’insieme del lavoro..quello verso il quale dovrebbe essere orientata la pianificazione economica e territoriale; ma coi governanti comitato della finanza l’occhio è rivolto altrove. E così il ruolo dello stato svanisce, insieme ai residui di quel fantasma che tanto più è venerato quanto meno è presente, la democrazia.

Un fattore chiave per la presa del potere: se la opinione pubblica  è sul breve periodo ininfluente, però l’insieme delle misure deve rappresentare una direzione complessiva, e questo è un gioco che Trump non gioca da solo: non solo all’estero dove ci sono altri grossi giocatori, ma anche in casa e in generale: BlackRock e amici stanno al gioco, ma sono molto attenti a cosa succede all’unica cosa che loro interessa.

Se ripensiamo a Braudel e alla storia come vallate…

qui il territorio è spianato, la combinazione una e trina di denaro/profitto/capitale finanziario ha reso monti e valli e boschi un deserto piatto.

Trump mostra la forma di governo adatta a questo nuovo paesaggio

3- percorsi

Se per certi versi le prime misure ricordano la crisi del 3º secolo, con la città che si coprono di mura e si affidano ai cristiani per la difesa dai barbari, la primitività del gioco dei dazi e delle pretese territoriali ci riporta ad un’epoca precedente la formazione della teoria economica moderna, e come in una forma di reductio ad absurdum ne dimostra l’inconsistenza (v ‘La dissoluzione dell’economia politica’).
Ma questo non fa sparire l’economia e i suoi vincoli reali: come abbiamo accennato in precedenza le misure di eliminazione dei vincoli burocratici (e democratici, come anche se alla lontana tutte le misure bipartisan che il Congresso americano deve passare) eliminando gli attriti accentuano ampiezza e frequenza delle oscillazioni (un esempio è il valore delle azioni di Musk), il che investe non solo il benessere di parecchi milioni di normali cittadini ma può impensierire seriamente quel piccolo numero di cardinali della finanza cui si può attribuire il ‘vuolsi così colà dove si può’.
E da quelle parti ci sono due imperativi categorici, anche se spesso reciprocamente conflittuali : certezza dei rendimenti e moto (quindi rinnovamento) perpetuo.
Se nella teoria classica e neoclassica siamo in un mondo piatto dove le due cose sono incompatibili, è proprio l’economia reale, con le dinamiche fra classi e stati, ad aggiungere le dimensioni in più che ne permettono la coesistenza. Ma è anche qui che le semplificazioni del potere MAGA stanno togliendo contrappesi.
Il che significa che dovremo aspettarci un periodo di navigazione a vista all’inizio apparentemente tranquilla ma presto abbastanza burrascosa; e quindi una fase di crisi istituzionale, intensa e pericolosa, prima del ritorno alle regole di gioco tradizionali.
È possibile solo accennare qualche passaggio chiave:
– Ne ‘Il gioco segreto che ci ha regalato quarant’anni’ (su poliscritture.it) ricordavamo il ruolo essenziale svolto dalla deterrenza nucleare nel mantenere la pace; oggi abbiamo tre elementi di svolta: il primo semplicemente la memoria che si è affievolita e persa, con la guerra in Ucraina che almeno a parole ha rotto il tabù  (già incrinato in Serbia dalla nostra algida coppia Mattarella-D’Alema); il secondo la presenza di un terzo grosso giocatore, la Cina, col potenziale caotico dato dalla presenza di tre attori; e il terzo l’inserimento del nucleare bellico all’interno dei percorsi di sviluppo tecnologico, quindi le nuove bombe (arrivate anche in Italia ad Aviano e Ghedi) ma soprattutto i nuovi vettori, su cui gli USA stanno alacremente lavorando (e anche i cinesi, con i missili semiplananti). Qui ci sono solo due cammini possibili: un nuovo congelamento (con gli effetti benefici stabilizzanti anche su commerci e profitti) o una nuova corsa, con tutti i rischi impliciti. Ed è una scelta che ha un orizzonte temporale abbastanza breve.
– La rottura della bipolarità classica delle prime mosse USA negli schieramenti internazionali può dare risultati interessanti: il più semplice è la riproduzione del dualismo del dopoguerra, stavolta con la Cina come nemico ma anche senza attori secondari, col declassamento a comparse dei vecchi alleati europei; ma se questo può essere lo sbocco di lungo termine vi sono anche passaggi multipolari con attori di peso diverso (dall’India ad ancora la Russia) che possono stabilizzarsi, soprattutto in collegamento col diverso peso dei due imperativi categorici del capitale. – Come accennavamo all’inizio la sconfitta dei democratici è il primo risultato di un processo di lungo periodo, ed è quindi assai improbabile che il potere Maga venga messo in discussione nei prossimi anni. Ma ricordiamo anche che il matrimonio MAGA/capitale è recente (i fratelli Koch solo a malincuore e solo in questa tornata hanno appoggiato Trump, come del resto recentissima è la loro ritrovata unità d’amorosi sensi con BlackRock&c che ha portato all’abbandono del verde), e i primi mesi di matrimonio sono sempre i più critici.
– La società americana che si sta prefigurando è diversa da quella tradizionale: finora l’80% di americani che vivono in una casa unifamiliare, con vita sociale occasionale, soprattutto in chiesa, potevano immaginare di rimanere isolati dal mondo, vedendolo solo attraverso i paraocchi di TV e socialfonini; ma la razionalizzazione MAGA li priva delle vecchie staccionate, lasciandoli molto più esposti ai capricci della natura (dagli incendi alle epidemie) senza gli ombrelli del servizio sanitario e soprattutto della certezza del valore delle proprietà, casa e posto di lavoro compreso. Il che significa anche che la fiducia nelle promesse evangeliche può essere transeunte.

Un’osservazione che potrebbe saltare agli occhi è che alla radice di questi percorsi l’elemento centrale è la riduzione del numero di variabili, o per dirla con Marcuse l’uomo a una dimensione.
Non è tanto che quando andiamo in pubblico vediamo gente la cui vita pubblica scorre in ingranaggi lavorativi predeterminati e la cui vita privata è rinchiusa nei fonini e nei loro ingranaggi immaginari altrettanto predeterminati, ma il fatto che in entrambe i livelli domina una sola entità, il denaro/profitto/successo. E questo vale anche per chi nella schiavitù moderna, diretta od indiretta, ne è oggetto.
L’accettazione di questo unico piano è già condizione sufficiente di sottomissione, come ci insegna la storia e Graeber ci ricorda (L’alba di tutto’, ‘Debito, gli ultimi 5000 anni ); e come ci mostra la parabola del femminismo, che nasce rivendicandosi come variabile indipendente e finisce nella padella delle ‘uguali opportunità’…di profitto.
In altri termini, vedendo come il capitale stia rimodellando l’umanità a sua immagine e somiglianza, abbiamo anche l’occasione per liberarci dai presupposti nascosti della nostra azione politica; e, subito dopo, di costruire un’alterità che è tanto piu efficace in quanto si sviluppa su piani molteplici e diversi.
Dove il parametro di base, quello economico su cui nasce anche l’azione sindacale, è solo un grimaldello per aprire le porte di tutte le altre dimensioni.., e liberare le forze dell’inferno.

Note

1- Patrick. Ruffini ‘When we grew up around the dinner table, your parents told you, We support the Democratic Party because theyre the party of the poor — just like us.’” And the response of the people who became Republicans in that area was, What if we dont want to be poor? We want to be with those people who are going to create policies that are going to benefit us because theyre going to enable us to move up the economic ladder.And doing that through private sector success, not necessarily through a government benefits program.’

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