D come DIESIS

di Angela Villa


D come diesis (♯) alterazione in senso crescente. La nota risulta più acuta di mezzo tono rispetto all’intervallo normale. Viene collocato accanto alle note oppure inserita in chiave e crea una differenza significativa in tutta la composizione.

C’era una volta il tempo pieno. Una delle organizzazioni che tutta Europa ci invidiava, ma ahimè il tempo pieno (due insegnanti su una classe, con momenti di compresenza) costa da un punto di vista economico e così, lentamente, nel corso degli anni, è stato trasformato in un tempo pieno scolastico; le quaranta ore settimanali sono rimaste, ma i tagli all’organico hanno creato una rotazione di insegnanti molto alta all’interno di una sola classe: si va da un minimo di tre fino ad arrivare a sei, sette insegnanti. Si è creata allora una sorta di alterazione, piccola ma decisiva, che di fatto ha trasformato la struttura del tempo pieno, creando un’agitazione continua nel mondo della scuola primaria. Tutto è diventato molto più complesso, frazionato che impedisce tempi distesi per organizzare al meglio i progetti. Ma la forza della scuola è sempre nei bambini. Qualsiasi cosa accada, qualsiasi forma di taglio o di dimensionamento, qualsiasi riforma, non ci impedirà mai di chiudere la porta e dire:

«Buongiorno, bambini, come state? Avete dormito bene?»

In questa situazione molto eterogenea fare gli orari è difficilissimo, ci sono colleghi che entrano in una classe solo per due ore, ora che l’algoritmo dell’orario di servizio, ha collocato insegnanti durante la mensa e l’intervallo senza alcuna materia d’insegnamento. I bambini non vivono questi cambiamenti con preoccupazione, come noi, ma hanno comunque bisogno di tempo per orientarsi nella rosa delle maestre; per abituarsi, fanno domande cercano di capire meglio i ruoli:

«Tu che maestra sei?»

Hanno chiesto alla mia collega, vedendola entrare alle 12 e 30 e uscire alle 14 e 30.

«Sono la maestra della mensa e dell’intervallo». Ha risposto con un’aria poco convinta.

«Allora sei la maestra del giardino».

Le hanno risposto i bambini per definire meglio la sua presenza. E hanno specificato giusto per non perdere ore preziose di intervallo:

«Noi durante l’intervallo andiamo sempre in giardino. Anche d’inverno. Giochiamo e dopo studiamo le piante, con te giochiamo solo, allora»

I bambini hanno risorse che a noi mancano. Di fronte a una situazione complessa tirano fuori spiegazioni originali ed essenziali che colgono nel segno. Per capire meglio operano classificazione e catalogazioni e trovano una valida ragione per tutto e tutti:

«Allora… c’è la maestra delle parole, quella del quaderno giallo, quella dei numeri, con lei
giochiamo e usiamo il quaderno blu, quella di storia e geografia senza quaderno, quella di inglese, però lei viene poche volte e facciamo i giochi sull’iPad, quella di religione con il quaderno verde, quella di sostegno, in alcuni casi e non in tutte le classi… e da quest’anno anche quella dei giochi. Meno male!».

Consiglio di ascolto Beethoven Sonata n.14 in Do diesis minore ‘Chiaro di Luna’, Op. 27 n.2 – III. Presto agitato

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