AVVISO di E.A.
Vari amici mi hanno fatto sapere che il video con l’intervista a Paola Caridi non è più visibile. Da You Tube ieri mi è arrivata questa notifica:
Buongiorno Rivista Poliscritture,
Sono stati rilevati contenuti protetti da copyright nel tuo video “CARIDI SU GAZA 6 MAG 25 RAI PLAY”. Di conseguenza, il tuo video è stato bloccato e non può più essere riprodotto su YouTube. Questo provvedimento non rappresenta un avvertimento sul copyright e non incide sul tuo canale.
Comunque, iscrivendosi a RAi PLAY a questo link:
https://www.raiplay.it/video/2025/04/Il-cavallo-e-la-torre—Puntata-del-05052025-481815e7-60f9-47fa-8fe8-a2d277cee1b8.html
potete seguire i ragionamenti lucidi e disperati di Paola Caridi.
Mi restano solo queste parole che buttai giù nel gennaio 2009…
Caro Ennio, su Gaza ogni riflessione, lamento, denuncia resta immobile nel tempo. I tuoi versi così intensi e sferzanti sono del 2009 e sembrano scritto oggi.
davvero, come nella poesia di Ennio, si rivive un déjà vu piu’ volte replicato nella storia e impressionante. Solo che, mentre durante la seconda guerra mondiale non si era a conoscenza dei campi di sterminio, oggi, e da molti decenni, si sa, abbiamo testimonianze, articoli, filmati foto dell’orrore in Palestina… e noi, gente comune? In varie città del mondo, nelle vie, nelle piazze nelle scuole e nelle università, persino nei teatri, ad esempio a Milano, nell’ultimo anno e mezzo non è trascorsa settimana senza manifestazioni, cortei, rappresentazioni tragiche dell’orrore…ora 5 minuti di silenzio, ora molto rumore sempre per esprimere dissenso e invocare il cessate il fuoco in Palestina…I potenti muti e conniventi, noi insonorizzati, come racchiusi in una sfera di vetro, loro, i palestinesi, in un carcere a cielo aperto affamati e diventati bersaglio di un genocidio da parte di Israele…E’ un incubo e non ho idea di come…ne usciranno, ne usciremo
“il genocidio è qualcosa di più profondo, sbaglia chi individua la causa principale nella volontà di costruire la Grande Israele o nella follia estremistica di Netanyahu e del suo governo. Il genocidio è funzionale al mantenimento del controllo e alla pacificazione dell’area medio-orientale, intesa come spazio che possiede una grande quantità di riserve di petrolio e gas naturale e che è un crocevia cruciale tra Europa, Asia e Africa. Hamas ha sparigliato le carte, e Israele ha accelerato un processo che sarebbe partito ugualmente: perché la presenza di una resistenza palestinese attiva minava gli equilibri di potere dell’area. “ (Gambula)
Fai bene a sottolineare il limite dei “battibecchi” o del soffermarsi “sugli elementi di contorno della faccenda “ (tragedia di Gaza) e ricordare quali siano gli interessi materiali in gioco in Medio Oriente. Anche se, a mio parere non eviti di cadere nel il moralismo verso chi si sarebbe “rifugiato nel silenzio, [che] non ha fatto altro che rendere ordinario il genocidio”. Perché che non sia (solo o soprattutto) l’impotenza politica di tutti noi a “rendere ordinario il genocidio” ma è piuttosto il ragionare dei veri attori politici reali da Potenze dominanti a renderlo ordinario. (Con l’apporto decisivo dei mass media da essi controllati). Credo, invece, che, anche se fosse riportata – come tu auspichi – l’attenzione (di pochi) sull’”essenza profonda degli eventi”, il discorso lo stesso non può aprire varchi (e non so per quanti anni ancora). Perché si viene a trovare di fronte al macigno di una domanda: chi può oggi davvero mettere in discussione politicamente questo gioco? Io lo vedo esclusivamente in mano alle grandi potenze e a nessun altro. Dici che Hamas avrebbe “sparigliato le carte, e Israele [avrebbe di conseguenza o afferrando l’occasione] accelerato un processo che sarebbe partito ugualmente: perché la presenza di una resistenza palestinese attiva minava gli equilibri di potere dell’area”. Ma lo sparigliare le carte da parte di Hamas – per disperazione o “assalto al cielo” calcolato – non poteva bastare perché non poteva incidere in quel gioco; e anzi nel caso del 7 ottobre (2023) sia stato addirittura controproducente?
sono propensa a credere alla presenza di forti interessi materiali tra le cause principali dell’estrema ferocia riservata a Gaza, di cui scrive Nevio Gambula, come la storia del resto ci insegna. E spiegherebbe meglio il silenzio complice dei potenti occidentali, tutti cointeressati a quel territorio ricco di risorse. Così il genocidio dei palestinesi si ammanta di un cinismo pari a quello riservato ai nativi americani…anche quello passato sotto silenzio e con la conseguente deportazione di popoli…Comunque spero che, molto in là nel tempo, sia possibile un intervento di alcuni paesi del mondo, arabi e non, in difesa di quanto oggi sembra un obiettivo impossibile: un’equilibrata e pacifica convivenza di popoli
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Caro Ennio, su Gaza ogni riflessione, lamento, denuncia resta immobile nel tempo. I tuoi versi così intensi e sferzanti sono del 2009 e sembrano scritto oggi.
davvero, come nella poesia di Ennio, si rivive un déjà vu piu’ volte replicato nella storia e impressionante. Solo che, mentre durante la seconda guerra mondiale non si era a conoscenza dei campi di sterminio, oggi, e da molti decenni, si sa, abbiamo testimonianze, articoli, filmati foto dell’orrore in Palestina… e noi, gente comune? In varie città del mondo, nelle vie, nelle piazze nelle scuole e nelle università, persino nei teatri, ad esempio a Milano, nell’ultimo anno e mezzo non è trascorsa settimana senza manifestazioni, cortei, rappresentazioni tragiche dell’orrore…ora 5 minuti di silenzio, ora molto rumore sempre per esprimere dissenso e invocare il cessate il fuoco in Palestina…I potenti muti e conniventi, noi insonorizzati, come racchiusi in una sfera di vetro, loro, i palestinesi, in un carcere a cielo aperto affamati e diventati bersaglio di un genocidio da parte di Israele…E’ un incubo e non ho idea di come…ne usciranno, ne usciremo
“E’ un incubo e non ho idea di come…ne usciranno, ne usciremo” (Locatelli)
Ho appena lasciato questo commento al post di Nevio Gambula su FB:
Ennio Abate
·
DOMANDA AMARA
@ Nevio Gambula
https://www.facebook.com/nevio.gambula/posts/pfbid02vZVbcJPaQmy4x1zxE21QVXLfsMN9qjfiBKDDx1cqoMS5EGKqarmQTq8dRPnCvNPDl
“il genocidio è qualcosa di più profondo, sbaglia chi individua la causa principale nella volontà di costruire la Grande Israele o nella follia estremistica di Netanyahu e del suo governo. Il genocidio è funzionale al mantenimento del controllo e alla pacificazione dell’area medio-orientale, intesa come spazio che possiede una grande quantità di riserve di petrolio e gas naturale e che è un crocevia cruciale tra Europa, Asia e Africa. Hamas ha sparigliato le carte, e Israele ha accelerato un processo che sarebbe partito ugualmente: perché la presenza di una resistenza palestinese attiva minava gli equilibri di potere dell’area. “ (Gambula)
Fai bene a sottolineare il limite dei “battibecchi” o del soffermarsi “sugli elementi di contorno della faccenda “ (tragedia di Gaza) e ricordare quali siano gli interessi materiali in gioco in Medio Oriente. Anche se, a mio parere non eviti di cadere nel il moralismo verso chi si sarebbe “rifugiato nel silenzio, [che] non ha fatto altro che rendere ordinario il genocidio”. Perché che non sia (solo o soprattutto) l’impotenza politica di tutti noi a “rendere ordinario il genocidio” ma è piuttosto il ragionare dei veri attori politici reali da Potenze dominanti a renderlo ordinario. (Con l’apporto decisivo dei mass media da essi controllati). Credo, invece, che, anche se fosse riportata – come tu auspichi – l’attenzione (di pochi) sull’”essenza profonda degli eventi”, il discorso lo stesso non può aprire varchi (e non so per quanti anni ancora). Perché si viene a trovare di fronte al macigno di una domanda: chi può oggi davvero mettere in discussione politicamente questo gioco? Io lo vedo esclusivamente in mano alle grandi potenze e a nessun altro. Dici che Hamas avrebbe “sparigliato le carte, e Israele [avrebbe di conseguenza o afferrando l’occasione] accelerato un processo che sarebbe partito ugualmente: perché la presenza di una resistenza palestinese attiva minava gli equilibri di potere dell’area”. Ma lo sparigliare le carte da parte di Hamas – per disperazione o “assalto al cielo” calcolato – non poteva bastare perché non poteva incidere in quel gioco; e anzi nel caso del 7 ottobre (2023) sia stato addirittura controproducente?
sono propensa a credere alla presenza di forti interessi materiali tra le cause principali dell’estrema ferocia riservata a Gaza, di cui scrive Nevio Gambula, come la storia del resto ci insegna. E spiegherebbe meglio il silenzio complice dei potenti occidentali, tutti cointeressati a quel territorio ricco di risorse. Così il genocidio dei palestinesi si ammanta di un cinismo pari a quello riservato ai nativi americani…anche quello passato sotto silenzio e con la conseguente deportazione di popoli…Comunque spero che, molto in là nel tempo, sia possibile un intervento di alcuni paesi del mondo, arabi e non, in difesa di quanto oggi sembra un obiettivo impossibile: un’equilibrata e pacifica convivenza di popoli