“Di pianto in ragione” , non di pianto in irrazionalità


di Ennio Abate

NO, ANGELO D’0RSI, NO!

“Di pianto in ragione” (Fortini), non di pianto in “irrazionalità”. Alla “follia” di Netanyahu – (e perché non di Trump o di Putin), non si può opporre altra follia, sia pur romanticamente “giusta”. La differenza di contesto storico tra l’epoca di Carlo Rosselli e quella di oggi non può essere abolita, come se non esistesse. Dov’è un Comintern oggi? Dov’è un Partito Comunista degno di questo nome? Dov’è qualcosa che somigli a Giustizia e Libertà? Quale autorità morale o politica può invitare oggi a quello che sarebbe con ogni probabilità un martirio o una ricerca della “bella morte” da parte di pochi? E poi le “folli” brigate internazionali d’oggi da quali Stati potrebbero essere appoggiate? Dall’Iran? Nessun problema? (E allora perché non saltare prima ogni “pregiudizio occidentalista” proponendole a fianco della Resistenza di Hamas, quando era almeno politicamente e militarmente più forte e prima che Netanyahu arrivasse a 15mila, 50mila o centomila morti?). Lei dice: non possiamo più accontentarci di sfilate, di marce in piazze di esporre dei sudari. Non bastano. Ma non basteranno neppure queste “folli” brigate internazionali. Siamo in un altro mondo, con rapporti di forza enormemente più sfavorevoli sia per le lotte qui in Italia e in Europa e sia per la lotta dei palestinesi o di altri popoli. E’ questo l’arduo il problema da porre. E mai rinunciare alla ragione e all’analisi della realtà. Sarà mai più possibile costruire una Resistenza di massa e guidata da un vero Partito? Non lo so, ma indicherei ancora questa strada.


APPENDICE

D’Orsi
brigate internazionali contro Netanyau

https://www.facebook.com/angelo.dorsi.7/videos/1861231381106094

Ritornano le mie “Follie di guerra”, dopo una lunga pausa – nella quale tante cose orribili pubbliche e private sono accadute.

Questa puntata n. 84 è dedicata interamente a Gaza e alla Palestina. Contiene una proposta: una follia!? Forse. Ma possiamo continuare ad assistere al genocidio in corso limitandoci a agitare bandiere mero/rosso-verdi (quelle della Palestina) e ad esporre bianchi sudari, segno della nostra sconfitta. Dobbiamo agire. Nasce da questa esigenza la mia “folle” proposta.

Altri commenti:

Nilo Durbiano

Prof. D’Orsi mi preoccupa questa sua proposta, alla violenza non si risponde con la violenza, stiamo scivolando direi degenerando verso la prima metà del secolo scorso, l’umanità non si salverà con le guerre armati gli uni contro gli altri. Lo so oggi pare utopico pensare alla forza delle idee, ai valori come mezzi vincenti sui massacri in atto. Più che armi contro altre armi ritengo siano urgenti sanzioni finanziarie , commerciali tali da strangolare il Governo di Netanyau, nessuno deve annientare nessuno, due Stati liberi ed indipendenti soluzione sono la soluzione. Condivido che non possiamo più aspettare , occorre una iniziativa forte che i Governi occidentali è evidente non vogliono prendere, allora che fare ? Proviamo con un documento che sia il punto di caduta delle molteplici sensibilità di partiti e movimenti progressisti italiani ed Europei : 1)Sanzioni pesantissime ad Israele per fermare il genocidio.
2) Costituzione con garanzie di sicurezza ONU dei due Stati di Israele e della Palestina. Aggiungerei poco altro come obiettivi per avere almeno una condivisione di minima per avere la più larga condivisione possibile. Con queste rivendicazioni in un chiaro documento si scende in piazza ad oltranza a Roma, Madrid, Berlino, Parigi… fino a che i Governi Nazionali non riconoscano lo Stato di Palestina e con le sanzioni strangolato il Governo di Netanyau. Prof. se vuole parliamone….

Andrea Salaris

Buona serata Professore…Oggi a Napoli Padre Alex Zanotelli ha indicato delle soluzioni che sarebbero dovute esser già attuate per Israele e che in passato furono usate in Sudafrica con successo…BDS…Boicottare,Disinvestire, Sanzionare.. La politica Nazionale ed Europea può fare questo o dopo venti mesi di Genocidio siamo già in ritardo… Se continua il silenzio e l’indifferenza della politica Occidentale ma anche del Medioriente vicino sua proposta è da prendere in considerazione…saluti

Ciro Brescia

Leggendo alcuni commenti, mi viene da riflettere che in diversi, probabilmente, si figurano, sbagliando, che in Italia, il PC del secolo scorso, degli anni ’20, ’30 o ’40 fosse come il PC degli anni ’60, ’70 o ’80. Senza dubbio il secondo PC è potuto diventare quel numericamente grande partito elettorale in virtù di quello che fu il primo, che di certo così tanto numericamente grande non era ma è ancora più certo che fosse comunque vero. Oggi noi celebriamo e consideriamo alla stregua di eroi quei giovani militanti che lo furono proprio perché si ribellarono, fecero scelte controcorrente, in un periodo di cui i comunisti erano fortemente ostracizzati, denigrati, ridicolizzati, marginalizzati, messi al bando, illegalizzati, costretti al carcere o all’esilio, e qualsiasi scelta pensassero utile per non finire sotto terra troppo prematuramente. Non erano tutti grandi intellettuali, non erano tutti grandi quadri formati, non erano tutti loro, donne e uomini di grandi studi, molti erano semplici lavoratori, figli di famiglie proletarie, non solo figli di buone famiglie borghesi, ma anche extralegali e sottoproletari, che la cultura se la sono fatta grazie alla militanza comunista, sul campo e sul terreno della lotta, ideologica, militante e anche militare. Non erano perfetti, erano pieni di dubbi ma si misero in gioco e fecero scelte scomode, nuotando contro la corrente e il conformismo. Non erano nemmeno famosi. Grandi, quantitativamente e qualitativamente, lo si diventa, non lo si nasce.

Ieri mattina, in Piazza degli Artisti, sulla collina del Vomero a Napoli, dopo un corteo che ha attraversato le vie della cosidetta “Napoli bene”, dopo abitano i professionisti, i commercianti, i giudici e magistrati, l’ultraottantenne Alex Zanotelli, ha invitato i giovani di tutto il paese ad occupare scuole e università. Quando le generazioni iniziano più intensamente a riconnettersi, a comunicare, è un sano sintomo che la mobilitazione di massa si avvia ad una necessaria intensificazione. Le lamentazioni in ultima analisi lasciano il tempo che trovano e strategicamente è necessaria essere ottimisti, poiché l’alternativa sarebbe subordinarsi strategicamente allo stato presente delle co

Fabrizio Bianchi

Impossibile proporre l’esperienza delle brigate internazionali. Oggi non esistono le condizioni per farlo, sia per le problematiche relative alle situazioni internazionali. Oggi non ci sono partiti ne organizzazioni che potrebbero facilitare la creazione di volontari in armi. Non esiste un governo nessuna nazione sotto attacco che potrebbe e vorrebbe permettere la nascita di una simile realtà politico-militare. Nel medio oriente non ci sono governi che potrebbero permettere un possibile intervento esterno. La tecnologia militare ha distrutto quel tipo di coinvolgimento volontario. Oggi rivoluzioni, resistenze gappiste, partigiane, azioni alla Garibaldi, Guevara, non sono più possibili. Non ci sono più trincee come a Madrid, Toledo, Casa del Campo. Il mondo è cambiato. A sinistra e nel variegato mondo dei comunisti, non esiste più una linea unitaria, intellettualmente capace di gestire risposte attraenti contro questo universo globalista, consumista. Senza principi e ideali non si va da nessuna parte. Oggi questa proposta potrebbe sfociare in un tentativo alla Pisacane. Non dimentichiamo che a Gaza non ci sono truppe fedeli alla repubblica o sindacati armati. Come in Spagna dove gli ideali laici, socialisti, comunisti e anarchici avevano milioni di attivisti. In medio oriente non c’è una realtà palestinese di resistenza laica e progressista. Purtroppo Hamas è una milizia religiosa che non può attrarre volontari politicizzati. Io personalmente non ho risposte a questo invito che nasce da un cuore antico. Penso che anche Gramsci nella sua saggezza avrebbe difficoltà a dire la sua opinione. Nei miei volumi sulla guerra di Spagna, leggo e percepisco una tensione di coscienza politica che oggi e inimmaginabile. E’ triste questa impotenza. Troppe divisioni, troppa incapacità a reagire. Il mondo comunista è fuori gioco e si continua a giocare ai partitini uno più ortodosso dell’altro…….nessuno rinuncia alla sua verità mentre la parola “solidarietà”non alberga più nelle coscienze. La salvezza dei palestinesi non è più riposta nelle armi come da mezzo secolo abbiamo creduto possibile. Caro professore che ho conosciuto a Viareggio in un incontro su Gramsci, secoli or sono, ai tempi del P.d.C.I, non ho certezze confezionate.

Franca Balsamo

Caro Angelo d’Orsi sono disponibile a partecipare a una brigata che vada a Gaza, via mare, come stanno facendo due navi che stanno cercando di portare aiuti dal mare. Ma questa BRIGATA io la voglio DISARMATA. Negli anni mi sono decisamente avvicinata ai metodi della lotta NONVIOLENTA. Non cambieremo il mondo opponendo violenza a violenza. Pronta a firmare un appello per una BRIGATA DISARMATA PER GAZA e a partire. Trovando prima qualche finanziatore. Perché non si entra nella prigione di Gaza se non dal cielo e (forse) dal mare.

 

3 pensieri su ““Di pianto in ragione” , non di pianto in irrazionalità

  1. Assolutamente d’accordo con il drastico giudizio di Ennio Abate. Aggiungo che la proposta D’Orsi, oltre ad essere una fuga in avanti ispirata ad un avventurismo massimalista di stampo romantico, essendo del tutto fuori tempo (avrebbe avuto forse un senso un anno e mezzo fa, quando ebbe inizio il conflitto irreprimibile) non è meno ipocrita e opportunista della scelta, compiuta da chi è stato alla finestra in tutto questo periodo, di esporre la bandiera palestinese (con o senza relativo sudario) dopo più di un anno e mezzo di sistematico sterminio, ad opera dello Stato sionista e dei suoi complici internazionali (tra cui l’Italia), del popolo che in quella bandiera si riconosce e per quella bandiera continua a combattere.

  2. Angelo d’Orsi scrive stupidità sulle quali si potrebbe fare ironia, ma non ne ho alcuna voglia.
    In assenza di un progetto politico razionale (e possibilmente condiviso) delle varie componenti palestinesi (e sono molte), non riesco a vedere alcuna fine a quel che sta accadendo.

  3. Ha ragione il vecchissimo padre Zanotelli: mobilitazione di massa (ma i giovani sono pochi) + gli Stati: “Boicottare, Disinvestire, Sanzionare. La politica Nazionale ed Europea può fare questo”.
    Come premere sui governi perché gli Stati facciano questo? Campagne di stampa? Interventi pubblici in piccole e politicamente diversificate manifestazioni? Come si preme sui governi: forse minacciando ulteriori astensioni dal voto…
    Poche le armi dei cittadini.

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