Ma perché hanno bisogno di farlo “in nostro nome”? Ti hanno mai chiesto di approvare le loro guerre?
Le fanno da tempo. Perché non abbiamo più nome, cioè organizzazione in grado di opporsi.
Qui su FB è tutto un lamento, un indignarsi, un denunciare N. il Terrorista, il Macellaio. Ma ci hanno già caricati da tempo sui carri che portano ai Macelli. E i Terroristi non fanno che aumentare.
La rivoluzione (comunista) pare o è impossibile. Si faranno la guerra e il brigante che vincerà diventerà giusto e sarà rispettato.
AGGIUNTA/SECONDA VERSIONE
Sbratto/poesia
“non in nostro nome”?
“non in nostro nome”?
qui in basso nel girone più buio
anime già buie, le senti?parole di dolore, accenti d’ira,
voci alte e fioche, e suon di bombe con elle mai ci chiesero di approvarle le loro guerre
le fanno ci portano via
chi ai genocidi chi all’oblio
non fanno che aumentare
loro e i soddisfatti servi
e la faccia del terrorista vincente
sarà domani faccia d’uom giusto il nostro onore l’abbiamo perduto
Con mente più fredda…
GUERRA ISRAELE/IRAN. PREVISIONI DI VISALLI
La sintesi strategica di quanto scritto è che la leva negoziale è nelle mani di Teheran, contro le apparenze. Nel senso che nel medio termine israele può subire danni diretti ed indiretti critici, avendo anche altri fronti aperti o che si possono riaprire, sia verso gli Hezbollah, sia verso i ribelli siriani nelle alture del Golan, sia gli Houti e Hamas.
In questo scenario, la grande strategia israeliana può essere di trascinare gli Usa in una guerra diretta, ma in tal caso le monarchie del golfo non potrebbero seguire, per ragioni interne, e gli stessi Usa avrebbero seri problemi interni e di tenuta finanziaria (considerata da situazione altamente critica del percorso del debito e le tensioni sul dollaro).
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Ritengo dunque che alla fine l’Iran possa negoziare, magari tra un mese, in posizione di forza relativa, soprattutto se riaccende i focolai a Nord (Hezbollah), Sud (Hamas), Est (il Golan siriano e i ribelli al nuovo regime), Mar Rosso.
In questo senso si vede oggi, in tutta la sua estensione, il piano di Israele: neutralizzare Hamas (per ora fallito), spezzare gli Hezbollah (per ora riuscito), eliminare la Siria (riuscito), indebolire gli Houti (fallito) e quindi colpire l’Iran. Ovviamente, tutto ha senso se, alla fine, gli Usa mettono gli scarponi sul terreno, o, almeno attaccano massicciamente entrando nella guerra.
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Ma qui ci sono i limiti del piano (che, come sempre, non sopravvive all’impatto con il terreno): Hamas è ancora vitale, gli Hezbollah sono inerti ma hanno ancora le forze, in Siria ci sono forze ribelli forti e preparate che si stanno organizzando, gli Houti sono attivi. E, soprattutto, gli Usa sono divisi, con il debito al 130% del Pil, un deficit di bilancio che stringe i limiti di spesa, grandi tensioni sul dollaro, la guerra in Ucraina non chiusa.
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La probabilità maggiore e che dopo qualche settimana, ma presto, il reciproco misurarsi porti ad un processo di de-escalation con la mediazione di Oman, Qatar, Cina e Turchia (dietro le quinte anche Russia), e in autunno si apra un negoziato con mediazione e garanzie turco-cinesi. Alla fine ci sarà un compromesso che coinvolgerà la Lega Araba, la Cina e la Turchia, riguarderà anche i progetti infrastrutturali (Patto di Abramo e Via della Seta) e i paesi confinanti.
Oppure il fuoco su tutto.
(https://www.facebook.com/alessandro.visalli.9/posts/pfbid02QJHid5MW7WG2px8EgCzYQhJBhbD24dnNdtgtjwgbe3zrMBMoeiSXpwuGcty5HVXRl)
Qualcuno nel frattempo si è accorto che il mondo cui eravamo abituati è sparito? Che tutti gli equilibrismi e patteggiamenti di cui parla Visalli sono stati bruciati ed è emerso-per restare-il volto più brutale dell’imperialismo, la continuazione nei ‘paesi civili’ ed in epoca di ONU della brutalità efferata delle potenze coloniali in Africa, India, Cina?
Così come all’interno anche l’effimero bikini della democrazia sta lasciando il posto al vello fascista? Più apertamente negli USA, piú servilmente ambiguo in Europa?
che mi turba è il non voler o saper dare un nome alle cose, ai fatti, vuoi per voluta menzogna, potenti mass media, vuoi per annubulimento dei cervelli: la facilità con cui entriamo, o ci fanno entrare in confusione…Adesso con la nuova guerra Israele/Iran se ne sentono delle belle, come ascoltare la fiaba del Re Nudo…Nella grande folla vociante, un bambino di cinque anni, accigliato, chiede alla mamma: Israele ha aggredito l’Iran, allora perchè si continua a proclamare che Israele ha tutto il diritto di difendersi? Dovrebbe essere il contrario…Certo non ci sarebbe bisogno di tanto orrore, senza soluzione di continuità, per capire come tutto sia distorto capovolto ingiusto… spesso purtroppo restano i bambini. vittime e migliori giudici, ad aprirci gli occhi
SEGNALAZIONE
Umberto Pelliccia
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6
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Abstract
Nel contesto della crescente frattura tra il blocco euro-atlantico e le potenze emergenti, i BRICS stanno sviluppando una strategia non convenzionale di logoramento sistemico dell’Occidente. Questo paper propone un modello interpretativo ispirato alla meccanica quantistica, in cui azioni non-lineari, simultanee e multilivello producono effetti cumulativi di instabilità, erodendo i fondamenti dell’unipolarismo liberale. L’obiettivo non è una vittoria immediata e simmetrica, bensì l’induzione di un collasso progressivo dell’egemonia atlantica.
1. Introduzione: dalla guerra convenzionale al logoramento quantistico
Le guerre del XXI secolo si combattono sempre meno sui campi di battaglia e sempre più nei flussi, nei mercati, nei codici informatici, nei discorsi pubblici. Il confronto tra BRICS e NATO è ormai configurabile come una guerra ibrida di logoramento, in cui i primi utilizzano forme di potere diffuse, asimmetriche e non-lineari. In questa cornice, il paradigma della fisica quantistica offre un potente strumento metaforico per comprendere la natura simultanea, imprevedibile e interconnessa delle mosse strategiche in atto.
2. Sovrapposizione geopolitica: cooperazione e antagonismo simultanei
Come in un sistema quantistico, i BRICS agiscono in stati sovrapposti:
L’India coopera militarmente con gli USA, ma aderisce al progetto BRICS+ e rafforza legami con Mosca.
Il Brasile mantiene canali con la NATO, ma firma accordi con la Cina sulla de-dollarizzazione.
Questa ambivalenza genera ambiguità strategica e rende difficile per l’Occidente adottare risposte univoche, riducendone l’efficacia operativa.
3. Entanglement economico e dissuasione interdipendente
Il sistema economico globale è strutturalmente entangled:
Le sanzioni occidentali alla Russia e alla Cina si riflettono su inflazione, energia, fertilizzanti e catene logistiche.
Le mosse dei BRICS sono quindi progettate per rendere costoso ogni atto ostile dell’Occidente.
L’entanglement funziona come meccanismo di deterrenza reattiva, invertendo i costi delle sanzioni verso i loro promotori.
4. Decoerenza sistemica delle potenze occidentali
Il logoramento agisce attraverso perturbazioni multiple e convergenti:
Crisi interne in UE e USA (debito, polarizzazione, declino industriale).
Conflitti per procura (Ucraina, Gaza, Sahel) che drenano risorse.
Erosione della fiducia globale nelle istituzioni occidentali (FMI, SWIFT, NATO).
Questi fattori conducono a una perdita di coerenza interna, simile alla decoerenza quantistica, in cui il sistema perde ordine e prevedibilità.
5. Tunnel geopolitico: le scorciatoie dei BRICS
I BRICS sviluppano vie alternative per superare le barriere occidentali:
Sistemi di pagamento autonomi.
Corridoi logistici fuori dal controllo NATO (BRI, INSTC).
Creazione di agenzie di rating e valute comuni.
Come in un effetto quantum tunneling, i BRICS passano oltre senza scontrarsi frontalmente.
6. Collasso osservativo e battaglia della narrazione
Le campagne informative dei BRICS mirano a collassare la funzione d’onda occidentale, imponendo una nuova realtà percepita:
Diffusione di media alternativi (RT, CGTN, Telesur).
Allineamento ideologico con i movimenti antimperialisti, no-war, decoloniali.
Denuncia sistematica della doppia morale dell’Occidente (es. su Israele, diritti umani, legittimità democratica).
La guerra dell’informazione diventa un campo quantico di osservazione, dove chi impone la narrazione vince la realtà.
7. Conclusioni: verso il collasso lento dell’unipolarismo
La strategia BRICS non mira a una vittoria frontale, bensì a un collasso graduale dell’egemonia occidentale:
Indebolendo i pilastri del dominio (dollaro, NATO, narrazione).
Rafforzando alternative istituzionali e valoriali.
Costringendo l’Occidente a una reazione isterica e autodistruttiva.
Bibliografia (indicativa)
Wallerstein, I. The Decline of American Power.
Qiao Liang & Wang Xiangsui, Unrestricted Warfare.
Parag Khanna, The Future is Asian.
Emmanuel Todd, La défaite de l’Occident.
Branko Milanović, Capitalism, Alone.