G come Gioia (L’Inno alla)

di Angela Villa

La scuola è agli sgoccioli, ultimi giorni, si svolgono prove per le recite di fine anno, il clima è gioioso e giocoso. Arriva la foto di classe è tutto un inseguire amici e insegnanti per la firma sul retro. Quest’anno chiudiamo con un canto corale, ci sono le scenografie da preparare e i costumi da realizzare, ogni gruppo ha un suo compito. A proposito…Compiti delle vacanze.

Non sono una che esagera con i compiti, ritengo che i bambini debbano riposare durante le vacanze, fare altro, e soprattutto leggere. Credo fermamente nell’ozio, quello degli antichi romani. Ozio come ricerca intellettuale, non come “padre di tutti i vizi”, come mente operosa che rielabora pensa e crea.

-Alora, quest’anno come compito delle vacanze, ripasserete tutte le tabelline ed eseguirete le pagine del sussidiario che non siamo riusciti a terminare. Controlliamo insieme se c’è qualcosa che non avete capito.

Hanno capito tutto, ma qualcuno alza la mano lo stesso. Non per chiarimenti, vuole andare in bagno…Ci sono gli insofferenti alle pareti dell’aula, quelli che hanno bisogno di una passeggiata fuori dall’aula, il bagno è in fondo al corridoio. Nel frattempo possono incontrare nell’ordine: il commesso Giuseppe con cui parlare di calcio, il maestro di religione tifoso anche lui e con un po’ di fortuna la compagna dalle lunghe trecce bionde, di cui tutti sono innamorati. Alza la mano anche Giulia, è veloce nel calcolo orale trova sempre un motivo per i suoi conti.

-Maestra, ci sono 47 operazioni in tutto, se sommiamo anche gli esercizi da fare direttamente sul libro e le relative prove, i compiti diventano tanti.

Interviene Luca, ha un forte spirito critico e lo esercita spesso.

– I miei genitori quest’anno hanno deciso di regalarsi una lunga crociera, come farò a fare i compiti sulla nave? E poi la mia mamma vuole sapere perché la scuola finisce così presto, i centri estivi iniziano solo la prossima settimana e lei ha sprecato un bel po’ giorni di ferie per me.

Glisso sui mesi di ferie (fino alla fine di giugno siamo impegnati al grido di “Facite Ammuina”, in pulizia traslochi di classe: chi sta sopra scende giù, chi sta giù sale su, si procede da destra a sinistra e da sinistra a destra, una vera tarantella) rispondo alla seconda parte della domanda.

– Le navi da Crociere sono come grandi condomini galleggianti, non dovrebbe essere un problema trovare un tavolo tranquillo dove poter eseguire i tuoi compiti, magari guardando il mare.

-Comunque, cercate di non ridurvi all’ultimo giorno per fare i compiti. Se vi organizzate bene, riuscite a finire tutto. Ce la potete fare. Poi mi pento e offro l’alternativa.

-Se volete potremmo dedicare gli ultimi giorni di scuola a svolgere qualche compito, lavorando in gruppo, così vi aiutate e ripassiamo insieme il programma.

Sono convinta che le spiegazioni reciproche, fra coetanei, spesso sono più efficaci di quelle degli insegnanti. In inglese lo chiamano peer – to- peer, a me piace la definizione italiana: insegnamento fra pari, anche perché non è poi così innovativa come qualche esperto della didattica contemporanea vuole farci credere, lo utilizzavano già Montessori e Don Milani, inoltre ne parlava spesso De Bartolomeis nelle sue lezioni.

-Potete cominciare già da stamattina a svolgere gli esercizi, insieme. Organizzatevi, nel frattempo io sistemo i costumi per la recita.

Al grido di “evviva”, la classe si trasforma in gruppi di lavoro. I banchi si uniscono, cambio di posti qualcuno si porta la sedia…gli faccio notare che le sedie sono tutte uguali e non c’è alcun bisogno di portarsela dietro.

Mi rispondono che invece ce n’è bisogno perché quella del compagno traballa.

-Non sapevo e lui come ha fatto tutto l’anno?

– Gli piace dondolare.

– Ah, ecco perché, ed io che l’ho messo spesso in punizione per questo motivo. Perché non me l’ha detto?

– Perché, quando si dondolava lo mandavi a pulire i banchi del laboratorio di informatica e a lui piace usare il disinfettante dice che ha un buon odore…

Dopo queste scoperte dell’ultima ora e rimorso per il castigo dato inutilmente, inizia l’attività “Compiti delle vacanze in classe”. I più veloci entro le 16,30 hanno già terminato le prime pagine. Forse non erano così tanti.

Consiglio d’ascolto. Inno alla Gioia, ode composta dal poeta e drammaturgo tedesco Friedrich Schiller; Beethoven inserisce il testo come parte corale del quarto e ultimo movimento della Nona Sinfonia- Coro Keplero in Senato e Coro Mani Bianche.

1 pensiero su “G come Gioia (L’Inno alla)

  1. ultimi giorni di scuola: i bambini di una classe della Scuola Primaria ( quella italiana, è risaputo, è la migliore del mondo!) e la loro validissima maestra, che con discrezione e competenza li ‘conduce per mano’…Ultimi giorni di scuola: le sospirate vacanze, promessa di felicità, fuga dai compiti e molta Gioia. Sì gioia e non baldoria sfreanata, delirio distruttivo…un segnale di disagio sempre piû diffuso tra i giovani, anche giovanissimi, a conclusione di un anno scolastico…Sono le generazioni ormai provate dall’eccessiva esposizione agli schermi, ma anche demotivati da una scuola frutto di una società che non promette futuro, che sa di competitione e, in ultimo, di abbandono. Grazie Angela per la tua Scuola di Resistenza…

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