Turismo e storia


di Giorgio Mannacio

 

I. BERTUCCE A GIBILTERRA.

Sentirono i lamenti arrampicarsi
Fino alla rocca
le bertucce di Gibilterra.
Videro, incuriosite,
i vascelli spagnoli inabissarsi
sullo scoglio, laggiù.
Passarono e ripassarono inosservati
Tra le Colonne d’Ercole gli squali.
Turisti disattenti
acquistano vestiti a basso prezzo
per la necessità
di ridere a denti stretti della caricature
tanto simili e tanto opposte
che l’illusione spera.
Ma chi aguzza lo sguardo
verso Ceuta di fronte
che per muoversi aspetta
il suo tempo che certo arriverà ?

 

II. CIMITERO DI PRAGA.

Nel campo, quasi il cortile
di condomini assenti,
soltanto le pietre attestano.
Il cancello tiene lontana
una tempesta forse necessaria,
ma un temporale almeno
potrà arrivare.
Non hanno le radici,
non butteranno fiori
e quella vena
non spegnerà la sete.
E’ l’al di qua che incombe
Immutato quasi che fosse
non la speranza d’oggi ma l’origine.

 

III. RUDERI E SCRITTURE

1.
False colombe ed altri uccelli ignari
Hanno spolpato i morti fino all’osso,
i morti dell’altra riva.
Soltanto il nome univa
nella città vincente ferocia e gentilezza.
L’isocronia del pendolo governa
le loro oscillazioni a misurare il vento,
lo zèfiro dei poeti e degli amanti
e dei traghettatori
che sgombrano le macerie e fanno il posto
a nuovi santi e vecchi imperatori.

2.
Sacre o profane
conducono le scritture a un parallelo inganno
circa il tempo ed i luoghi di queste meraviglie
Statue, colonne, rilucenti altane:
ci passi in mezzo e tutto si dismaga,
Anche delle ragioni
tra loro contrapposte è incerto il nome.
Sulle pareti variopinte immagini
sospendono sulle stragi ogni giudizio
e congelata nelle splendenti pagine
si adagia l’eternità che li costringe
a venerare la bellezza in sogno.
Nella Roma d’incenso il meglio manca
e il resto è economia.

 

IV. AUTUNNO SERBO.

1.
Siamo arrivati a Nis, sulla Nissava,
terra natale di Costantino il Grande
che prima del vaticinio della Croce
uccise il padre della propria sposa:
c’è tempo per ordire il pentimento.

2.
Lo spavaldo incarnato delle donne
che ballano sulle corde dei violini
abolisce il confine, ma si deve
un obolo alla storia. Ecco là in fondo
la Fortezza Ottomana a sentinella.

3.
I piccoli turisti si rincorrono
senza inciampare mai
tra ruderi museali o clandestini,
Incastonati stanno insieme adesso
teschi di vinti e teschi di vincitori.

4.
A volte, in questa terra basta un sasso
a lapidare l’alfabeto. I segni
di Cirillo sono soltanto graffi
ad ovest della Slavonia. In altro polo
fiammeggiano le foglie di salmodie d’oriente.

5.
Eguale per tutti i morti ben nascosti
e che non hanno alcuna preferenza
la memoria si affida alla custodia
di querce da cerimonia ed alla sparuta schiera
dei vignati pigiati da chi resta.

6.
E’ questa la vendemmiata epifania
del miracolo vero e inverso
e mai che il sangue si tramuti in vino
nell’implacata economia palese
dell’universo.

2 pensieri su “Turismo e storia

  1. …questi componimenti poetici di Giorgio Mannacio sono molto potenti, anche per il livello di altissima sintesi raggiunto in alcuni versi, e riflettono una visione feroce, dolente e, a tratti, sarcastica del tempo, della storia umana e della sua memoria. Come se marciassero su binari diversi, ma convergessero in un non senso e disfacimento comuni. Il tempo, quale implacabile pendolo, livella ogni cosa, grandi e piccoli imperi umani, accosta vincitori e vinti, teschi a teschi…La storia umana, nelle varie epoche celebra trionfi ( …Statue, colonne, rilucenti altane:/ ci passi in mezzo e tutto si dismaga…)e occulta sconfitte e orrori dietro al cancello dei cimiteri..Le terre visitate sono quelle di confine, dove furono più sanguinosi i conflitti, ma “..conducono le scritture a parallelo inganno”, presentando “verità” diverse…Infine la memoria, in tempi di turismo di massa, non vede nei viaggi che l’occasione di rinfocolare il proprio narcisismo, avendo perso la consapevolezza storica…Una mia riflessione su questi “piccoli” turisti, che persino le bertucce battono in curiosità: non sono certo gli sfruttati dei potenti descritti da B. Brecht in molte poesie, però, forse, sono comunque vittime di una propaganda devastante, che arriva dritta ai cervelli e non li-ci vuole intelligenti…C’è anche il turismo d’élite, sempre all’interno del sistema, comunque niente da spartire con i viandanti e i pellegrini di una volta, per i quali il viaggio era la loro vita…

    1. Per onore delle molte verità – dato che la realtà è sempre più complessa – vorrei rimarcare quello che osservo già da alcuni anni: giovani coppie, a volte perfino con bambini, intente a guardare, in silenzio o commentando tra loro, quadri e altre opere d’arte in pinacoteche, mostre, chiese, piazze. Mi fanno felice, non era così 20 anni fa. Quando scambio con loro due parole, magari per avvertire di un dettaglio, una particolarità, mi guardano stupiti (forse, insegnanti a parte, non hanno molte esperienze di scambio con noi adulti) e poi si attivano ad osservare meglio. Anche se sono una minoranza, mi danno speranza e piacere.

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