Quando verranno In mano non avró gli odorosi petali del fiore della ipocrisia, e ancor nuda saró dei fascinosi veli della retorica. Ad accoglierli un fanculoso vaffa che incrini i malefici cristalli di una ideologia che di azzardo giocó sui desideri di un mondo migliore. . E ancor muto il mio grido si spargerá nelle ancora silenti nature selvagge seppur pronte a nuovi destini. Perché se anche impietose indifferenti ruzzolando le note della vita stravolgono il senso delle cose e peregrina la ragione non si fa pensiero la Spes, ultima dea rimarrá aggrappata ai bordi degli abissi.
A più concrete distanze misurabili in anni e milioni l’estranea mi arriva in parole che mungono latte e portenti. L’avversario costeggia il mio fiume ha in mano la mia consistenza mi tiene sveglia mi chiede conosci l’assenza?
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siamo gli spiriti dell’aria ci distingue fogliolina all’ascella del ramo siamo ospiti invisibili in corpi penetrabili siamo incontri e influssi di sostanze viventi siamo rari natanti in vortice vitale ci incalza la tempesta infernale e scorrendo memoria rendiamo tributo al maestoso tremore siamo viventi nel liquore della profondità densità oscura corpi di marea colonie di organi radici e architetture di ingegno in misure di conoscenza vera che certezza chiama in vari modi primario riconoscimento relazione ai vivi orientamento figurale in intrico d’ampiezza
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Mia madre ci ha dato dei nomi fuori dal tempo presente il mio che medito su incarnazione Eva che è madre dei viventi e Federico che era il più debole quello del re affogato nel breve fiume del trapasso. Che preveggenza di destino che segno di antivedenza del futuro! in breve simbolica esistenza l’assoluto valore personale assicura
* * * si inoltra e infittisce una foresta di alberi astratti secolari templi e meridiani celesti anime di ferro in creature di argilla e cespugli serpi e radici allacciate e vibranti in buchi e nodi foreste e frattali lampi in reti neurali camminare nei boschi in fiore femmina sapiente da duecento millanni intenta a generare
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sassifraga estrae gli argomenti generativa esprime i suoi tralci si veste di materia in sostegno si equilibra in ordini di palchi offerta a luce e respiro fiorisce in trasparenza dal frutto spaccato rinasce poesia vegetale
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come fai a pensare ore e ore sedici ore ventiquattrore a pensare e dormire tra le ore ah sì era ieri come fai a distinguere tra ieri e oggi in campagna in collina tra i boschi e la pioggia tra uccellini e il clima? rotture del tempo torture
Una Nota dell’autrice
Non so perché non ho mai cercato di pubblicare in libro le mie poesie (che scrivo da circa 70 anni). Sadio. Risultato? ne ho una caterva. Mi piacciono, le rileggo a distanza di anni e mi piacciono. Ma quanti ne scrivono? E quante di quelle altrui che leggo mi piacciono? Sono un vento, un’anima che scorre. Dicono qualcosa a qualcuno? Non so: che interessa di me a chi? Non affronto temi politici o sociali. E’, appunto, solo vento. Rapido consumo, un’impressione, un piacere, forse.
1. e la gestione della crisi si sostituisce alla giustizia e ogni resistenza è bollata terrorismo e l’Occidente crollerà così cercando stabilità non più giustizia /quella dei coloni israeliani sarebbe l’avanguardia della civiltà occidentale/ ahi/ ahi/
2. la poltica, quella istituzionale/ spettacolo, teatro, gioco delle parti, trasformismo e la popolazione va in piazza / saltando / sbeffeggiando le strutture che quella politica organizzano/ sarà per un imperativo morale/ sarà perché tecnologizzata e con ampie capacità autorganizzative pensiamo che comincia un’altra scuola/ in piazza / in piazza
3. frantumiamoci /dai/ in gruppuscoli faziosi in feroce contrapposizione reciproca sul nulla/ minacce nucleari nascondetevi!/ apocalisse industriale levati dai piedi/ distruzione dello stato sociale chemmenefotteamme!/ e alleluia/ migliori nel denigrare / il ragionar verrà poi
Il pensiero ha un innesto nel corpo e non per caso il corpo mortale conserviamo pronti a tutto non a morte cieca senza speranza. La virtù, la forza apre i cieli oltre materie consistenti miste di quanti e sostanzepensiero: come se tutto svanisse in materia come le anime dei morti adesso.
* * * Io vedo te che non ti vedi e tu mi vedi come io non so. Il residuo infinito non raggiunto anima i giorni di respiro.
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Ma non sarà il pensiero razionale a slegare il disegno equatoriale che scioglie in vento la figura intera ove spirito esulta e si rallegra di vivi e morti in cori universali
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