Appennino

     

di Cristiana Fischer

un rombo mi ha svegliata. subito una tempesta ha grandinato sulle finestre e sulle foglie. poi si è trasformata in pioggia a larghe chiazze e poco bagna. il ciocco avvolto dalle fiamme nella stufa. il brodo è pronto. la breve sera incalza. tutto vibra e si inquieta. la notte tremenda si scatena e farà tremare il sonno.

il freddo paralizza non come quello della tomba per cui c’è ancora tempo fino a domani. ma è inerzia sospensione odio che è frammento di calore. insetti bestiali si addensano alle finestre e nei margini delle porte. colorati difformi tenaci. il gufo appena è buio mi dileggia. attendo l’ululato del lupo.

la memoria è degli alberi. intrecciano radici riflettono vibrazioni aeree incrociano riflessi delle foglie. confondono popoli migranti sulla scorza. ospiti attenti degli uccelli celano i nidi nel vischio parassita. quando il vento violento li sradica si inclinano. risorgono con un ramo che affonda in terra e rinasce.

produrre calore fuoco fiamme cibo piccante vino feltri strati calze acqua bollente. indispensabile e difficile lavarsi. ghiaccio gela le tubature. scorte sufficienti. previsioni. i giovani vicini in tenda spostano i pannelli solari seguendo il basso e breve corso del sole.

lontani i porti le città bianche le navi. viaggia in spazi vuoti sui mari precipita su incroci di valli. si incanala sradica abbatte e solleva. sibili rombo e fragore. tempesta. fiumi larghi di sassi. verde fondo e argentato. bramiti dei cervi e stridi delle poiane. odori sconosciuti del vento.

colline incatenate gemmano nuovi colli. dopo le curve piccole valli. paesi aggrappati a dorsali addossati a versanti a corona di colli. linee ondulate sfumano nel vuoto. il mare alto all’orizzonte.

1 pensiero su “Appennino

  1. Che bello e sconvolgente l’Appennino d’inverno!…Mi ha ricordato l’oceano in tempesta per il movimento frenetico delle forze della natura, pioggia tempesta vento, e il brulichio forsennato di esseri viventi, piante insetti lupi uccelli…, a garantirsi uno spazio di sopravvivenza…E l’essere umano allo stesso modo combatte contro il tuono il vento…soprattutto il freddo grazie all’alleanza con il fuoco, i ciocchi nel caminetto, i calzettoni di lana, il brodo bollente…ma non basta, si impreca al gelo, immobili piu’ che in una tomba …Eppure e’ come stare al centro di un vortice vitale che fa fremere e sentire l’esistenza tutto’intorno…Grazie Cristiana..lo invio ad un’amica che vive,tutta sola, nell’Alto Appennino pavese…

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