Il numero zero

di Cristiana Fischer

Negli anni ’70 del secolo scorso Milano era il centro del femminismo della differenza. Da Milano a Verona, dove insegnava all’università Luisa Muraro, il pensiero della differenza divenne un libro: “DIOTIMA, Il pensiero della differenza sessuale”, 1987, libro cui collaborarono, fra altre, Adriana Cavarero, Wanda Tommasi e Chiara Zamboni, pubblicato da La Tartaruga, casa editrice fondata nel 1975 da Laura Lepetit.

Nello stesso 1975 a Milano era stata aperta la Libreria delle Donne in via Dogana, dietro piazza Duomo, in cui si vendevano solo libri scritti da donne. In Libreria si diffondevano notizie su nuove iniziative femminili, così venni a sapere di una nuova rivista letteraria in preparazione, in cui avrebbero scritto solo poete, narratrici e letterate.
Lo racconta Milli Graffi, in un incontro in Libreria delle donne nel 2019: l’idea divenne concreta perché Piera Oppezzo aveva un contatto con Laura Lepetit e con lei aveva pubblicato il romanzo “Minuto per minuto” nel 1978. 1
In quell’anno si formò il gruppo di lavoro per la rivista, ci incontravamo soprattutto a casa di Piera ma anche a casa di Milli Graffi. Giovanni Anceschi, suo marito, curò la copertina e, nel maggio ’79 uscì il numero 0 della “rivista di po/esia”, in cui erano presenti testi di poesia lineare e di poesia visiva.
Il taglio nella parola po/esia sta a significare opposizione e collegamento, la stessa locuzione “o/e” dice incertezza tra alternativa e continuità. A volte partecipava alle nostre riunioni anche Giulia Niccolai, che a Mulino di Bazzano aveva vissuto insieme a Adriano Spatola fondando la rivista Tam Tam, una “repubblica dei poeti” in cui convergeva una generazione di scrittori e poeti che continuava l’esperienza della poesia sperimentale degli anni Sessanta.
Ricordo un episodio durante una riunione di redazione. Giulia Niccolai intervenne in una discussione che inclinava verso la discriminazione che le donne subiscono nel mondo letterario: “Basta recriminare, se no hanno ragione a dire che siete delle galline!”
Sospensione.
Tutte guardammo sbalordite Giulia pensando: ma lei dove si colloca? Si riprese rapidamente e finì in una risata generale che alleggerì il clima.
La rivista fu un incrocio temporaneo fra percorsi differenti, le poete provenivano ciascuna da amicizie e riferimenti diversi. Durò poco, sorsero tensioni interne, di cui ho una memoria confusa, ma Laura Lepetit decise di non dare seguito alla pubblicazione, anche se il numero successivo, era già pronto. Il gruppo si separò e ognuna rientrò in una propria e precedente sfera di relazioni culturali e letterarie, senza più rapporti con le altre.
E’ stata un’esperienza singolare quel rifluire di ognuna nei mondi letterari e amicali precedenti. So invece che molti rapporti, in Libreria delle Donne a Milano, o a Diotima a Verona, sono acquisiti per sempre. Credo che la discussione politica e filosofica mettano a nudo, nel confronto, la personalità e le scelte esistenziali.
Il lavoro poetico invece isola in se stesse. Racconta Giulia Niccolai: “Spatola era talmente immerso nella propria poesia che non voleva assolutamente avere rapporti costanti o di dovere per lavoro col resto del mondo, per lui era importantissimo essere isolato e potere macinare i suoi pensieri trasformandoli in poesia, senza le minime distrazioni mondane o formali. … per lui la poesia era veramente tutto”. 2
Precisa Giulia: le parole in versi sono più potenti, più forti, più vere, di quelle in prosa.3
Anche per Piera Oppezzo era vero questo. Michelangelo Coviello racconta di lei: “I suoi giorni che sembrano tutti uguali sono invece densi di avventura, nella stanza in cui scrive c’è davvero il mondo intero”.3
E Piera spiega: “Un passo all’interno per guardare/il fervore arrivato alla presenza.”4

NOTE

1 https://www.youtube.com/watch?v=np0cuGMmfB4

2 https://www.diaforia.org/floema/2017/05/28/colloquiale-n-13-con-giulia-niccolai/

3 https://www.youtube.com/watch?v=E86iVRwIXc8

4 https://vimeo.com/253776039

4 pensieri su “Il numero zero

  1. molto interessante il riferimento di Cristiana ad alcune tappe del pensiero femminista tra Milano e Verona e relative testimonianze…
    Riguardo alla prima, DIOTIMA, il pensiero della differenza sessuale ,un testo scritto a piu’ mani nel 1987, raccoglieva il pensiero di filosofe, scrittrici… sulla differenza, determinata dal sesso delle origini, tra donna e uomo, influente sulla sfera dell’interra personalità, pensiero, sentire, comportamento…Due generi ben distinti, di cui la donna nella sua potenzialità generativa rivestiva anche una potenzialità rigenerativa del mondo intero…
    Trovo suggestive queste idee, una vera epifania del meglio femminile fino ad allora ignorato…Ma, passati circa quarant’anni trovo questa ideologia, che la Libreria delle Donne di Milano, ha abbracciato in toto, piuttosto statica, ferma nel tempo, chiusa ed elitaria…Mi risulta che nuovi femminismi si siano aperti a nuove realtà, al tema del genere nella sua complessità, non rigidamente binario, che persino ricerche scientifiche sulle funzini della mente umana sembrano suffragare…Secondo me si tratta di nuovi orientamenti e tendenze che, magari attraverso il caos, si aprono a nuove visioni della società, ormai cosi’ com’è arrivata al collasso…Anche molti uomini ne sono consapevoli, per fortuna…iMi è giunta l’informazione di un incontro-confronto: “Maschi si diventa” il giorno 12 marzo presso Fabbrica del Vapore dalle ore 14 30 alle 18 30. aperto a tutti e con la partecipazione di esperte /i sul tema e di varie Associazioni…Ci andrei se abitassi ancora a Milano…
    Riguardo alla rivista di poesia. Anno Zero, nel 1978 con testi di poesia lineare e visiva, poteva esere una buona occasione di confronto tra scrittori…
    Ringrazio anche per i video che testimoniano l’impegno e il fervore del movimento e della Libreria delle Donne di Milano

    1. E’ un problema molto serio quello della differenza sessuale rispetto al transessualismo, di cui si fa portatrice NUDM, movimento femminista e transfemminista. Io sono fondamentalista: la differenza sessuale serve a riprodursi, non si uniscono i gameti femminili con quelli femminili, maschili con quelli maschili.
      Credo che il transessualismo sia un fenomeno sociale, e molto parziale.
      Comunque non accetto che le persone trans siano represse e perseguitate.
      Altra cosa sono, poi, gli amori omosessuali, che sono sempre esistiti, e socialmente accettati oppure no.
      La politica della differenza, dai primi anni ’70, ha avuto un grosso significato: che
      le donne ricevevano riconoscimento e valore in primis dalle altre donne e non dalla società maschile. Non siamo né uguali né pari. Proprio per questo la politica della differenza non può mai venire meno.

  2. SEGNALAZIONE

    UN’IDEA DI LIBERAZIONE COMPLETA E COMPLESSIVA – CHIARA CRUCIATI: “Eppure ieri a leggere i commenti a caldo di molti giornalisti e politici pareva che Nudm fosse la filiale di un’organizzazione salafita. Nell’epoca di Giorgia Meloni, prima donna a capo di un governo, che restringe i diritti di donne, poveri, migranti, trans stupisce che qualcuno si stupisca ancora come nei cortei di Nudm le bandiere palestinesi sventolino accanto ai cartelli per la sanità pubblica, le rivendicazioni economiche accanto a quelle per la libertà di scelta, donne e persone trans o queer si incontrino invece di scontrarsi.
    Significa che, dopo otto anni di movimento, c’è ancora chi non ha capito cosa significa transfemminismo: una visione complessiva della società che vede in guerre, massacri, colonialismo l’espressione più alta della violenza patriarcale. Dove a pagare il prezzo più caro sono le donne, vittime due volte per gli stupri di pace e quelli di guerra (chiunque li commetta, contro chiunque).
    Così di fronte a un’onda nera che monta e tenta di annichilire le identità – siano etniche, religiose, politiche o di genere – i movimenti transfemministi sono capaci di offrire una speranza, attraverso l’intersezione delle lotte e un’idea di liberazione completa e complessiva. Per tutte e tutti.”

    (DA https://ilmanifesto.it/nelle-piazze-transfemministe-la-liberazione-di-tutte-e-tutti?fbclid=IwAR0884bNz_uMszfhukks6tSYmYwGYwXQT1lgtofo3Rl_-iFFmzqHGMA09LA)

  3. mi ritrovo assolutamente d’accordo con Chiara Cruciati, e con le idee e le lotte del Movimento Non Una Di Meno, ponendosi oltre i dualismi rigidi e i particolarismi.. Un orizzonte ampio che tiene conto delle tante istanze della società, nostra e del Sud del mondo, della difesa dei diritti individuali e collettivi, contro povertà , discriminazioni, sfruttamento, anche ambientale, violenza di genere e guerre…C’è molta serietà e complessità di visione in tutto questo…

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