In morte di Silvio Berlusconi

Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo
Rosso e turchino, non si scomodò:
Tutto quel chiasso ei non degnò d’un guardo
E a brucar serio e lento seguitò.
(da Giosuè Carducci, Davanti San Guido)Commenti sparsi

Ennio Abate
Questo è il padre politico del CETOMEDISMO (italiano) che ha raso al suolo la sinistra.

Renzo Bruni
E’ un asino di sinistra
Ennio Abate
…costretto a lavorare a Mediaset
Renzo Bruni
lo dica a migliaia di lavoratori mediaset se sono costretti. Ci sono molte donne e uomini di sinistra che lo rispettavano e lo rimpiangeranno.
Ennio Abate
No, l’hanno fatto per amore! Si sa che il lavoro in Italia è ancora una concessione dei “datori di lavoro”, che si sacrificano a pagare salari e stipendi senza ricavarci nulla. Anche loro amano i lavoratori. Certo che c’è gente che lo rispettava e lo rimpiageranno. MA è accaduto anche con Hitler ed altri potenti. Per me resta un Grande sfruttatore delle meschinità italiche. E i “coccodrilli” che stanno scrivendo su di lui sono dei panegirici per non far pensare alla realtà rovinosa in cui ci troviamo anche grazie all’opera di costui e delle sue clientele.
Piera Borsatti
il fatto che sia morto non deve essere santificato!
Ezia Fagnani
basta solo rispetto davanti alla morte.
Jenny Angelone
perché dice la verità?o quando si muore bisogna per forza parlare bene
Ezia Fagnani
non bisogna x forza parlare bene .. basterebbe non parlare. Si chiama rispetto.
Ennio Abate
Il silenzio non è mai – di per sé – rispetto. E il rispetto va a una persona che noi crediamo lo meriti. Nel caso di Berlusconi i giudizi sul suo operato e sulla sua figura umana sono nettamene contrapposti (eda tempo). Non si vede perché – ora che è morto – questi giudizi contrapposti debbano essere silenziati. Poi ci sono i sentimenti di antipatia e simpatia. E anche per questi non si vede perché – ora che è morto – le manifestazioni di simpatia debbano essere permesse e quelle di antipatia nascoste o addirittura condannate. No alla censura.
Giovanni Cappuccio
Vuol dire che a te non te ne frega niente e continui come se nulla fosse? Ma se è così bastava non scrivere nulla.
Ennio Abate
L’asino bigio è una figura simbolica. Nella poesia di Carducci indicava l’indifferenza (contadina?) di fronte al progresso. Qui l’ho ripresa per suggerire una giusta indifferenza verso il “chiasso” (ipocrita a volte, ingenuo altre) che si sta facendo – anche su “Sei di Cologno se” – su questa morte. “Chiasso” propagandistico a favore di una parte politica che strumentalizza la morte del suo Capo per continuare i suoi (spesso poco leciti) affari.
Giovanni Cappuccio
preferisco non rispondere, no problem
Ennio Abate
Come vuoi.
Vincenzo Sica
povero somaro che sei tu che osi ridere della morte di una persona abbi rispetto e non commentare povero somaro
Ennio Abate
Dove stanno le mie risate? Ma sai leggere oltre che offendere?
SEGNALAZIONE
Raffaele Simone
IL SOLO MOTIVO…
… per non spegnere i telegiornali e non ignorare la stampa in questi giorni grevi è studiare le nuove forme di servitù volontaria che stanno ingegnosamente sperimentando: genuflessioni a lingua in fuori, torsioni perigliose per porgere le terga, prosternazioni adoranti, omelie mendaci e untuose, cause dei santi piene di frottole.
Nessuno — dico nessuno — che abbia menzionato almeno due o tre tra le malefatte più spettacolari del Caro Estinto: la condanna per frode fiscale, la sua usuale frequentazione di zocc*le, anche in minore età, la cacciata dal Parlamento.
Solo opere sante.
Nessuno — dico nessuno — che abbia nulla da eccepire sui funerali di Stato e, peggio ancora, sul lutto nazionale. Comporterà bandiere a mezz’asta in tutti gli edifici pubblici, comprese le scuole elementari. Che cosa racconteranno le insegnanti ai bambini?
In televisione non si salva assolutamente nessuno. Sky, di solito abbastanza decente, ha preparato addirittura una specie di enorme lapide in pixel, con foto, nome scolpito da lapicida elettronico e date di nascita e morte. Ho visto perfino un lungo servizio in cui il povero Toni Capuozzo (ex combattente di Lotta Continua) tesseva per un buon pezzo una lode sacramentale, con voce commossa, al Caro Estinto. Nella stampa, solo due o tre giornali coraggiosi: Il Manifesto, Domani, Il Fatto, la Repubblica.
Roberto Meroni
Sui cadaveri dei leoni festeggiano gli sciacalli credendo di aver vinto.
Ma i leoni rimangono leoni e gli sciacalli rimangono sciacalli.
Ennio Abate
No all’orgia di meafore antistoriche. Leoni, sciacalli? Semplicemente: capitalisti, non capitalisti.

7 pensieri su “In morte di Silvio Berlusconi

  1. La storia può trascurare i pettegolezzi? Ci guadagnerebbe?
    Nel dubbio sono andato a cercare ‘storia e pettegolezzi” e ho trovato questa pagina: https://www.pensierocritico.eu/gossip.html
    Da cui stralcio un brano:

    Per quanto possa sembrare bizzarro, ci sono elevate probabilità che il pettegolezzo sia stato il motore dell’intelligenza umana, almeno agli inizi dello sviluppo delle capacità cognitive, cioè nel Neolitico, sostiene l’antropologo Robin Dunbar. Quando si va ad esaminare il contenuto dei messaggi umani si scopre che essi sono prevalentemente basati sui comportamenti dei membri del proprio gruppo. In sintesi il linguaggio si è rivelato essere, per mezzo del pettegolezzo, il mezzo per capire le relazioni di potere all’interno del proprio gruppo. Secondo lo storico Yuval Harari “La cooperazione sociale è la nostra chiave della sopravvivenza e della riproduzione. Ad ogni uomo o donna presi a sé non basta sapere dove ci sono i leoni o i bisonti. Molto più importante per loro è sapere chi, nel loro gruppo, odia chi, chi dorme con chi, chi è onesto e chi è un imbroglione.” Le creazioni sociali umane hanno origine nella capacità di raccontare storie e nel convincere gli altri a crederci. Da qui è poi nata la rivoluzione cognitiva dell’Homo sapiens, che è consistita nel creare, a fianco della realtà oggettiva (fisica), una realtà immaginata sempre più ricca e potente. La maggior parte delle riflessioni umane non riguarda la realtà oggettiva, ma la realtà immaginata. Robin Dunbar scrive: “Il fatto che le conversazioni ci permettano di scambiare informazioni su persone che non sono presenti è di vitale importanza. Ci consente di insegnare agli altri come comportarsi con persone che non hanno mai incontrato prima, o come gestire situazioni difficili prima che queste si presentino.” Gli studiosi Dunbar, Duncan e Marriott, analizzando il modo in cui il linguaggio viene usato dall’uomo moderno, hanno riscontrato che circa il 65% del tempo di conversazione viene dedicato a temi sociali (gossip) e, in particolare, la maggior parte di questo tempo viene dedicato a due temi: tenere traccia della posizione di altri individui all’interno della società ed enfatizzare se stessi in qualità di amici, alleati o compagni. L’esigenza di non essere ingannati dagli altri tende a creare sospetti verso gli sconosciuti e a non offrire la propria cooperazione se non dopo avere verificato la correttezza dell’altro. Ogni persona, passivamente o attivamente, usa il gossip per determinare il suo punto di vista sul mondo e per influenzare gli altri. Il gossip, storicamente, ha assunto il ruolo di stereotipo negativo e, nelle organizzazioni, è stato sempre ritenuto un comportamento dannoso. Recenti studi stanno però rivalutando il suo ruolo, mettendo in luce la sua importanza nel rendere le organizzazioni più resilienti e i suoi processi organizzativi più visibili. Questa pagina è dedicata a chiarire l’importanza del gossip e del comportamento cooperativo.

    Poi mi direte….

    1. … infatti ci troviamo in un contesto limitato in cui i commenti rispondono – di fondo – alle due esigenze di “tenere traccia della posizione di altri individui all’interno della società ed enfatizzare se stessi in qualità di amici, alleati o compagni”.

  2. “Se io fossi un giornalista antiberlusconiano, cosa che certamente sarei, non mi concentrerei sulla sua vita sessuale né su altri temi che possono generare la pur minima identificazione: l’evasione fiscale, per esempio (o l’impotenza: anche questo può generare identificazione, visto che metà degli uomini hanno problemi del genere). Persino concentrarsi sulla corruzione funziona solo con i casi estremi: una corruzione «ordinaria» può esser vista come una forma estremizzata di piccoli comportamenti di saper vivere quotidiano. Bisogna forse presentare le decisioni politiche di Berlusconi come direttamente legate ai loro effetti gravemente negativi. Dire: Berlusconi ha fatto questo, e di conseguenza queste persone, con nomi e cognomi e storie, sono morte, queste altre hanno perso il lavoro. Se gli elettori rimangono indifferenti davanti a questo, beh, siamo fottuti. E Berlusconi, certo, sta attivamente cercando di creare una simile indifferenza. Ma dev’esserci un modo di reinventare le domande centrali della politica, riformulando le questioni politiche ed economiche in termini più personali, anche chiaramente manipolatori, se ce n’è bisogno. Sarebbe un bene ripensare la strategia per combattere Berlusconi: troppe volte lo abbiamo aiutato.” (Slavoj Žižek, intervista ad “alfabeta”, 2010 da https://www.facebook.com/natalinobalasz/posts/pfbid02gCGTDH46eqCGRQhcidNRAwk19N2rpaG8KksUYQaLdG94NnrUUtdkVS8xQ8AUndq4l )

  3. SEGNALAZIONE DA FB

    Andrea Zhok

    Ciò che lascia davvero perplessi nei postumi della morte di Silvio Berlusconi non c’entra con Silvio Berlusconi, ma ha molto a che fare con la nostra società.
    Ciò che colpisce, e preoccupa, è il duplice “vilipendio di cadavere”che sta avvenendo, sia da parte di chi lo avversa che da parte di chi lo osanna.
    Già, perché tutto si può dire di S.B. ma certamente non che sia stato un pupazzo: è stato per decenni una presenza imgombrante e una soggettività difficilmente addomesticabile per chiunque, amici e nemici.
    Fino ad un minuto prima della sua morte Berlusconi era temuto e visto con inquietudine ad ogni latitudine politica.
    Gran parte dei “compagni di cordata” che oggi si sperticano in lodi spesso imbarazzanti erano in verità fino a l’altrieri terrorizzati da qualunque sua esternazione (che avrà detto su Gheddafi? e su Putin? e sulla Germania? Quando la smette?).
    E gran parte degli avversari storici temevano di aprire la bocca contro un personaggio comunque potente e temibile, che aveva imposto la sua agenda per anni lasciando tutti a giocare di rimessa.
    Oggi, che, come sempre accade per i mortali, la “livella” ha trasformato un soggetto in oggetto, una persona in un corpo alla mercé di tutti, oggi si scatenano le forze della manipolazione.
    In quanto oggetto per altri S.B. non può più replicare né agli attacchi né ai tentativi di strumentalizzazione, non può più opporsi né a chi d’un tratto rinfaccia a muso duro i mali fatti (mali spesso indistinguibili da quelli prodotti dai suoi avversari, ma prodotti in modo più sfacciato – e perciò anche meno menzognero), né può opporsi a chi d’un tratto lo trasforma nel proprio inestimabile eroe (quando fino a ieri lo considerava come un inaffidabile e pericoloso alleato).
    Viene alla mente quella scena in cui dopo la morte di King Kong, e la sua caduta dell’Empire State Building, arrivano frotte di paparazzi, postini, poliziotti, impiegati, varia umanità a farsi le foto accanto, o sopra, il corpaccione del “mostro”.
    Ecco questo è l’aspetto che mi pare più rilevante in questa vicenda: coerentemente con un’epoca – e un paese – in cui nessuno più ha il coraggio di affrontare la realtà presente e sfidarne le minacce, in cui vigono la passività, l’inerzia, il disorientamento più capillari, in cui accettiamo ogni giorno senza batter ciglio ciò che il giorno innanzi era inaccettabile, coerentemente con questo scenario, siamo disposti a combattere le nostre battaglie – pro o contro – soltanto con i morti.

  4. SEGNALAZIONE DA FB

    Vincenzo Costa

    Stralcio:
    §il berlusconismo come fenomeno politico fu l’effetto indesiderato (ma prevedibile) di una distruzione sistematica della politica dei partiti.
    Ora, se questa ipotesi fosse corretta, il suo superamento non potrà che avere luogo, se mai avrà luogo, ricostruendo la democrazia italiana, i corpi intermedi, lasciandosi alle spalle le primarie, i partiti leaderistici, le sardine e tutti quei fenomeni che hanno sostituito lo spettacolo alla democrazia.
    Lo si supera riprendendo la necessità di inserire le masse nella vita nazionale, di creare luoghi di formazioni che rendano possibile una mobilità politica ampia, diffusa e continua, invece di continuare a proporre controfigure dell’uomo della provvidenza, proponendo donne della provvidenza. Non è di questo che il paese ha bisogno, non è di leader che ha bisogno. Questi vengono divorati in breve, come accade da anni. C’è bisogno di corpi intermedi che rendano possibile la comunicazione tra società e sfera politica.
    Il resto è moralismo, perfettamente inutile. Serve solo a creare spirito gregario, mentre abbiamo bisogno di cambiare.
    Non serve criticare berlusconi anche dopo morto. Serve un progetto di ricostruzione democratica.
    Non servono analisi moralistiche: la crisi del paese è politica, non morale. Con buona pace di Berlinguer, finiamola con ‘sta narrazione della questione morale. Non ci aiuta e non aiuta il paese. Sin quando non si capisce che abbiamo una QUESTIONE POLITICA non se ne uscirà.

    (https://www.facebook.com/vincenzo.costa.79025/posts/pfbid027c4MdW6rS5Aktc5J6gHovxuwCp79TGXVAe1uaLSREjHJSsK3uutYvLFPEN1z5m6Jl)

  5. …piu’ che beatificazione, per Berlusconi mi sembra trattarsi di una deificazione: assurto all’Olimpo, tra gli dei o gli antichi imperatori…I suoi motori mi sembrano semplici da identificare e rapportabili ad un “io ipertrofico”: spinta ad accumulo di beni e di mezzi di manipolazione e di propaganda, costi quel che costi…spinta al piacere estetizante, non privo di affetti, costi quel che costi…Entrare in politica fu per lui la mossa piu’ “azzeccata”…Detto cio’ se, non proprio per caso, i suoi stretti interessi incrociavano il Bene Comune, allora potevano esserci scelte o sortite in tal senso, come il disapprovare l’invio di armi in Ucraina, contro lo stesso governo di cui faceva parte…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *