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La storia di un partigiano

di Dario Borso

Il prof. Dal Pra Mario, antecedentemente alla data del 25 luglio 1943, non aveva mai dato luogo a rimarchi con la sua condotta in genere, pur essendo un fervente clericale.- Dopo il 25 luglio si è dimostrato un accanito antifascista ed un abile ed attivo organizzatore di movimenti a sfondo comunista, svolgendo la sua propaganda attraverso la pubblicazione di opuscoli che venivano diffusi specie fra gli operai e mediante articoli sulla stampa cittadina.- Dopo l’8 settembre la sua attività è passata ad una fase cospirativa intesa a sabotare la rinascita Nazionale e le istituzioni del Governo Repubblicano.-
Per tale fatto è stato da questo ufficio denunziato al Tribunale per la Difesa dello Stato di Parma, in data 29.3.1944. Con sentenza del Tribunale Straordinario Provinciale di Vicenza, è stato condannato in contumacia alla seguente pena: 1.4.1944 – Tribunale Straordinario Provinciale: anni 18 di reclusione, 5 anni di libertà vigilata, e sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici e spese processuali. Il Dal Pra è tuttora latitante.

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“Senza pace”: un’altra difesa è possibile?

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Anticipazione dal prossimo numero 12 di “Poliscritture” cartaceo in uscita prossimamente

Non poteva mancare tra le riflessioni proposte nel prossimo numero 12 di “Poliscritture”, dedicato ai temi della pace e della guerra e alle risposte che alla guerra si possono dare, l’approfondimento dei metodi per la risoluzione dei conflitti alternativi a quelli armati. In questa intervista a cura di Luca Chiarei ne abbiamo parlato con Mao Valpiana, presidente nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile “Azione nonviolenta”, fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari, Valpiana ha partecipato nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui è stato segretario nazionale. In questo post vi proponiamo uno stralcio della lunga intervista, che potrete leggere integralmente nel prossimo numero (L.C.)

Intervista a cura di Luca Chiarei

In questi anni il Movimento Nonviolento si è attivato nella Campagna “Un’altra difesa è possibile” per l’istituzione della la difesa civile non armata e nonviolenta. Che cosa si intende con questa definizione?

La “difesa civile” è una difesa che viene fatta dai civili, non dai militari, che è quello che dice la Costituzione, che affida al cittadino, non al militare, il sacro dovere della difesa della patria. “Non armata” vuol dire che non usa lo strumento militare (perché c’è anche una difesa civile armata, come quella applicata da una parte della Resistenza: i partigiani erano civili che usavano le armi. Andrebbe sottolineato come si sia trattato in gran parte di una resistenza civile e non armata. Essendo i Partigiani solo una piccola percentuale, avrebbero potuto fare poco e nulla se alla base non ci fosse stata una resistenza di tipo civile e rurale). “Nonviolenta” perché usa i metodi e le tecniche della nonviolenza. La Campagna per l’istituzione della Difesa Civile Non armata e Nonviolenta richiede tutta una riflessione, un coinvolgimento del Paese per aprire un dibattito sui concetti base, quali la difesa, la sicurezza di cui oggi si parla quotidianamente. Continua la lettura di “Senza pace”: un’altra difesa è possibile?