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E poi all’Epifania arriva Erode…

Scrap-book da FB: Spulciando qualche commento ( a cura di E. A.]


Roberto Giuliani

C’è qualcosa che non capisco. Come è stato possibile che qualche decina di miglia di supporter di Trump siano riusciti ad assediare ed invadere il Campidoglio ? Poliziotti pochi e a mani nude. Siamo nel cuore del potere usa. I conti non tornano. Continua la lettura di E poi all’Epifania arriva Erode…

Salire e guardare dall’alto

di Baba Andrea*

 

  1. Finalmente, venti. Ovvero, l’Africa vista dall’Italia

Dopo diciannove lettere scritte dall’Africa, stavolta cambia la prospettiva. Torno infatti in Italia per poche settimane, a distanza di tre anni dall’ultima volta e dopo ormai sei anni in Mozambico. Dopo averle scritte, rileggo le righe che stanno lì sotto e mi rendo conto che – a differenze delle altre lettere – non sono parole che raccontano l’Africa dalla prospettiva dell’Africa. O meglio, lo sono solo in parte. Raccontano, piuttosto, l’Africa a partire dall’Italia. Perché è inevitabile: il luogo dove la testa pensa, il cuore sente e gli occhi osservano cambia il senso di quello che le mani, alla fine, scriveranno. Soprattutto se il luogo è quello dove sei nato, cresciuto e hai cominciato ad orientarti nella vita e nel mondo. Continua la lettura di Salire e guardare dall’alto

Vamos todos contar Moçambique!

 di Baba Andrea

Ci sono posti sperduti del mondo dove si tentano rivoluzioni quotidiane come scrivere un giornale con ragazzi poco o nulla scolarizzati e si tenta pure, in nome del “regno dei cieli”, di fronteggiare l’ingiustizia e la prepotenza organizzata dinanzi a una magistratura corrotta . Questa testimonianza dal Mozambico è arrivata come una pacata invocazione  fino a Poliscritture; e la rilanciamo nel deserto affollatissimo del Web, sperando che  possa lavorare come un tarlo almeno nella mente di chi non si è  rassegnato alla barbarie. [E. A.]

 

Un paese si ferma

Nelle prime due settimane di agosto, il paese intero si è fermato. Chiuse le scuole, a casa professori ed alunni, servizi pubblici ridotti al minimo di quello che era già stato ridotto all’essenziale prima dalla guerra e poi dalla crisi economica.  Per quella data era stato, infatti, solennemente indetto il IV° Censimento Nazionale.

Vamos todos contar Moçambique!”, era l’adagio che martellava insistente nelle inserzioni pubblicitarie tra un asservito telegiornale di stato mozambicano e una penosa ma molto seguita telenovela brasiliana. Due appelli trionfali richiamavano il popolo sovrano al dovere del civismo patriottico: “Il censimento aspetta la collaborazione di tutti per la raccolta dei dati necessari alle grandi decisioni del Mozambico” e  “La definizione delle politiche pubbliche per lo sviluppo del paese sta nelle tue risposte”. Sembrava proprio che quel momento epico di unità nazionale avrebbe ridestato le sorti infauste del 9° paese più povero al mondo, secondo l’indice di sviluppo umano. Continua la lettura di Vamos todos contar Moçambique!