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Uscire dalla famiglia heideggeriana

 

Alla ricerca del Marx perduto (2)


di Ennio Abate

Sulla pagina FB di Lanfranco Caminiti (qui) dove la lettera di Donatella Di Cesare è stata ripresa e ampiamente commentata, ho lasciato questa mia riflessione:
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Turbolenze

di Cristiana Fischer

1. Il malsonno. Nella città, una fascia parallela, a destra. Cerco Novi. E la trovo in un passaggio che qualcuno mi segnala, passaggio aperto, da cui sbocco in una fiera, quelle di una volta, con i baracconi del tiro a segno e le montagne russe. Lo spiazzo è appena un luogo indefinito, ampio. Novi scorre di fianco, lungo la città, anche se certamente è più breve. Non mi importa dei giochi e degli stordimenti dei calcinculo, né degli autoscontri. Cerchiamo, non so per quale ragione, la chiesa dell’Annunziata.
Prendo a destra e rincorro un percorso che non mi porta in nessun luogo. Fin che torno alle giostre dove Nonsochi mi informa che la chiesa dell’Annunziata (che ha il cimitero dietro, sottolinea incidentalmente) è sì lungo la strada, ma a sinistra. Arrivo abbastanza vicino, la vedo isolata, in gotico inglese, e sono certa del verde scuro e fitto, che solo immagino, del cimitero retrostante.
Destra e sinistra per me che sto dormendo. La strada nei due sensi scorre in piano. Non riconosco i posti e non immagino di arrivare in un luogo che conosco. Sto nei dati di fatto: volevo avanzare invece occorre tornare indietro e procedere a sinistra, in un  controsenso che è un indietro metafisico, è la morte però è anche, ne sono certa, un nuovo inizio.
Le due direzioni, sinistra e destra, in PNL (programmazione neurolinguistica) si rivolgono l’una a ricordo/passato e l’altra a costruzione/futuro. Nessuna certezza scientifica, se fossi mancina o se leggessi le pagine da destra verso sinistra il senso delle due direzioni legittimamente lo scambierei.
E con i nomi: Novi, Annunziata e cimitero, l’inconscio ha precisato la questione di cui il sogno tratta. Marcello Massimini, medico e neurofisiologo, capovolge il quadro: i sogni, dice in un video, sono un livello estremamente importante di coscienza, forse la forma di coscienza più pura. E’ una esperienza generata interamente dentro il cervello mentre è disconnesso, sia dal punto di vista degli input sensoriali che degli output motori, non sta  scambiando cioè nessuna informazione con il mondo circostante. Il sogno è necessario per integrare le informazioni registrate dalla realtà nella memoria del nostro cervello.
Leone dice “ho sognato che”. Stiamo scendendo in auto al mare, per fare la spesa al supermarket. Dichiarazione sorprendente, raramente dice che sogna, anzi fu convinto per molti anni di non sognare mai. Nel sogno aveva provocato un danno al parafango anteriore destro, strisciando in retromarcia contro l’auto parcheggiata davanti. Ecco un altro inciampo metaforico sul davanti laterale destro, quello del futuro.
Allora “ti racconto il sogno che ho fatto io: siamo a Milano, che ha una fascia urbana parallela, a destra. Cerco Novi…“
Leone tace. Le riflessioni alla nostra età sono pensieri pesanti da condividere.
Gli recito “Breve pertugio dentro dalla Muda/ … /m’avea mostrato per lo suo forame/più lune già, quand’io feci ’l mal sonno/che del futuro mi squarciò ’l velame.” Gli piace quando ricordo versi della Commedia che si attagliano alle circostanze.
Risponde: “Muorto si’tu e muorto so’ pur’io; ognuno comme a ‘na’ato è tale e qquale.  E cos’è la Muda?”
“Locale buio in cui venivano tenuti gli uccelli da richiamo nel periodo in cui mutavano le penne.”

2. La mer, la mer, toujours recommencée. Rispetto al Grande Gioco (la rivalità coloniale e strategica tra l’impero russo e quello britannico per la supremazia in Asia centrale durante il secolo XIX, finita con la rivoluzione sovietica) e al Nuovo Grande Gioco (gli interventi economici e politici di Cina, Russia, Stati Uniti, India, Pakistan, Arabia Saudita con altre petromonarchie, e Israele, nei cinque -stan: Kazakistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Tagikistan, Uzbekistan) l’interesse del pianeta oggi si sporge fisicamente nello spazio, oltre i 500 km, verso Marte che è il dio della guerra.
«Gioco» per dire che le Potenze Politiche (numero di umani impiegabili, competenze politiche e tecniche, beni e strumenti disponibili, cemento delle convinzioni inscalfibili su sé e sull’altro: tutto lavoro accumulato che diventa energia da spendere per sopravvivere) implementano la loro influenza su zone interessanti per la posizione geografica e le ricchezze del sottosuolo. L’Arabia Saudita ha finanziato con miliardi il Tagikistan per contrastare sia l’Iran sciita che i fratelli musulmani.
Con i Fratelli musulmani sostenuti dalla Turchia, e Hezbollah sostenuto dall’Iran in Libano, siamo arrivati sulle sponde del Mediterraneo orientale.

Il mare è alto sopra l’orizzonte. “A giugno prendo il motorino e vado al mare da solo, se tu non vuoi venire.” La prima tappa nel nostro giro di spese è il pescivendolo. Triglie, pesce pregiatissimo già per gli Etruschi e gli antichi romani. Forse però quelle che compreremo sono le triglie entrate nel Mediterraneo attraverso il canale di Suez.
Giornale La repubblica, 16 ottobre 2014. Più di 400 specie di pesci e invertebrati sono giunte nel Mediterraneo dopo l’apertura del Canale («specie lessepsiane»). Poco più di 300 attraverso l’acqua di zavorra delle navi o attaccate alle carene. Circa 60 specie, soprattutto alghe, sono state introdotte accidentalmente attraverso l’acquacoltura. Colpevole è anche il riscaldamento globale: le acque tra Turchia meridionale, Siria, Libano, Israele, Gaza, Cipro ed Egitto sono diventate notevolmente più calde negli ultimi ventanni, quindi ideali per la sopravvivenza delle specie provenienti da Mar Rosso, Mar Arabico e Oceano Indiano. In questa regione del Mediterraneo, dice lo studio, fino al 40% della fauna marina è di origine «aliena».

3. Le potenze. La nipote ha ormai cinquanta anni, solo pochi mesi fa ha scoperto che il marito aveva da tempo intrecciato una relazione amorosa con un’altra donna e quindi lo ha cacciato di casa. Agli inizi del loro rapporto non ci capacitavamo della sua scelta per un marito affettuoso e scherzoso ma meno istruito e meno stabile nel carattere.
Il marito la ha tradita, con un atto di forza ha rotto l’equilibrio e ha mandato un segnale. La forza è un composto: una nel nome e nella minaccia, se viene azzannata e scomposta svapora. Dopo un po’ di ravvedimenti di lei e pentimenti di lui, il reprobo è stato riaccolto.
L’equilibrio delle potenze si regola al minimo conflittuale, esplicitando le premesse individuali delle conflittualità. “Proprio la globalizzazione sta ponendo in evidenza quanto l’enorme massa di merci, che ogni giorno produce e mette in movimento l’economia mondiale, rimandi […] ad una soggettività fortemente identitaria: una soggettività impersonale ed astratta, che impone i suoi obbligati percorsi e protocolli di accumulazione, la sua logica di crescita, in qualsiasi campo concreto si trovi ad investire e ad operare” (Roberto Finelli).
Luigi Ferrajoli ha scritto per un costituzionalismo oltre lo stato: “Occorre trasformare queste istituzioni, ma anche la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e l’Organizzazione Mondiale del Commercio, in vere istituzioni di garanzia indipendenti dal controllo dei paesi più ricchi, mettendole in grado di attuare le finalità enunciate nei loro stessi statuti: la garanzia dei diritti sociali, la promozione dello sviluppo dei paesi poveri, la crescita dell’occupazione e la riduzione degli squilibri e delle eccessive disuguaglianze.”
Con maggiore realismo, Gayatri Chakravorty Spivak: “La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale cominciarono con una missione di tipo socialista e internazionale senza il vantaggio della struttura statale socialista […] Ma questa fase cambiò rapidamente e completamente. Lo sviluppo ben presto divenne un alibi per uno sfruttamento sostenibile.”
Forza e potenza, in amore e geopolitica. Turbolenze. Correnti a diversa temperatura e peso si incrociano e prendono il posto l’una dell’altra, trascinano un corteo di acqua, di gelo o di soffi profumati, con pesanti carichi svelti dalle sedi: boschi, sabbia dei deserti, vapore acqueo, nubi roventi di incendi del cuore.

4 . “Ti racconto una storia: lo stretto di Gibilterra non è sempre stato aperto, forse in seguito a movimenti relativi tra le placche africana, arabica e euroasiatica, o forse per una glaciazione che ha abbassato il livello dei mari facendo emergere il fondo roccioso dello Stretto. E questo potrebbe avvenire ancora.”
“A breve?”
“Non proprio.”
Oggi il prevalente interesse europeo si muove sull’asse est-ovest, in collegamento con gli  Stati Uniti e in funzione antirussa e anticinese: per questo il Mediterraneo è tornato ad essere importantissima via di comunicazione tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano e, attraverso lo stretto di Malacca, fino al Pacifico. Già da alcuni anni, dopo la Brexit, la Gran Bretagna ha accentuato la sua presenza con navi e istallazioni militari a Gibilterra, Malta e Cipro, in direzione del Mar Rosso, del golfo Persico e dell’Oceano Indiano.
L’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, nel suo blog: “Piaccia o no, il Mediterraneo è oggi, ancora più che in passato, un continuum geo-strategico e soprattutto geo-economico con il Mar Nero, l’Oceano Indiano e il Golfo Arabico-Persico.  Quell’entità geo-politica e geo-economica che a partire dagli anni ’90 è stata identificata con il termine Mediterraneo allargato, per indicare l’area di diretto interesse nazionale.”

“All’armi, all’armi!”

Ora la madre di lei piange al telefono con Leone, suo fratello. Teme che il matrimonio possa anche non proseguire pianamente. Il padre della tradita esprime il suo dissenso a proposito del rientro del fedifrago e rifiuta di accoglierlo nella sua casa.
“Lo comprendo. Il matrimonio è un istituto giuridico, il marito della figlia ha rotto un patto che è fondante per la società.”
“Occorre serrare nella memoria gli sbagli passati per poter ricominciare un nuovo  percorso.”
“Ma le tracce segnate restano permanenti.”
Anche la coscienza di veglia, afferma Marcello Massimini, è fortemente disconnessa dall’ambiente circostante. E’ “una forma di sogno, modulato dalla realtà”, una forma particolare di coscienza, modulata dai sensi, che ci serve per sopravvivere, facendoci reagire all’ambiente in modo appropriato.
Nello spazio della modulazione quasi otto miliardi di input: complessità di voci singole che si devono accordare nell’orchestra del dialogo interno cerebrale.

 

 

Nota. Elementi usati:

Totò, ‘A livella.
Marcello Massimini: qui
Paul Valéry, Il cimitero marino.
Il Manifesto, ”Luigi Ferrajoli: l’orizzonte universale dei diritti fondamentali”, 9 aprile 2021.
Judith Butler, Gayatri Chakravorty Spivak, Che fine ha fatto lo stato-nazione? Meltemi, 2020.
Roberto Finelli, Al di là del terrore. Per una nuova antropologia (qui)

Nietzsche come fondamento della metapolitica?

Franco Fortini, Una lettera a Nietzsche

Per introdurre l”accurata,  problematica e non scolastica analisi  che Elena Grammann fa di un preveggente scritto, in cui Franco Fortini, verso la fine degli anni Settanta del Novecento, avvertì – tra i primi – i rischi della Nietzsche-Renaissance,  stralcio questo passo da uno dei saggi che Roberto Finelli – un filosofo che spesso ho segnalato  – ha dedicato su “Consecutio Temporum”  del  30 aprile 2019 (qui)  al tema dell’abbandono del pensiero di Marx  dopo la breve fioritura avvenuta a cavallo del biennio “rosso” del ’68-’69 : «Così in breve, a partire da quei fine anni ’70, filosofi, intellettuali, operatori culturali a vario titolo, diventarono quasi tutti heideggeriani e anziché di processo di valorizzazione, di composizione organica, di saggio del plusvalore, di tecnologia come sistema forza lavoro-macchinismo nella produzione di capitale, si cominciò a parlare di «Tecnica» come volontà di manipolazione e potenza di un Soggetto umano nella sua contrapposizione all’Oggetto: e come realizzazione nell’età moderna di una metafisica cominciata nell’età classica di Platone ed Aristotele, quale conseguenza di una rimozione originaria del senso dell’Essere e quale affermazione di un miope quanto ottuso antropocentrismo». [E. A.]

di Elena Grammann

 […] gli ormai numerosi necrofori delle lettere e della critica che vanno gridando «Viva la morìa!», come i monatti, subito dopo tornando a portarsi il fiasco alla bocca.
                            (F. Fortini, Avanguardie della restaurazione)

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Su “Destini capitali” di Cristina Corradi

The People (detail; 1922), Käthe Kollwitz. Photo: © 2019 Artists Rights Society (ARS), New York

di Ennio Abate

1.

Parto da un sunto dei molteplici temi delle sei sezioni di «Destini capitali», che è la prima raccolta poetica di Cristina Corradi, filosofa di formazione e già nota per una notevole «Storia del marxismi in Italia» (Manifestolibri 2005):  

In Storia narrativa un noi brechtiano[1] polemizza con postmoderno e ipermoderno,[2] sbeffeggia la bugia della fine dell’ideologia[3] ed evoca contro l’attuale «demenza digtale»[4] antenati comunisti come Bordiga[5] o frammenti di storia del Novecento (la Russia del ’17, l’alleanza antifascista).  

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Qualche appunto su vicinanze e distanze tra Fortini e Zanzotto

zanzotto paolini

di Ennio Abate

Ho sempre supposto che Zanzotto sia stato per Fortini come un tarlo e viceversa. (E credo che qualcosa del genere sia avvenuto anche nel rapporto tra Ranchetti e Fortini; e, perché no, tra Pasolini e Fortini…). È solo una supposizione. Non sono mai riuscito a trovare il tempo per accertarla o smentirla sui testi e nelle rispettive biografie. Eppure questo ricordo lasciato da Zanzotto sul «Corriere della Sera» nel 1995 a un anno dalla morte di Fortini, ora ripubblicato da LA PRESENZA DI ERATO (qui), mi pare quasi una conferma. Continua la lettura di Qualche appunto su vicinanze e distanze tra Fortini e Zanzotto