Lettera di una vecchia

 

di Kris Futura

… che poi, invecchiando, e con la prosecuzione dell’età invecchiata fino a margini intoccabili, in cui, di arrancamento fisico che non coglie l’eventuale istupidimento mentale, ma socialmente tutti i nostri diritti, di noi vecchi sopravvissuti, sono intoccabili…

Ma siamo i saggi (e le sagge?) che intendono regolare la vita dei giovani che si propagano – sapendo noi che la progressione dell’età non è la propagazione delle creature, noi scemi destinati alla morte fisica consapevole che rifiutiamo – come fanno a sopportarci?

Nella speranza, forse, di sopravvivere come noi fino alla nostra età, e oltre.

Ci fosse – diomio – un accordo mondiale – occidentale – che assicuri una speciale convivenza tra noi vecchi pretenziosi di cure e di assistenze, che ci consenta, come liberi elementi mentali, un po’ esterni e prospettici, nei confronti dei terreni radicati e meno fantasiosi – che ci consenta convivenza pacifica e tollerante, con eventuali scambi intellettuali ( di dubbioso guadagno reciproco ) per un fine insensato che insceni: tutta la vita qui confitti, tutta senza prospettive, terrena, finita, nonostante.

(- Nonostante che?

–  Nonostante la mente pensi l’eterno e l’infinito.

–  Solo idee.
–  Appunto, e nonostante. )

 

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