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Su futuro, bontà, destino e non vivere

Max Ernst

di Franco Nova

IL FUTURO E’ UN DI PIU’
 
Troppo poco si vive,
miliardi d’anni alle spalle
e pure quando più non saremo.
Poter parlare senza cessa,
scorgere prati e monti,
stare giocosi con gli amici
mentre ti coglie l’amore.
Non più ci sono notti,
il Sole splende e ti sorride,
l’orizzonte è carezzevole e
mostra il futuro non mai noto.
In realtà si sta sognando
ma non tutto è irreale,
nel sonno anche fatti veri
e l’animo si arricchisce.
Avremo sorprese non liete,
non conosceremo però la noia,
si eleveranno nuove montagne
che la vita avvolgeranno.
Rendiamo dolce la memoria
lanciandoci sempre in avanti
per quanto si può nell’esistenza.
I ricordi crescono mentre
si accosta irrispettoso lo zero. 
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Su amore, illusioni, vita

di Franco Nova

AMORE, MA DISTRATTO
 
Il cane lupo mi copriva di ululati
per lui ebbri canti d’amore.
Avrei voluto farli anch’io e
dirigerli alla mia adorata,
tutta presa da altri pensieri
per nulla affatto a me rivolti.
Marcato è il sentiero verso lei;
non lo vede e meno ancora
nota la mia presenza in cammino
in quello spazio per me desolato.
Sarà sempre la donna amata, 
ma altri pensieri mi assilleranno
per nulla affatto ad essa rivolti.
Questo è l’amore di chi pensa
e lascia a lato tutti i sentimenti,
sempre ben nutriti e pur miseri.




LA VITA CREA FRAGORE
 
I tuoni inseguono sempre i lampi
ma restano decisamente indietro.
Eguale la mia sorte nell’inseguire
la donna uscita veloce da una porta
e salita sulla Ferrari di un danaroso.
Non fu poi difficile ritrovarla
pur con il dovuto ritardo; e lui
restò il vivido lampo ed io il tuono,
tanto fragore feci infatti per nulla.
Allontanai lei dal mio cuore,
la vittoriosa creava solo focherelli;
fui uno dei tanti e il lampo
mai s’accorse dei molteplici tuoni.
Ho imparato così ad amare e a
irridere i lampi che terrorizzano
creando a volte disastrosi incendi.
Pure in natura ci sono i presuntuosi
che godono della loro supremazia e
dell’incutere senza sosta la paura.
I tuoni segnalano il vicino piacere
da cui gli indifferenti si allontanano
mentre s’alzano gemiti d’amore

 
MAI ILLUDERSI
 
Quanti pensieri e illusioni
fanno schizzare i neuroni
di un cervello guizzante.
Sentieri sassosi sono davanti
e alla fine c’è un alto muro;
forse al di là continua la via
che ci condurrà ad una fossa.
Non ci s’intende con il destino
sempre a noi del tutto ignoto,
luci e ombre laggiù in fondo.
Nulla distinguiamo nel caos
che s’ordinerà imprevisto
per imporci le sue scelte
quasi sempre indesiderate.
Alla fine di una breve via
un gran groviglio di arbusti
e dietro la testa cascante del
vecchio che zoppica, incerto
sulla direzione da prendere
per godere della calma
cui noi tutti aspiriamo. 

 
SEMBRA VICINO, MA NON E’
 
Incerti rumori avvertono che vicino
sembra il piacere da  noi desiderato.
Gli amorfi e inutili nulla sanno e
sentono, non odono il grido d’amore.
I rumori così futili e prepotenti
vogliono deriderci per la speranza
d’incontrare tra le nuvole le
persone che furono per noi la vita.
Non ci hanno capiti; sappiamo
che non ci sono anime carezzanti,
l’amore paragoniamo non al rombo
bensì alla luce che penetra le nubi.
E’ la luce che irrompe da noi e
non la vedremmo senza il ricordo
di quelle giornate tempestose,
in cui stavamo uniti senza sosta.
Il tumulto della perfida tempesta
ci univa in una grande aureola,
che poi spariva mentre noi
restavamo come somma d’amore.
Ad ogni istante proviamo l’estasi
che ci potrà essere tolta solo
quando infine il Nulla ci coglierà.

Su illusioni e assenza di vera meta

Ben Shan

di Franco Nova

ANCHE L’ILLUSIONE E’ VITA
 
I sogni sono ora incubi tediosi
della nera fine di speranze lucenti,
che trapuntano una lunga fede
divenuta certezza di oscuri destini.
Non tutto è però disperazione
e smorta visione di un non futuro.
Un gruppo di piccini rumorosi
sta scuotendo una strana sonagliera
il cui suono è vero canto e
annuncia la prossima nascita
di una nuova era di gioia.
Non c’è speranza di questo futuro,
è semplice illusione infantile;
ma v’è sempre la felicità dei bimbi
e così riparte quel canto celestiale
che rende la vita un puro sogno
con la fantasia di una quiete
non più turbata in nessun dove.
 


PENSIAMO MALE DI NOI
 
Mi sono imbattuto sprovveduto
in un covo di infide vespe,
piacevole ronzio e pericoli temuti.
Le ho sterminate senza sapere come,
fu agevole come non immaginavo
e mai avvolto dai loro folti nugoli.
Ogni giorno punture velenose
sono pronte in ogni dove
nella società di finti amici.
La luce è più pericolosa del buio,
ci è però concesso l’inutile fare
e il piacevole pericolo dell’amore.
Continuiamo pure a vivere così
e muniamoci di occhiali neri
per ignorare le strade percorse,
ma leviamoceli se ci son nemici;
questo siamo noi, animali superiori.
Non si torna ormai indietro,
ma la nostra società non è eterna.
Sempre al mondo si nasce e poi
si cresce, si invecchia e si muore;
e così accadrà a noi stessi
che ci pensiamo tanto superiori.
Spariremo e se la Terra pensasse,
s’illuminerebbe come il Sole.



MAI UNA VERA META
 
Non due strade divergevano, ben tre
e non in un bosco ma nel cielo nuvoloso.
La terza s’apriva la via tra le nubi
non però giungendo al blu sognato.
La strada del desiderio era percorribile
pur non toccando la meta agognata
laggiù in fondo visibile come in sogno.
Le tappe intermedie sono ben ferme,
ci investono con tutta la loro realtà
fatta di mille sentieri intrecciati
in modo malizioso per non farci
capire dove infine ci porteranno.
Siamo in fondo lieti della vita com’è
perché mai giungeremo ad afferrare
l’effettiva portata dei nostri fallimenti.
Nemmeno i successi sono ben compresi
e così la vita non ci soddisfa in pieno,
ma di rado ci rende tanto disperati
da desiderarne l’inopportuna fine.
Manca soltanto la vera meta e
saremo sempre in mezzo al guado.  

Su nulla, sogno, desiderio, amare e non dimenticare

di Franco Nova

NON SI SAPRA’ PIU’ NULLA
 
Rosa, rosso e sempre più lo è,
sentieri blu venature del bosco
con alberi svettanti e nervosi.
Tra le foglie secche balenii
accerchiano i miei desideri,
tutt’uno con vecchi tronchi nodosi.
Mi è sempre nascosto il mare
di cui si ode il frangersi
delle onde nell’animo mio.
Il rumore si allea con la violenza,
ma si smorza e diventa sussurro
quando viene a me la Dea
di quell’Olimpo gioioso
che mi racconta solo fole,
cui si crede senza domande.
Poi se ne andrà con sorrisi e baci
e l’onda spumosa non più s’alzerà,
mentre durerà nel sonno profondo
la convinzione d’esistere
in compagnia d’una gran donna.
Nulla più si saprà nel sogno
della nostra vita ormai desolata.
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Sul senso dell’esserci

di Franco Nova

NON DURERA’
 
La vita è una lunga giostra
spesso per nulla divertente
e molti calci dati da dietro.
Sempre però si vola e
muta il vasto panorama,
a volte piano e noioso
o con alti monti e burroni.
Ci lamentiamo delle vicende,
ma vorremmo esistere
ben più di quanto assegnatoci.
Di questo Universo sterminato
la scienza ha mutato la visione
e preso coscienza della vastità;
ma il senso dell’esserci
con questa coscienza limitata
è affidato alla credenza
di un altro mondo ignoto
che sempre più svanisce
nella nostra mente malata.
L’Umanità senza più pensiero
vive ma priva di vera passione;
si entra e si esce da una stanza
senza chiedersi cosa facciamo.
Durerà ancora a lungo? 
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Su presente/futuro, vita e malinconia di Natale

di Franco Nova

PRESENTE E FUTURO INSIEME
 
Le campane suonano a distesa,
i sentimenti pure a scampanio.
Ogni ricordo, bello o brutto,
si risveglia e vibra senza sosta;
la vita troppo spesso appare
come una semplice parodia
di eventi invece dolorosi.
I più vicini e intensi
sollevano onde spumose,
ma pure quelli lontani
pretendono la loro rilevanza
nell’aver forgiato l’animo nostro.
I passi verso il prossimo futuro
rimbombano e coprono i suoni
ben più dolci di voci amiche.
Non ci arresteremo mai
malgrado ci sia la Perfida
che ci spia e si prepara.
Attendiamo e lavoriamo
per godere intanto ogni attimo. 
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Su sorpresa, ricordo e dolore

di Franco Nova

NESSUNA SORPRESA
 
Si vedono lampi laggiù in fondo,
fanno il paio con le nere ombre
di nemici velenosi muniti di spada
che bloccano l’accesso agli antenati.
La vita che ci fu tanto benigna
va cancellata e dimenticata perché
potremmo risorgere e ritornare con
dura lezione per chi dava dolore
alle persone a noi più care.
Sempre a noi vicine e pronte
a scivolare tra le nostre coltri
con lunghe carezze e canti
la cui gioia mai più risentiremo.
Accadrà una sola volta l’anno
e non perderemo l’incredibile


 
NON CI SARANNO RICORDI
 
Piove a dirotto, tutto è bagnato,
le gocce luccicano immobili e
offuscano i bei ricordi lontani,
mentre i vicini scuotono l’animo
e si fanno beffe della tenerezza.
Timidamente spuntano i cari morti
e ci guastano ogni attesa serenità
sempre pieni di affettuosa tenerezza,
ricordandoci la nostra prossimità.
State lontani, non vi vedremo mai,
siete solo pensieri tanto amari
di ciò che precipiterà nel nulla

 
SEMPRE C’E’ IL DOLORE
 
Volano alti gli aquiloni
assieme ai miei pensieri
mentre luci si vedono lontane
come la felicità che fu.
Nel mio animo alte onde
travolgono il desiderio
di fermarsi ad ammirare
gli alberi sussurranti verità
ormai da sempre ben note.
Andrò incontro all’avvenire
solcato dalle falci di Luna 
che sprigionano l’impulso
di raggiungerle e torcerle.
Nulla di tutto questo avverrà,
saremo catturati dall’amore
per sirene di mala musicalità.
Ci porteranno davanti alla porta
di un orizzonte ben oscuro;
il cervello sarà tramortito e
il dolore non più ricordato,
ma ancor presente e non domo
 



Su amor platonico, tristezza, illusione e immaginazione

di Franco Nova

AMOR PLATONICO, AMORE SENZA CORPO
 
Potente è l’amore senza sesso,
il sentimento trabocca dal cuore
e mai concupisce altre parti.
Amore dell’anima senza frenesia,
si stende sereno oltre il corpo.
La pace è infinita e la gioia alta,
ma un’anima è in campo capace
di difesa dalla carne senza esitare.
Non vi può essere lontananza,
superficiale leggerezza dell’animo,
disattenzione colpevole del sentito,
ridotto a semplice compromesso
rispetto a quello coinvolto dai sensi.
Pure questo è necessario all’umano
ed è calice ben colmo di ebbrezza;
ma c’è scelta e scelta, ognuna lecita,
bisogna accettare o l’una o l’altra
e che la nostra condotta sia esaltata
dai bisogni diversi sentiti dall’Uomo


NIENTE TRISTEZZA, CON L'INGANNO
 
Passano gli anni struggenti di desiderio
della giovinezza e sfumano i ricordi
dai colori accesi in opaca tonalità.
Le passioni dalla violenza esasperata
si placano rifugiandosi nell’amarezza.
L’animo si piega, si rifugia in se stesso
a difesa dei sogni di un tempo passato.
Voltarsi e pensare a quei desideri,
alle convinzioni di un futuro gaudente.
Ma ciò che balza ora in mente
è reale o è densa immaginazione
per crearci sogni giovanili
di goduto successo e voluttà?
Non importa, la vita è ben trascorsa
e se non fu veramente così,
è stato giusto pensarla gioiosa.
Non poniamoci scrupoli di verità,
l’autoinganno ci renderà sempre gai. 


ILLUSIONE, QUANTO BENE FAI
 
Gli anni passano inesorabili,
trascorrono più velocemente.
Presto invecchia chi ha paura
dell’età matura e si aggrappa
alla magica prima giovinezza.
La vorrebbe tenere vicina
con la sua irresponsabilità,
con le sue scoperte infantili
creatrici di uno stato d’estasi.
I sogni sono sempre intatti
annullando ogni tendenza
alla sola individualità.
Nel momento più delicato
si rompe imprevisto l’incanto,
ogni cosa mostra il lato amaro.
E’ l’ora della responsabilità,
il candore è solo apparenza
e ogni illusione di fratellanza
giunge alla sua misera fine.
L’amore ci ridà vita
come un dolce sogno.
Dobbiamo accettare il vero,
non rinunciando a momenti
di sincero calore umano;
sarà ancora un’illusione
ma ci renderà sereni e vitali.


NON SI TORNA INDIETRO
 
Lunghi soggiorni in campagna
per noi vecchi dai ritmi lenti,
i giovani e specie le fanciulle
immersi in diversi ritmi cittadini.
Malinconica la nostra lontananza
ben nutrita dal vivo affetto
di chi sente che è quello ultimo.
Si spera in eventi speciali ma
ciò che scalda l’animo giovane
non è sentito da noi vegliardi.
Si chiede alla Luna di intervenire
perché il Sole è troppo bruciante;
l’animo del giovane è solare
e l’astro notturno ci rende lontani.
Gli ultimi anni sono delusione,
si scopre la vicinanza tra maturi
e il mondo umano si divide,
l’accordo diventa stretto tra
chi è prossimo al mondo ignoto.
Esplode il pieno plenilunio e
noi scaliamo le alte montagne
per giungere alla comprensione
d’ogni legame tra vivi e morti


VIVIAMO IMMAGINANDO
 
Più viviamo più siamo fortunati,
ma i cari amici e le persone amate
se ne vanno e si fanno ancora vivi
scalpitando per indurci al dolore.
Troviamo nel mondo altre persone
che danno tepore e sonnolenza
e pure scampoli di amicizia;
stringiamo i denti e sorridiamo
perché è ormai tutto il possibile.
Rassegniamoci dunque, i nostri cari
mai più li troveremo, li pensiamo
finché saremo ancora qui e
poi spariranno insieme a noi.   


IMMAGINIAMO LA NOSTRA VITA
 
Quante bugie, tanto desiderate,
la vita diventa un bel sogno
e non certo ad occhi aperti.
Mille amori vengono raccontati
con particolari mai vissuti
che la memoria rende vivi,
incoronati da gradite invenzioni.
Il cervello vela il benessere
di rosa e d’ogni altro colore;
e così conduce il cuore felice
a battere per ricordi fantasma.
Non chiediamoci se è vero
il nostro così gioioso passato.
Il nostro stato d’animo oggi
è certo sentito e non reale,
ma vogliamo nutrirci di disagi
o darci ai ricordi sognati
che sanano ogni ferita?
La risposta è univoca e
ce la daremo senza rimorsi:
la vita che non è un incanto,
lo sarà per chi sa immaginare 

Su realismo, malinconia e vittoria dei ragionevoli

«I tre chirurghi» (1926) di Ubaldo Oppi © Museo Civico di Palazzo Chiericati, Vicenza

di Franco Nova

REALISMO, NIENTE UTOPIA
 
Quanta gente s’immola per la causa
o soltanto sociale o pure religiosa;
merita rispetto, non ammirazione
non avendo capito il vero fine
per cui si batte con veemenza.
Si deve conquistare il potere
per puntare sia a mete elevate,
più spesso a ben bassi interessi.
La lotta è di duro impegno e
può chiedere il supremo sacrificio.
Tutti meritano un’alta pietà
per i loro sforzi mai a risparmio
e credendo nell’indubbia vittoria.
La delusione è spesso rapida
o si crede al pieno risultato.
Le finalità alte decadono infine,
il mondo muta non come sperato.
Ci si accontenti di quanto ottenuto,
il realismo è il nostro successo.
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Su presunzione, vivere alla fine e ricordi

di Franco Nova

SENZA PIU’ PRESUNZIONE
 
Nubi dense piovono onde d’azzurro
e dipingono sulla Terra tutto il male
degli ultimi tempi di orrore umano.
Anche i sentimenti sono inutilità
e tronfi di forme abbondanti;
in difficoltà ad ogni vicinanza
di grossi cumuli che li assorbono
nella forma più accattivante,
fissandoli nell’inconsistenza
pur essendo nobili nell’eleganza
senza senso di tutti i fasulli.
Presto la coltre della vita umana
diverrà fitta nebbia e nulla si vedrà.
La Terra sarà allora un pianeta reale
che gira gira senza più presunzione
di una falsa diversità, solo esaltata
da cantori un tempo veri creatori,
oggi come insetti immersi nella sabbia
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