di Franco Nova
Ieri sera, dopo tanti anni, tagliandomi i peluzzi dal naso, mi sono ferito dentro e per mezzora sono uscite goccioline di sangue. Ognuna che usciva, mi salutava e si scusava del fastidio procuratomi. Dopo pochi minuti di questa solfa ne avevo piene le balle e ho detto loro di lasciarmi in pace. Lo hanno fatto, dimostrandosi più gentili di me; ma hanno ricominciato i loro riti di scuse con il naso, il quale ha iniziato a gonfiarsi per l’irritazione.E ovviamente, poiché sono sempre il refugium peccatorum di ogni seccatura che mi provoca ‘sto corpo ingombrante, il naso ha cominciato a dolersi (dolendomi) con me. Mi ha redarguito perché non so tagliarmi i peluzzi. Piccato, gli ho risposto che lo facesse allora lui, visto che è tanto bravo. Mamma mia, ne è sortito un battibecco di almeno un quarto d’ora. In conclusione, mi ha detto che mi ero servito di una scema di forbicina, che ormai non sa più tagliare perché vecchia; e per di più metteva in dubbio che fosse mai stata bella, nemmeno da giovane.
Cosa potevo fare? Ho preso la forbicina e gli ho fatto vedere che era graziosa e non proprio vecchia; potremmo definirla di mezza età o anche un po’ meno. Ho subito notato che il naso, da come ha smesso di brontolare, ha avuto una certa “predisposizione” per il tagliente oggetto. Solo che si è gonfiato ancor di più per farsi bello e forte, e ha cominciato a dialogare con la nuova conoscenza nel mentre io ero stanco e voglioso di riposo. E hanno iniziato a sparlare di me. La sfrontata ha sostenuto che avevo la mano tremante ed ero un sostanziale inetto; il naso, per ingraziarsela, diceva sì sì e rincarava la dose. Ho cominciato con il tentare di spiegare alla disgraziata che almeno da vent’anni non mi procuravo più tagli; e anche lei avevo usato almeno 50 volte negli ultimi 4-5 anni. Faceva l’irridente, apriva le due lame e si faceva aiutare dal naso per cercare di farmi il ben noto gesto del marameo.
Ad un certo punto, poiché non potevo certo staccarmi il naso, ho afferrato la stronzetta e l’ho ricacciata nel cassetto del comodino, coprendola di insulti. Figurati allora il naso, ormai stracotto di quella scemarella. Ha sobillato le venuzze tagliate e quelle hanno cominciato a sprizzare nuovamente sangue. Ero fuori di me dalla rabbia. Una rivolta in pieno genere. Ho ordinato ai miei gendarmi, le mani, di reprimere quella stupida levata di scudi. Quelle, mai intelligenti neanche se le inondi di fosforo, mi hanno guardato con aria stolida e priva di sollecita obbedienza, dicendomi che non sapevano che cosa dovessero fare per assolvere quel compito. Ero una iena e ho sibilato che erano stupide come tutte le mani del mondo, anzi più delle altre; lì vicino c’era il fazzoletto, lo prendessero e premessero sulle venuzze e sul naso.
Assonnate hanno tastato un po’ in qua e un po’ in là sul letto vicino e infine hanno preso il fazzoletto. Come hanno premuto e questo si è un po’ macchiato di rosso, ha cominciato pure lui a rognare e protestare, a dirmi se ero matto a sporcarlo così, che aveva un appuntamento il giorno dopo: non ho capito bene con chi, se un altro fazzoletto o una sciarpetta di seta. Basta, mi sono detto, adesso li sistemo tutti! Ho preso il fazzoletto e l’ho sbattuto nella sacca della roba da lavare. Mi sono alzato, sono corso in corridoio, ho perso poco tempo a frugare nel comò dove ho trovato il cotone emostatico. Ho preso un batuffolino e l’ho infilato nella narice gocciolante. Ho sentito, con un piacere che mi ha allungato la vita, l’urlo straziante delle venuzze costrette a stagnare il sangue mentre la pelle si richiudeva su di loro.
Sono andato poi allo specchio e ho guardato feroce il naso prendendo la spugna d’acqua gelida che a lui dispiace tanto. Non c’era bisogno di parole; la mia faccia e la spugna bella rigonfia, con l’acqua che usciva ridendo e tutta pronta a scagliarsi sul nemico, parlavano per me! Allo specchio ho anche visto il batuffolino di cotone che sorrideva – finalmente un amico ed un simpaticone! – e mi strizzava l’occhio. Gli ho detto: “bravo, ce l’hai fatta e con questo ce l’ho fatta anch’io”. Ho dato un ultimo sguardo di disprezzo e di antipatia al naso e mi sono infilato sotto le coperte. Finalmente! L’ordine regnava di nuovo, il silenzio era rassicurante. Non ho però dormito se non dopo un’altra ora almeno. Ma quello lo so; il sonno è un chiacchierone e si attarda a discutere. Tuttavia lo fa con una certa intelligenza; per cui lo sopporto e dibatto con lui su molte questioni. In genere inutili, ma sempre avvincenti. E poi, non si può avere tutto nella vita: l’ordine e anche dormire! Accettiamo uno dei due.
Eccezionale! ,,,,certamente…ma poi alla fine si dorme. Il sonno Re della vita quando decide di prenderti ti prende , sfacciatamente sa che qual è il tuo vero bisogno e vince ogni battaglia. Il risveglio è la sua gloria.
…dopo la lettura di quest’ “odorosissimo” pezzo, nel senso di essenza intensa letteraria, bisognerebbe essere dei grandissimi critici letterari per poterne descrivere, più precisamente, due aspetti in modo da valorizzare ancor piu questo breve racconto di Nova, che si aggiunge ma anche distingue a un filone lungo lungo lunghissimo come il naso immaginario di un fiume sul volto dalla fronte delle montagne al mento del mare. Dicevo dei due aspetti ed è meglio togliere di mezzo la mia fragile prosa poetica.
Il primo: da una parte le tradizioni messe in campo dal”autore , visto che questo pezzo del corpo è parecchio presente dalla effe dei primi filosofi come Eraclito (frammento dei frammenti:Se tutte le cose andassero in fumo, il naso le distinguerebbe.) a quella stessa effe fino alle favole. Dalle mille e una notte al Naso che scappa di Rodari. E poi il naso nei racconti, di cui a me quello più caro è ovviamente il Pinocchio (escludendo però le sue interpretazioni alla Benigni). Ma ragionatamente, dopo la mia infanzia, il naso partorito dalla famosa mantella(o cappotto) di tutti noi (Fëdor Dostoevskij cit.), pertanto il Naso di Nikolaj Vasil’evič Gogol’. Molto più distanti da questo di Nova, si pongono, pur parlando di nasi, si pongono ,sebbene dall’opposto delle cause dell’olfatto (generate dal più che gustoso o, al contrario, del più che fetido) ad esempio Süskind e Gadda . Forse il secondo, vista la disgiunzione, tuttavia non tanto del naso antagonista di Nova, ma del naso dall’anima, e vista però la satira e il grottesco messi in gioco da entrambi, rende meno lontano a Nova il naso di Gadda.
Non continuo sotto questo aspetto perché dovrei essere in grado di fare un’enciclopedia sul naso e la filosofia, sula naso e le favole, sul naso e ogni sua metamorfosi
…..
Il secondo aspetto. Ogni parte, carne o cosa che sia ( peli o forbicine, cotone o specchio), è animata esattamente come le mille e infinite maschere usate a teatro ( Aristofane a oggi) , nel carnevale ( solo appiccicate al naso, o parte dell’intero volto mascherato) ma soprattutto nella vita di tutti i giorni, di cui Nova coglie nel racconto surreale, e dunque iperreale, le trasformazioni materiali e immateriali, del corpo e dell’anima, senza mettere in campo alcuna proprietà diretta dell’apparato in questione. Gli odori, per lo più tutti mischiati, si guardano, si lasciano guardare e ascoltare. E sono odori di supremazia del conflitto sia interno che esterno, sia della propria stessa carne che delle alleanze contro la stessa , realizzata dalla “complicità” di pezzi interni ed esterni, utili a rappresentare il nemico in noi, prima che fuori, dentro. In questa supremazia e vittoria del singolo atomo sull’altro atomo della stessa carne , compaiono anche le mani che più che la funzione di una carezza come nell’occhiolino del cotone, sono il potere e il potere di sollevarne , per picchiare giù duro, anche a distanza, con un semplice clic, come le mani appoggiate su una tastiera, per un sistema di polizia e guerra permamente. Quanti i modi per uccidere i nasi o ,diversamente detti , i portatori delle narici così chiamate per gli uomini. Da una mitragliata sul web o fessbuc, a un bottone per un drone, il passo è a un palmo di naso, come il naso degli stessi peli prima della stessa forbicina. Tutta una trama, quale sei nella tua carne, che ti si rivolta contro, tranne qualche buon fiuto nel cotone di uno sguardo ad occhiolino e rimane, anche se si fa il prezioso, un sonno della non ragione, un riposo del guerriero che auguro a Nova ricco di sogni nei pisolini quotidiani, notturni ma anche pomeridiani, che sono i migliori. Fertili per altri nasi e altri racconti.
…anche a me è piaciuto molto questo divertente quanto angosciante racconto di Franco Nova e ringrazio Ro per tutti i richiami letterari sul personaggio-naso, da non sottovalutare proprio…L’autore sembra suggerirci come tenere a bada un esercito di indisciplinati esserucci tutti facenti capo a quel vero monumento del proprio naso, i quali dovrebero disporsi , se non in gerarchia, in sinergia per il buon fine dell’ordine.
Chissà perchè, il racconto di F. Nova mi ha richiamato quello di Achille, la tartaruga e lo spazio…lo spazio tra noi e noi che si allunga, in un ordine infinitesimale, all’infinito, sicchè diventa difficile incontrarsi, nonostante le corse piu’ pazzesche e ci si sente scollati (dal naso?)…Del resto dare una voce a tutti, proprio a tutti, è democratico, ma puo’ avere un costo
Gentile e carissima Annamaria, mi piacerebbe avere una vena di farsa, ma nel nostro caso senza arrivare all’autogrottesco, per dirti quanto rapida (come mio solito, di cascata o getto) sono stata, dimenticandomi un infinito di nasi; quindi dovrei dirti: grazie grazie, e tu dovresti dirmi: prego prego e finiremo come in una scena stile Totò , prima lei, no prima lei, no e no prima lei…fino a dare una craniata contemporaneamente schiacciando i nostri due bei nasini
🙂
scherzetti a parte, tu sei andata più a cuore di me, senza fronzoli e ornamenti, ricordi olfattivi letterari o altre ciance, al cuore del tutti contro tutti, dal piano personale o individuale fino a quello piu plurale…che si tratti di un corpo come singolo, o di un insieme di corpi, siamo sempre lì, alla favola sul gioco di chi vuole fare il capo, e il naso non per niente si trova dove si trova…il che politicamente non significa solo che la mitica democrazia è un abbaglio bello e buono, impossibile dare ai voce dai peletti uno a uno, o dalle ciglia o addirittura alle mani, ma anche che questo tutti contro tutti è una favolosa leva, il cui fiuto, per ora, nella storia dei nasi o dei corpi della piu grande Storia, è diventata la vera e unica legge dei piu forti sui piu deboli, chiamale diversamente cupole legalizzate, chiamali guardiani del mondo, chiamali come vuoi, ma cio che hai detto tu è molto piu sacrosanto.
Per giunta nella rapida del mio scritto, mancano tantissimi altri riferimenti, fra cui quelli cinematografici. SUBLIMI. come non dimenticare un racconto di Buzzati e il grandissimo Fischio al naso di Tognazzi con Tognazzi?
E poi altri film , sempre” gogoleggianti”, non nel senso di google, sono pieni zeppi di storia tragicomiche fino al grottesco ispirate a perdite e ricerche del naso …
ma ti concludo con il naso più poeta fra i poeti; generoso scrittore di lettere scambiate per un altro, nonché nella storia di due secoli addietro, oltre che grande duellante, anticipatore della mia cara compagna fantascienza…è lui, il naso di Cyrano. Fu leggendo Rostand che mio padre acchiappò il suo naso per ricordarlo nel caso in cui si fosse sposato e avesse avuto una figlia. Tolse solo una esse, non voleva che mi si confondesse con una delle poche caramelle rispetto alle centinaia che scovarono dopo poco…
un abbraccio forte dicendoci forte forte, quasi a ritmo cantando, senza paura di essere scambiati per esaltati nazi fascistoni…
FORZA NOVA!!!!
🙂
ps
…che poi possiamo dirci anche supernova tutta calda, senza essere scambiati per un improvviso bollore in subbuglio di certe parti del corpo in lieve o decisa protuberanza come appunto il naso
http://it.wikipedia.org/wiki/Supernova
la lotta col corpo a pezzi, invece che con gli io sommersi, è davvero divertente: sono lì, il naso e le mani, le forbici esterne… e perfino il sonno, che tutti sanno arriva da fuori ed è forse un amico e forse anche no
mi è piaciuta subito, patafisica? ride all’inconscio? o tristemente considera, come è ormai sempre più probabile, che le profondità misteriose e spirituali siano solo pezzi, parti, di un corpo sempre più estraneo e indipendente dalla nostra coscienza separata?
… separata ma padronale!