Su insicurezza e volubilità, restare due, ricordare contro la morte, fine vicina

di Franco Nova

INSICUREZZA E VOLUBILITA’

Quante incertezze mi affollano
e vorrebbero dialogare con me
per rendermi tetro e insicuro,
pronto ad accettare quei voleri
che spingono alla rabbia inconsulta.
Guardo dal terrazzo il borgo,
oggi bagnato e tutto sporco per
la tempesta abbattutasi di colpo,
vera gemella dei miei scompensi.
Il cielo s’è però rasserenato
mentre io resto fosco e pronto
ad agire contro il prossimo,
incolpevole del mio mal d’animo.
Mi calmerò domani, ben velenoso,
accettando il sentiero del destino,
mai diretto a una meta precisa,
volubile e danzante di qua e di là.
Non mi presterò più ai suoi giochi,
lo tratterò con il dovuto disprezzo
e ogni malessere sarà inviato
altrove, dove non più lo sentirò.
RESTARE DUE, LA VERA UNITA’

Quella donna è veramente unica,
come per tutti c’è amor proprio
ma prevale l’attenzione verso l’altro.
Il suo amore scalda l’animo dell’amato,
la proiezione verso di lui è completa
mentre non bada più a se stessa.
Non si può che ricambiare l’amore
penetrandovi fino alla radice,
non mai però essendo uno solo
così facilitando il duplice dubbio,
mentre essere due lo caccia via.
Il mondo è amico e nemico insieme,
ci si deve proteggere da due lati 
e il pericolo è vinto rapidamente.
I sentimenti hanno tonalità diverse,
sono uniti ma restano due insieme
e così s’arricchiscono entrambi,
giungendo all’armonia più alta
definitiva sconfitta dell’esser soli. 



RICORDIAMO SEMPRE, CONTRO LA MORTE
 
Quando muoiono dolcezza e bellezza
muore un mondo intero e il dolore erompe.
Se ciò accade nessuna priorità esiste,
essere umano o animale che scompare
portano via la stessa fetta d’amore.
Nel cielo si ha una pioggia di stelle,
ma le nubi insensibili la nascondono.
Non i nostri occhi e invece l’animo
la vede e si commuove nel profondo,
accettando dolore e smarrimento.
Reagiamo decisi agli intenti della Morte
vile e spregevole, che vorrebbe
annullare quanto invece conserveremo:
l’amore per gli scomparsi rammentando
ogni loro atto ormai immerso in noi.
Vivremo il costante ricordo doloroso
d’ogni momento del nostro rapporto
con l’infinito amore di ciò che fu.
Spariremo anche noi, ma altri sorgeranno.



LA FINE E’ VICINA, SIA LA MENO DOLOROSA
 
La serata è tutt’uno con la tristezza e
questa manifesta una superbia estrema
e fa da padrona del mio sentire.
Non le bado perché i miei pensieri
vanno già alla deriva senza sosta.
Ho bisogno di una donna ricca d’affetto,
che mi circondi di specchi ondulati
privi delle immagini di vecchiezza
mentre rendono luminosi gli eventi vitali.
La fossa scavata è a portata di mano;
e posso allora gettarle dentro terra
ad ampie manciate per coprire le
vicende troppo grevi di sofferenze e
ritardare il prossimo arrivo di me stesso.
Se trovassi qualcuna a gettare terra con me,
il momento fatale sarebbe certo migliore.
La persona può essere giusta o sbagliata,
ti viene comunque a fianco e spinge:
verso l’acqua chiara dell’affetto o
sulla fanghiglia che la copre di schifo.
Lo sapremo domani, non oggi mentre
siamo colmi di dubbi, non di speranze


4 pensieri su “Su insicurezza e volubilità, restare due, ricordare contro la morte, fine vicina

  1. “il mal d’animo”, sconvolto da una sorta di tornado, come per la crisi climatica che stiamo vivendo con i tanti fenomeni estremi, cosi’ mi sono parse le numerose poesie di Franco Nova…Significative per la presenza di un vento, fuori controllo, che devasta e, nello stesso tempo, solleva dubbi interrogativi, squarcia certezze, prospetta nuovi cammini…Queste ultime, in particolare, in cui “il mal d’animo” sembra approdare ad una precaria quiete, come dopo la tempesta, mi sono piaciute…Si allontana l’odio, si ridà valore a persone e ricordi del passato, si giunge ad accettare uno stato di solitudine, dove pero’ si vageggia ancora la possibilità di essere in due, come sollievo reciproco, ad affrontare la vita, anche solo come miraggio…Il destino mortale non è semplice affrontare, si dichiara battaglia, ma tant’è…Un aspetto molto umano, ma ancora fortunati chi, come noi, trova le circostanze e il tempo per rifletterci…

    1. le prime 2 poesie sono una unità: l’estraneo che abita l’autore e lo tiene sotto ricatto può essere lasciato solo se un vero altro arriva come alleato, se un vero due soppianta il doppio interiore.
      lo stesso motivo, del doppio interiore (qui l’amore verso il passato) versus una amica che aiuta a rallentare/preparare la morte.

  2. Sto pubblicando, finora senza commentare, questo che a me pare un diario di pensieri estremi sulla vita, il mondo, e i sentimenti dal punto di vista di un Vecchio che fa un bilancio di quel che ha pensato e provato. Quasi per temi ricorrenti. (Avverto che i i titoli raggruppanti le composizioni sono miei). E sdoppiandosi: a volte rivolgendosi a se stesso; altre a ignoti. Suggerimenti, avvertenze e raccomandazioni tendono alla pacatezza ma, pur costringendosi a una versificazione vicinissima alla prosa, evocano di colpo tempeste appassionate e irrisolte. Insistente torna il tema dell’amore e del vagheggiamento della Donna, come immagine rassicurante che difenderebbe dalla Morte.

  3. Tutte belle composizioni, ma se mi permetti un’ opinione/consiglio, per la loro cadenza piana e riflessiva, a mio avviso chiedono di essere tradotte in prosodia. Cambia solo la scansione perché il ritmo prosodico è già al loro interno. Per lo meno io lo avverto . Molto profonda la prima composizione

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