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Gabriel Celaya: la poesia è un’arma carica di futuro

Gabriel_Celaya

di Alessandro Scuro

Interessato in gioventù alle sperimentazioni formali e alle elucubrazioni oniriche dell’arte per l’arte, come la maggior parte dei suoi coetanei, Gabriel Celaya fu tra i molti che in seguito agli eventi del 18 luglio del 1936 trovarono inadeguati quei versi raffinati, colpevoli quegli artifici indifferenti ad una realtà che non poteva più essere ignorata senza complicità. I poeti in erba degli anni precedenti alla guerra, inevitabilmente influenzati dalla Generación del 27, si ritrovarono a vivere il dilemma maireniano, travolti da una barbarie che la ragione non poteva sopportare. La morte, l’esilio e il silenzio rassegnato al quale la censura e la repressione fascista avevano costretto i superstiti, lasciava quei giovani orfani della maggior parte dei propri riferimenti. Impossibile per loro mostrarsi docili verso l’ordine immutabile delle cose, dopo aver visto stravolgere con i propri occhi speranze e possibilità, soffocate dalla tradizione più nefasta. Continua la lettura di Gabriel Celaya: la poesia è un’arma carica di futuro

Federico Garcia Lorca. Il poeta alla guerra

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di Alessandro Scuro

A FIOR DI TEMPO (3)

Il dibattito che occupò la Spagna intellettuale ed artistica nei primi decenni del Novecento è normalmente stigmatizzato nell’opposizione tra i “vecchi” della Generación del 98 e i “giovani di quella del 1927, nonostante entrambi i gruppi siano stati estremamente eterogenei per età e varietà d’espressione, oltre che di idee. Continua la lettura di Federico Garcia Lorca. Il poeta alla guerra