Due poesie di una ricerca in corso

di Franco Nova

SOGNARE E REALIZZARE
 
Siamo pazienti nel nostro sognare
che aiuta a dimenticare il dolore.
Non sempre però la vita manca
di eventi che ci rendono gioiosi;
ce ne sono invece una gran folla
e ognuno vuol essere il migliore.
Dobbiamo selezionarli e ordinarli,
sfumandone una buona parte e
innalzandone alcuni al vertice di
una felicità, che assopirà dolce
ogni reale angoscia passata.
Verrà alla fine il momento in cui
non avremo più sensazioni e
ci immergeremo nella realtà
di un nostro divenire polvere.
Non sentiremo più nulla e altri
penseranno per noi e a noi.
Ma fino a quel fatale momento
teniamo ben conto che il sogno
non annienta nulla di reale,
rafforza invece il nostro agire
dirigendolo a finalità più alte
della miseria che altrimenti
diverrebbe la nostra vita.
Sogniamo ma sempre vigili,
con spirito e mente aperti
ad ogni possibile sorpresa.


 
IL RETROPENSIERO
 
Quando la mente è scarica
premono sulla nuca strani cerchi,
ben evitando il contatto cerebrale.
Sono i cosiddetti retropensieri
perché chi non usa il cervello
crede di potersi immergere in
profondità sconosciute dai più;
e lo sono in quanto vero nulla.
Una massa di sciocchi viventi
si spaventa e s’arrovella per
rendere omaggio ai retropensanti,
per timore di finire nel baratro
dove già abitano dalla nascita.
I retropensieri restano nella nuca
e chi crede d’averli nel cervello  
diviene egli stesso solo nulla.
Noi siamo in fondo fortunati;
ignoriamo chi non usa il cervello,
viviamo e pensiamo il reale. 

7 pensieri su “Due poesie di una ricerca in corso

  1. Poesie a mattonella, compatte, con parecchi endecasillabi ma non solo. In particolare noto che i singoli versi, tranne pochissime eccezioni, sono porzioni sintattiche del discorso, frasi autoconsistenti che svolgono un passo alla volta il ragionamento.
    Di cui non mi interessa la verità della tesi, non pertinente alla struttura poetica. Tuttavia la severità formale, visiva, dei componimenti risponde bene all’austera tematica proposta. E questo è lo specifico della poesia: unità inscindibile di forma e messaggio.

  2. Le poesie di Franco Nova, queste ultime soprattuto, mi sembrano riflessioni in versi sul tema del sogno e del suo rapporto con la ragione per l’essere un amano…Un argomento che mi interessa. Accolgo in pieno i chiarimenti di Rita Simonitto in un commento precedente, in cui definisce il sogno, sia ad occhi chiusi nel sonno che ad occhi aperti, se non trascende in illusione, un ancoraggio nella nostra realtà piu’ profonda, sia individuale che collettiva…Un’esperienza che ha una “vista” piu’ lungimirante rispetto alla mera ragione ferma solo al qui e ora…Mi conforta infatti pensare che nella realtà disastrata intorno a noi accanto alla potenza del male, vittime pianeta e una moltitudine di esseri viventi, esiste la “banalità del bene” che va rintracciato e riconosciuto per farlo esplodere come “potenza del bene”…Un’espressione di Ezio Partesana in un precedente commento, che mi ha sollecitato a ragionare e che trovo carica di speranza…Quella speranza che necessita dell’apporto e della forza del sogno…
    Devo dire che dell’ultima poesia: “Il retropensiero”, non afferro il significato e considero poco pertinente con il discorso complessivo…

  3. La realtà nasce spesso da un sogno.
    In poesia in un sogno nasce spesso la realtà.
    Non chiediamoci il perché, i poeti lo sanno.
    Rispondere a tutti coloro che chiedono di capire sarebbe come uccidere non solo la poesia ma anche il poeta.

  4. @ Emilia Banfi

    Leggo una poesia ( o sto davanti a un’opera d’arte). L’ammiro. (Oggi si direbbe: metto il mio like). E stop? Se rileggo, se mi faccio delle domande (di ogni tipo), se tento di trovare delle risposte, se ci torno su a distanza di anni e ancora la rileggo e mi faccio altre domande e tento altre risposte, sì, per capire – che in fondo questo è quello che si fa anche quando mi trovo davanti ad un cibo nuovo ( a meno di non inghiottirlo e basta) – vuol dire che uccido “non solo la poesia ma anche il poeta”?

    P.s.
    Così la pensavi – la pensavate ai tempi del laboratorio moltinpoesia? Ah, ecco.

    1. Io parlavo di sogno e realtà.
      Come viene tramutata in sogno la realtà potrebbe essere semplice, basta leggere la poesia. Perché fermarsi lì ? Perché il poeta ha i suoi demoni, i suoi desideri, le sue fantasie…. Non dimentichiamo anche che l’analisi di una poesia si può fare eccome, ma non puoi cambiare né capire fino in fondo perché il poeta si è espresso in quella maniera.
      Cosa vogliamo sapere di più?
      Studiare il poeta, la sua vita, entraiamoci pure ma in punta di piedi.
      Così dopo tanti anni ho capito.

  5. sono due argomenti importanti ma distinti, secondo me:
    quanta e quale ( visione di) realtà sta nel sogno e viceversa?…
    Genericamente, nella lettura critica della scrittura poetica, in quale misura far emergere il sogno della realtà e la realtà nel sogno?
    L’autore presentato da Donato Salzarulo recentemete mi sembrava rispondere al quesito sulla poesia: chiedeva di leggerne il contenuto e la forma…Riguardo al primo punto, facendo emergere una rete, il piu’ possibile ampia, di significati e contesti soggettivi e collettivi, valori, e quindi fini, etici ed estetici, riguardo alla seconda, la forma, analizzando la particolare costruzione linguistica e ritmica.
    Quello che ho tratenuto perchè non ho potuto rileggerlo…

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