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Su “I turbamenti del giovane Törless”

di  Davide Morelli

Omen nomen, nel nome un destino: Törless significa letteralmente “senza porta”, perciò da intendersi qui come chiuso, introverso. Prima di tutto una curiosità: alcuni traducono il titolo di questa opera  “I turbamenti del giovane Torless” ed altri “I turbamenti dell’allievo Törless”. In questo romanzo di esordio di Musil, in parte autobiografico e pubblicato nel 1906, vengono descritte le esperienze di un allievo sedicenne, proveniente dalla buona borghesia, in un esclusivo collegio militare austro-ungarico. È un romanzo sia di formazione che psicologico. Descrive minuziosamente la crisi esistenziale del ragazzo. Continua la lettura di Su “I turbamenti del giovane Törless”

Per ricordare Angelo Maria Ripellino

 

Raccolgo l’invito di Antonio Sagredo a ricordare  A. M. Ripellino (1923-1978), del quale il 21 aprile ricorre il 40° anniversario della morte. E propongo alcune sue poesie che ho tratto dai blog Poetarum silva e Carteggi letterari , Camera, una poesia dello stesso Sagredo che rammemora la Praga del Seicento e, infine, un magistrale saggio del 1974 scritto dal troppo dimenticato Cesare Cases, che rifletteva in modi critici proprio  sul fondamentale e famoso  Praga magica di  Ripellino uscito nel 1973. [E. A.] Continua la lettura di Per ricordare Angelo Maria Ripellino

Attilio Mangano nel mio diario (1- 5)

Mangano 2

di Ennio Abate

La sua anima si era avvicinata a quella regione dove abita l'immensa schiera dei morti. Era consapevole della loro esistenza aerea e incorporea, ma non poteva afferrarla. La sua stessa identità svaniva in un grigio mondo impalpabile: lo stesso solido mondo, in cui questi morti avevano operato e vissuto, si dissolveva e svaniva.

 (James Joyce, I morti, in Dubliners)

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Li Yu e il tempo (della vita)

Lu hsun

di Giulio Toffoli

I tag (parole chiave) che ho segnalato per questo post indicano i temi principali su cui questo apologo dialogante dal tono brechtiano di Toffoli si sofferma. Il confronto in modi espliciti, pacati ma anche polemici («la vita viene risolta in un puro atto di memorizzazione individuale, viene vista come liberata di ogni sua asperità, da ogni contraddizione e si risolve in una vera e propria rarefazione degli avvenimenti»), è con le «Considerazioni sul tempo (di vita)» di Franco Nova (qui). [E. A.]

Una sera d’autunno, il sole era ormai già calato all’orizzonte e le prime brune della sera si erano allargate fino a coprire con la loro coltre la cittadina, Li Yu aveva invitato a casa l’amico Ming Lang.

Avevano gustato un piatto di zuppa d’anatra e una insalata di pollo con germogli di soia, carote tagliate a striscioline, pannocchiette affettate, erba cipollina sminuzzata e un peperone rosso affettato fine. Una vera delizia che avevano assaporato parlando degli ultimi avvenimenti senza un filo conduttore, lasciandosi trascinare dai giochi della memoria.

Alla fine della cena si erano alzati ed erano andati a sedere nello studio. Tenevano fra le mani una ciotola di pere affogate al pimento e la canonica tazza di tè. Continua la lettura di Li Yu e il tempo (della vita)

Michele Ranchetti sul giovane Renato Solmi

Ranchetti

Stralciata da un saggio su Ernesto De Martino, pubblico questa testimonianza “indiretta” di Michele Ranchetti (1925- 2008) sulla figura del giovane Renato Solmi, suo amico e, come scrive, «compagno di scuola». Si tratta di un ritratto ravvicinato, di certo più complesso e tormentato di quelli neutri, impersonali e frettolosi che si leggono negli abborracciati necrologi seguiti alla notizia della morte di Solmi. Perché Ranchetti, com’era solito, parla dell’ altro ma anche di sè. E si potrebbe dire: dal punto di vista di un “cattolico critico” alle prese con la crisi di un “marxista critico”. Continua la lettura di Michele Ranchetti sul giovane Renato Solmi