Editore: youcanprint, Formato: EPUB, € 1,99
di Cristiana Fischer
Della materia vivente la parte femminile è più o meno oscuramente autore consapevole. L’Ignoto Assoluto invece, ugualmente vivente non biologico, forse si nutre dello stesso amore.
Editore: youcanprint, Formato: EPUB, € 1,99
di Cristiana Fischer
Della materia vivente la parte femminile è più o meno oscuramente autore consapevole. L’Ignoto Assoluto invece, ugualmente vivente non biologico, forse si nutre dello stesso amore.
di Eugenio Grandinetti
Eugenio Grandinetti ha pubblicato, raccolte in quattro sezioni (Equilibri di penombre, Zooteca, Storie, Et cetera), un altro libro di sue poesie. Ne propongo qui, facendo una scelta del tutto personale, alcune che meglio dicono alcuni tratti tipici della sua ricerca: uno sguardo minuzioso ma interiormente partecipe sugli animali, esseri in preda a sentimenti (fossero di paura, come nell’immagine della lucertola, o di aggressività feroce, come in quella del falco) che indirettamente sono stati o sono anche suoi; una tendenza ad immobilizzare in una “statica interiore” non solo il movimento delle cose (si veda «Mulinelli»), ma della memoria («Degli altri è bene /si perda ogni memoria, che non resti/ cattiva maestra al mondo della storia /di cui fummo pure parte») e, dunque, della storia dimostratasi inesorabilmente insensata e senza più scopo («Gli eventi/ che potevano esserci non furono»; « storia/ continua, senza capitoli e senza epilogo») ; una a-modernità baudelairiana ma più secca e quasi scorbutica della sua visione della città metropolitana, ridotta a «muro davanti ad altri muri», a vita monotona, a «un ripetersi», a «ingranaggio», nel quale il singolo – guardato o non guardato dagli altri – resta bloccato in una irrimediabile incomunicabilità; un esistenzialismo che ora, di fronte alla sua e all’altrui vecchiaia (si veda in particolare «Senescenza», «Un vecchio» ma anche «La mela marcia»), si è fatto spietato e nulla abbellisce. E tuttavia questi versi – pacati, disincantati, dal tono mai muscolare ma sempre basso e riflessivo, che parrebbero monotoni ma sono dolcissimi – «sono tarli che scavano, che lasciano / vuoti profondi». Perché alludono ad una assenza incolmabile. Come nella bellissima evocazione delle figure del nonno e del padre ne «L’asino di Pietrantonio», tanto più imponenti e leggendarie, malgrado le minime «orme» ( o ombre?) che hanno potuto lasciare sulla terra e nel suo animo. [E. A.] Continua la lettura di 25 poesie da “Disamorarsi d’essere”
di Cristiana Fischer
Niente è più bello di questa larga mattina luminosa, una calma piana in cui le bordure di alberi dividono i prati e i pendii degli uliveti, si intuisce laggiù l’aria fresca e il verde che ancora profuma. Se questa pace e felicità sono il bene della vita, l’aldilà lo immaginiamo come pace e gioia intensa, oggi immaginiamo che la pace di qua costituirebbe, moltiplicata all’infinito, l’altra vita in aldilà. Mi pare che ormai siamo arrivati a essere quasi tutti d’accordo con questa idea, nelle diverse culture, tranne per quelle sette in cui alcuni, veri arretrati dello spirito, riservano le pene orripilanti dell’inferno ai nemici che hanno in terra. Continua la lettura di Roghi
di Arnaldo Éderle
Tre e mezzo, la discesa scende fino
a mezza costa, case nude senza uomini
né ragazzi, tutti sembrano intanati
dentro le stanze mute e senza porte.
Le finestre paiono dipinte sui muri
immobili marrone pesanti e prese
da ordini perentori e sicuri,
sembrano preesistiti inappuntabili quasi
disumane. Continua la lettura di Prima della Sorte