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Storia della colonna infame

 IL MANZONI DI FORTINI (II)

    di Donato Salzarulo

Il seguito della nota manoscritta è dedicato quasi tutto a «quelle centoventi pagine di prosa che si chiamano Storia della colonna infame». (pag. 1796)
La lingua di Fortini è precisa e densa. Il pensiero si organizza sinteticamente intorno ad alcuni nuclei tematici: l’origine e redazione del libretto, la storicità dell’episodio raccontato, il giudizio estremamente positivo espresso sull’opera (“è un capolavoro”), l’originalità e la nitidezza del dettato, la tragicità dell’accaduto e l’insegnamento morale che se ne può trarre, la sua attualità, le contraddizioni del Manzoni. Poco più di due paginette straordinarie per dire della straordinarietà di un’opera e dell’intensità di pensiero e di scrittura di un autore. Meglio non perdersele. Perciò le ripropongo al rallentatore, seguendo passo dopo passo le frasi fortiniane per enuclearne i problemi, farne un elenco e tentarne un primo commento. Continua la lettura di Storia della colonna infame

Per Giuseppe Nava (1937-2019)

di Fabrizio Podda

Sabato 27 luglio Giuseppe Nava ci ha lasciati. Nato a Milano nel 1937, dopo gli anni della formazione a Pavia sotto il magistero di Lanfranco Caretti, per un trentennio ha insegnato Storia della Critica letteraria prima e Letteratura italiana poi all’Università di Siena. Ha dedicato molta parte dei suoi studi all’opera di Giovanni Pascoli, curando l’edizione critica di Myricae (Sansoni, Firenze 1974) e il relativo commento (Salerno, Roma 1978 e 1991); il commento dei Canti di Castelvecchio (Bur, Milano 1983) e, per Einaudi, l’edizione critica dei Poemi conviviali («Nuova raccolta di classici italiani annotati», 2008). La sua passione critica ha spaziato tra Ottocento e Novecento, da Manzoni a De Marchi, da Elsa Morante ad Anna Banti, da Elio Vittorini a Italo Calvino e Franco Fortini. Ha a lungo diretto il Centro studi Franco Fortini dell’Università di Siena e la sua rivista, «L’ospite ingrato». È stato tra i più importanti filologi della sua generazione: studioso impeccabile, critico lucidissimo, metodologicamente curioso e aperto al nuovo. Ma, soprattutto, è stato uomo di caratura intellettuale, morale, “emotiva” rarissime.

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