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Guerra in Ucraina. Prese di posizione (9)

Pagine della Bibbia Koberger del 1483

di Marga

C’è un virus che si aggira per l’Europa (e in altre parti del mondo) il quale, anziché attaccare il corpo, attacca la mente. Una viralità che passa inosservata fintanto che non si arriva alle estreme conseguenze. La mente infatti non ha ‘corporeità’ e quindi i suoi malanni non sono immediatamente percepibili se non all’occhio esperto: perciò quando si interviene può essere troppo tardi. Anche questo virus ne rispetta le peculiarità: è molto contagioso, si appiccica ai fragili e a coloro che hanno poche difese immunitarie (ovvero non sanno pensare ‘in proprio’), e assume, com’è sua natura, varie mutazioni. Ma il suo compito rimane quello: allargare il parterre degli ospiti da contagiare. Le mutazioni si presentano nelle vesti del “luogo comune” (molto infettivo); nell’apnea del campo informativo (che, essendo sempre quello di parte, si asfissia da sé solo); nell’inversione dei valori linguistici pilotati a seconda di chi li sta esprimendo. Orwell insegna. Contemporaneamente, il linguaggio viene confinato ad un livello concreto (il nome è la cosa) e non riesce a passare ai livelli superiori dell’astrazione, della metafora e della simbolizzazione. Faccio un esempio ricorrendo ad una litania sentita di frequente nelle nostre ‘beatitudini’ infantili: “se trovi piacere da solo, ovvero ti masturbi, diventerai cieco!” E via con il terrore, dilaniati tra la possibilità di perdere la vista e il perdere il piacere. Ma il senso era diverso: se continui a masturbarti intellettualmente, parlandoti sempre addosso, compiacendoti di te stesso, certamente diventi ‘cieco’ di fronte alle istanze altrui, a loro volta usate come meri ammennicoli di piacere e non interlocutori. La modalità di attacco di questo virus è anch’essa orientata alle ‘vie respiratorie’ le quali, metaforicamente intese, permettono gli scambi tra il dentro (noi) e il fuori (gli altri). Essendosi perduto il senso del tessuto sociale (ulteriormente danneggiato dalle esagerate/assurde restrizioni legate alla pandemia) oggi la tutela linguistica è decaduta. Una ‘archeolingua’ (come la definisce G. Orwell) va sostituita dalla neo lingua la cui funzione, una volta radicatasi nella popolazione, renderà impossibile ogni pensiero eretico. Qualunque pensiero discordante o contrario viene considerato uno psico-crimine il cui portatore va messo alla gogna. Questo è lo spettacolo che oggi è sotto l’occhio di tutti! Continua la lettura di Guerra in Ucraina. Prese di posizione (9)

In morte di Danilo Zolo

Questi stralci selezionati da un saggio di Pietro Costa pubblicato su Jura Gentium  vogliono essere  un  omaggio a Danilo Zolo, uno studioso scomparso ieri. Non l’ho mai incontrato. Ricordo di aver letto qualche suo scritto sui vecchi Quaderni Piacentini. O, più recentemente, diversi suoi articoli critici ai tempi della Guerra del Golfo (1990-1991)  e una sua bella discussione con Antonio Negri al momento della pubblicazione di Impero (2003). Negli ultimi anni ho cercato di tener d’occhio  il lavoro suo e dei collaboratori della sua rivista on line, ma non sono riuscito a leggere i suoi libri più importanti. Il suo nome per resterà quasi certamente nella mia lista dei libri “da leggere”. Non credo, però,  di dovermi scusare con nessuno di questo. Sono come tanti in una condizione che non mi permette studi sistematici e approfonditi, ma  ciò non mi ha mai impedito di individuare nel bailamme del mass media e delle mode gli studiosi di rilievo e di leggere almeno vari loro testi più brevi.  Può un simpatizzante di Marx o delle “fisime comuniste” di Fortini e che ha appena pubblicato il ricordo partecipe di Giorgio Riolo sul marxista Samir Amin apprezzare Zolo? Senz’altro.  Il rigore di certi studiosi anche accademici va sempre riconosciuto  e  anche chi  si nutre di utopie, apparentemente  irrealizzabili, impara parecchio da un realista come Zolo. Ringrazio Toto Beat per l’immagine d’apertura  copiata dal suo profilo FB. [E. A.] Continua la lettura di In morte di Danilo Zolo