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Su le mascherine. Ma giù la maschera dell’ipocrisia

Lettera aperta a Ennio Abate

 di Rita Simonitto

Le  denunce circostanziate e non ideologiche, le analisi puntuali e problematiche, i tentativi di interrogarsi sulle strategie politiche messe in atto per la gestione di una pandemia da Covid, che appare a molti  contraddittoria e a tratti insensata, sono numerose anche sul Web. (Solo alcuni esempi: qui, qui, qui, qui, qui). Questi scritti richiederebbero letture impegnative e gruppi di riflessione che oggi sono quasi inesistenti.  Vengono perciò presto dimenticati o  sono  facilmente sovrastati dal rumore di fondo dei mass media. Questi forniscono esclusivamente valanghe di notizie emotive tese ora a rassicurare ora a impaurire. E sono queste purtroppo che i social riecheggiano o entrano nei discorsi quotidiani. Poliscritture ha pubblicato  vari contributi sul tema della pandemia ma  si fatica – è bene dirlo – a ragionare e a comprendere in profondità  i mutamenti che stanno avvenendo a tutti i livelli esterni e interni alla vita organizzata delle popolazioni. La Lettera aperta di Rita Simonitto è un generoso tentativo di rilanciare una riflessione intermittente. Ricostruisce criticamente la cronaca degli ultimi mesi, denuncia le responsabilità politiche di governo e opposizione, testimonia vivacemente  un disagio che è di molti e la volontà di non rassegnarsi. Ripropone anche, senza farla esplicitamente, la domanda più difficile: cosa si può fare di più e meglio? [E. A.]  Continua la lettura di Su le mascherine. Ma giù la maschera dell’ipocrisia

La proprietà è un furto. (Spigolature sul tema)

Pierre Joseph Proudhon (1809-65) and his children in 1853, 1865 (oil on canvas) (see 99577 for detail)

di Giorgio Mannacio

1.
Inseriti in una trama di rapporti formali – continui e coerenti – stentiamo a non vedere nella famosa frase pronunciata da Proudhon ( 1809 – 11865 ), frase che dà titolo al mio testo, una sorta di provocazione.Oggi ciascun proprietario – se si escludono ipotesi definibili extra ordinem – può eccepire contro di essa d’essere diventato proprietario di un immobile attraverso una serie di atti ben definiti che l’ordinamento dello stato in cui vive dichiara legittimi e come tali protetti. Anche piccole comunità aggregate da particolari idealità i cui componenti condividono la proprietà su certi beni sì da realizzare, all’interno della comunità stessa, una sorta di comunismo delle origini, hanno raggiunta tale stato attraverso atti formali che ne attestano la legittimità. Anche i Mormoni d’America hanno realizzato una sorta di comunismo delle origini, non so se praticato ancora oggi, ma resterebbe in piedi la domanda di cosa abbiano pensato i nativi dello Stato dell’Utah allorquando intorno a metà dell’800 detti Mormoni invasero la zona sulle sponde del Lago Salato. Continua la lettura di La proprietà è un furto. (Spigolature sul tema)

Divagazioni sulla lingua dell’Eden

adamo ed eva durer

di Giorgio Mannacio

1.
Chi ha osato parlarci dell’Eden, cioè di quel luogo di delizie in cui vissero Adamo ed Eva per qualche tempo ( ammesso che a tale categoria kantiana possa farsi riferimento nel loro caso ) non ci ha riportato alcuna frase che sia intercorsa tra i nostri progenitori. Sì, certo, lo stato dell’innocenza fu brevissimo e loro, forse, non ebbero neppure il tempo di parlarsi ma, probabilmente, la ragione di una tale lacuna è meno banale. Chi legge Genesi si accorge subito che fino ad un certo punto la descrizione biblica non fa che riportare un lungo ed ininterrotto monologo del Signore, monologo che finisce là dove ( Genesi, 3 ) quest’ultimo domanda ad Adamo: “ dove sei ? “ ed ottiene la risposta che è la prima parola attribuita all’uomo dalla Scrittura. Continua la lettura di Divagazioni sulla lingua dell’Eden