
di Antonio Sagredo
Continua la lettura di Bistrotdi Yuri Ferrante
Nel corridoio, al buio, troverai un baule scuro, che non puoi aprire. Tranquilla è sicuro, io ti ho fatta entrare. Perché so che non sei qui per farmi male.Continua la lettura di Il baule
di Donato Salzarulo
L’ARIA PURA
«Oggi è arrivata l’aria pura, la tua.» Continua la lettura di L’aria pura e altre poesie
di Lidia Are Caverni
«Venezia languida lascia che il passo/ la calpesti e la laguna smuore bianca / di consuetudine» (da «Gridi d’estate»). Gentile Lidia, non posso evitare di mettere a confronto questi suoi versi (e gli altri qui sotto scelti dall’ultima raccolta) così assorti in un sogno lirico inattaccabile con le immagini dei luoghi canonici di Venezia invasi in questi giorni dall’acqua. E chiedermi con amarezza: questa è la poesia a cui dobbiamo abbandonarci mentre il mondo che pareva anche nostro viene distrutto? [E. A]
Continua la lettura di Da “Gridi d’estate”Conversazioni con Miza
di Donato Salzarulo
1.– Durante l’estate sono andato spesso a Lacedonia, a casa di Michelina Di Conza (in arte MIZA). Ho imparato facilmente la strada. In questo paese ho frequentato dal 1963 al ’67 l’Istituto Magistrale e qui avevo una sorella di mio padre e una sua cugina residenti. La zona è quella che gli abitanti chiamano “del padreterno”. Per chi come me viene da Bisaccia, occorre restare sempre sulla statale 303. Attraversato il paese fin quasi alla scomparsa dell’abitato, all’apparire dell’indicazione per il cimitero (dal finestrino s’intravede il filare dei cipressi), bisogna svoltare a destra per la mesta stradina. Appena imboccata, però, la si deve abbandonare per l’altra che si origina quasi nello stesso punto e che conduce verso la collina: è quella per la contrada Carducci («I cipressi che a Bolgheri alti e schietti»). Salendo, a sinistra, spunta una schiera di villette. Sul cancello di quella di Miza e del fratello si legge in stampatello il nome dei genitori: DI CONZA GIOVANNI – PANNO ANNA.
Continua la lettura di Arie d’Irpinia. Il vento nelle cose.
Versione di Alberto Mari con tre suoi disegni
Una volta, una tetra mezzanotte
mentre esausto meditavo,
su strani e maliosi volumi,
d’un obliato sapere, ero quasi
assopito, reclinando
il capo, quando, a un tratto,
s’udì battere piano, come
se qualcuno sommesso, bussasse
alla porta di camera mia.
“E’ qualche visitatore – mi dissi –
che picchia così alla mia porta,
solo questo e nulla più.”
Appunti (di solito mattutini) raccolti al volo da gennaio ad agosto 2017
di Ennio Abate
Che rapporto c’è fra l’io e il noi? Quali interferenze? Quando e perché si distanziano o si avvicinano? Cosa alimenta gli estremi a cui tendono: il solipsismo o la fusione/confusione (mistica, gregaria) nel noi ( massa o élite)? Invece di un saggio, provo a offrire spunti per risposte e riflessioni a tali domande selezionando alcuni miei appunti. ‘Sbratto’ sta per ‘stanza da sbratto’ [ = che riceve tutti gli oggetti ingombranti o di cui ci si serve di rado]. Spero che altri poliscrittori ne propongano di propri e così si vedrà meglio se sia possibile o no quell’ io/noi capace di reggere la contraddizione fra le due facce. [E. A.]
di Eugenio Grandinetti
Pubblico da un volumetto inedito di Eugenio Grandinetti la prima delle quattro parti, intitolata “I nodi”, che è anche il titolo dell’intera raccolta.[E.A.]
I nodi
I nodi
che la ragione non sa sciogliere
che recide
l’azzardo del volere tornano
a riformarsi ancora sì che il filo
della vita non scorra senza intoppi
ma ogni volta
ci costringa alla scelta se attardarci
a sciogliere un nodo o se decidere
di reciderlo netto con la spada
della presunzione. Continua la lettura di I nodi