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La natura delle cose

di Cristiana Fischer

Per qualche ragione che non so più ho preso in mano il poema “De rerum natura” di Lucrezio (vivente all’epoca in cui nacque la nostra era cristiana) restando profondamente stupita dal suo splendido naturalismo, da un lato, e dal suo sereno materialismo, dall’altro. Lucrezio ammette l’esistenza degli dei (e non di un Dio unico) ma li colloca – sereni e beati, indifferenti agli umani – negli intermundia (uno “spazio sottile come i loro corpi”) epicurei, inaccessibili a noi che viviamo nel/nei mondi popolati di atomi materiali. Tuttavia il suo materialismo introduce, nella caduta meccanica dei fondamentali elementi naturali, la possibilità di impercettibili variazioni, che giustificano, per noi umani, che possiamo avere libertà e piacere.
Questa visione filosofica, semplice e razionale, mi è parsa rispondere all’angoscia di cieche interrogazioni su cui mi affannavo, nello stesso tempo, circa l’aspirazione alla trascendenza che fa parte della nostra cultura.
Ho scritto questo poemetto per ripercorrere il percorso che ho sopra descritto, intrecciando versi di Lucrezio alle poesie in cui esprimevo l’angoscia del forse impossibile senso che cercavo per la nostra esistenza sulla Terra. Continua la lettura di La natura delle cose

Il cane

 

di Rita Simonitto

“Tiresia si sentiva stanco e si sedette sul muretto.

Aveva fatto quella camminata sul monte Cillene, più facendosi trascinare dai profumi che dai colori della primavera che su quel monte comunque procedeva stitica. Ma tant’è. Senza saperlo, oppure lo sapeva, perché cieco sì ma stupido no, era come se fosse tornato sul luogo del misfatto. Succede. Sempre succede quando qualche cosa non è stata ancora chiarita del tutto. Si sedette dunque in attesa che qualche vaticinio, anche se proveniente da lui, lo smuovesse da quel turbamento. Ma nessun alito di chiarezza gli arrivò anche se percepì un muoversi leggero d’aria davanti a lui. Leggero, perché la ninfa Liriope aveva il passo danzante e quasi non poggiava al suolo. Non la vedeva ma ne conosceva a filo le sembianze, la sua dolce bellezza piegata dalla brutalità del Dio Cefiso.

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Divagazioni sul telefono cellulare

di Giorgio Mannacio
1.
Sulle innovazioni tecnologiche si esprimono opinioni contrapposte. Di esse alcuni dicono che  rappresentino un progresso. Altri invece sostengono che segnalino una sconfitta del miglioramento del pensiero umano. La questione è indecidibile perché non si sa cosa sia il termine di paragone cioè il PROGRESSO.
Di certo esse costringono a meditare su alcune categorie che riteniamo insite nel nostro sistema di ragionamento. Continua la lettura di Divagazioni sul telefono cellulare

In cronaca

1979 Per morte 1979 2
Tabea Nineo, studio, 1979

di Rita Simonitto

Minuscola storia: da poesie controcorrente all’impoetica rappresentanza dell’orrore.

Una volta scrivevo poesie. O, a dire meglio, versi. Ora non più, anche se durò a lungo la convinzione che non avrei potuto fare a meno di scriverne.  Allora che cos’era quella spinta? Una coazione? Era un gioco? Continua la lettura di In cronaca

2 prove e 3 carte

cartapesta lecce

di Antonio Sagredo

 

Prova n.° 1
(ragnatele)

Non puoi andare oltre il sor/riso di una scrittura,
 il segno che ti dono è il diniego del tuo gesto.
 Non attendere che l’orrore quotidiano sia la tua natura:
 il tempo è malato e fuori del suo delirio - io resto. Continua la lettura di 2 prove e 3 carte 

Intervista (1) a Marina Pizzi

klee pizzia cura di Ennio Abate

Questa è la prima di una serie – spero numerosa – d’interviste  mirate a poeti e poetesse che intendo fare nei prossimi mesi. Sarà un modo di  continuare l’interrogazione su cosa sia la poesia anche nella forma del dialogo in apparenza più appartato e distaccato dal dibattito pubblico a più voci. [E.A.]

Ritieni che ci sia una relazione tra la tua biografia e la tua poesia?

le relazioni sono molto sporadiche e rielaborate secondo bugia o finzione che dir si voglia. posso dire che mia madre faceva la sarta: qui termina la verità, il resto, se c’è, è altro. le relazioni sono nel ricordo del vissuto, nel tragico avviso di morte nell’anniversario che può
battezzare i versi.
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I nodi

nulla filosofico

di Eugenio Grandinetti

Pubblico da un volumetto inedito di Eugenio Grandinetti la prima delle quattro parti, intitolata “I nodi”, che è anche il titolo dell’intera raccolta.[E.A.]

I nodi

I nodi
che la ragione non sa sciogliere
che recide
l’azzardo del volere tornano
a riformarsi ancora sì che il filo
della vita non scorra senza intoppi
ma ogni volta
ci costringa alla scelta se attardarci
a sciogliere un nodo o se decidere
di reciderlo netto con la spada
della presunzione. Continua la lettura di I nodi

Critica a “Non date le parole ai porci” di Cesare Viviani su “L’Ombra delle Parole”

Perle ai porci

di Samizdat

Su «L’Ombra delle Parole» (qui) un post intitolato «Non date le parole ai porci. Estratti di poetica e poesia» di Cesare Viviani.  Essendo stato catalogato dalla Casa della Poesia di Milano come uno dei “veri poeti» – investitura comunque da lui accolta – confesso che ero un po’ diffidente anche nei suoi confronti per le ragioni esposte da Mannacio (qui).  Ma ho messo da parte i riverberi della recente polemica e ho letto con attenzione. E qui riassumo  alcune mie critiche. Continua la lettura di Critica a “Non date le parole ai porci” di Cesare Viviani su “L’Ombra delle Parole”