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Riflessioni rapsodiche su “Il giardino dell’Eden”

di Franco Romanò

È consueto per il pensiero rivoluzionario immaginare l’utopia rivolgendosi al passato, specialmente quando il presente appare talmente desertificato d’avere almeno apparentemente cancellato tutte le tracce di utopie precedenti possibili. È quello che Walter Benjamin, nelle sue Tesi sulla storia, proponeva di fare in uno dei momenti più tragici per l’Europa alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Il filosofo tedesco aggiungeva però che occorre andare molto indietro nel tempo per ricercare i semi di una nuova utopia: Spartaco, oppure – citando Flaubert – resuscitare Cartagine. Il motivo, che si intuisce fra le righe di quello scritto così estremo, è che se si rimane troppo prossimi al momento storico che ci tocca di vivere, si rischia di rimanere impigliati, a volte senza rendersene ben conto, nelle code di pratiche politiche ormai esauste.

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Cordata di governo

di Stefano Taccone

Sono decenni che ascoltiamo la locuzione “lunga transizione italiana”. Essa mi pare sottendere la credenza in un passaggio tortuoso e faticoso, eppure ineluttabile, da un Paese a “democrazia bloccata” quale era l’Italia della Prima Repubblica a una democrazia dell’alternanza, liquida, para-anglosassone. Che però questa prospettiva fosse più un desiderio concepito tra torcicollo e strabismo – il torcicollo che ti fa osservare il passato come fosse il presente e lo strabismo che ti fa osservare un altro paese come fosse il tuo – lo si è capito mano mano, o meglio le vicende si sono evolute in termini sempre meno prossimi all’allegro pseudo-irenismo bipolare che anche ai più irriducibili non è rimasto altro che sostenere che tuttavia era una buona idea, la migliore che si potesse concepire. Peccato però, per loro, che un cervello senza arti – fosse anche il cervellone di un Nobel della fisica – non ha mai smosso una piuma.

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Nuovi immigrati: Daniel Contreras e Daud Malak

Da SAMIZDAT COLOGNOM n. 1 PROVA DIC. 1999

[Cliccando sul link qui sopra si accede al PDF che contiene tutti gli articoli del n. 1]

di Ennio Abate

Dal 1999 al 2005 ho pubblicato  otto numeri di una fanzine,  redatta solo da me, fotocopiata  e circolata in poche copie.  Ne ripubblico alcuni testi che a distanza di tempo  conservano una loro vivacità e assumono anche nuovi significati. [E. A.]  

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Laboratorio italiano

 

di Giorgio Mannacio

1.
M’intrometto, prendendo spunto dal “ poema “ a due mani Lucini – Passannanti (qui) ma anche dalla poesia di Sagredo (qui) per osservare che di ben altra attualità e valenza è l’esame della situazione politica italiana. Vero laboratorio (in negativo ) su concetti fondanti della politica.
Quale che sia il giudizio di merito sull’attuale Governo – il mio è totalmente negativo – mi sembra più importante cercare di enucleare nelle caratteristiche di esso e nel suo modo di occuparsi della cosa pubblica alcuni tratti significativi per una discussione di tipo generale. Continua la lettura di Laboratorio italiano

I giovani e la sinistra dopo le elezioni del 4 marzo

Dialogando con il Tonto (22)

di Davide Sgrò e Giulio Toffoli

Sono ormai settimane che non sento più il Tonto. Non si è fatto vivo e non ne so proprio nulla.
Un giorno decido di andare a fare un giro a Milano, una specie di pellegrinaggio fra librerie, bancarelle e memorie di un tempo ormai inesorabilmente perduto nelle storia. Mentre mi avvio verso la Statale per puro caso vedo uscire da una fermata del metrò un mio ex studente. Lo saluto e gli chiedo come vadano i suoi studi, mi risponde che è felice di vedermi e pur dovendo andare a lezione ha un attimo libero per me. Allora ci sediamo in un bar in piazza S. Stefano. Troviamo un posto abbastanza riparato e iniziamo a parlare del più e del meno. Mi racconta della sua avventura a scienze politiche, della laurea triennale e del nuovo percorso che sta facendo fra soddisfazioni e piccole e grandi disavventure. Continua la lettura di I giovani e la sinistra dopo le elezioni del 4 marzo

Analisi della sconfitta

di Alessandro Scuro

Ad accomunare Fourier e Isou è soprattutto il reciproco fallimento, l’insuccesso delle loro Continua la lettura di Analisi della sconfitta

Il Tonto e il comunismo … di Fortini

Dialogando con il Tonto (16)

di Giulio Toffoli

Il mio commento a “Comunismo di F. Fortini” (qui, qui e qui) ha avviato una discussione non facile all’interno della attuale redazione di Poliscritture. Le obiezioni riguardano sia il senso di proporre oggi un tema che agli occhi dei più appare  inattuale, irrilevante  per la comprensione  del nostro presente o  persino  dannoso per le illusioni e le tragedie che evocherebbe; e sia la formulazione “hegelo-marxista” che ne diede Fortini in questo articolo apparentemente secondario che ho esaminato. Dopo le critiche di Cristiana Fischer e di Luciano Aguzzi, che si  possono leggere  nei commenti ai link  sopra indicati, ecco quelle molto dettagliate di Giulio Toffoli. Come al solito egli le affida alla maschera sardonica del suo Tonto. La lunghezza di questi articoli  potrebbe scoraggiare quanti si  sono assuefatti alla comunicazione sul Web e ai suoi modi di  trattare in breve e troppo semplificando anche questioni complesse. Ma il Web  noi lo vogliamo usare non esserne usati; e spero perciò che la discussione continui e  venga approfondita prendendosi tutto lo spazio e il tempo necessari. [E. A.] Continua la lettura di Il Tonto e il comunismo … di Fortini

E la sciagurata rispose? Beh, sì, no…si desublimò!

La Letteratura e il Mercato

di Ennio Abate

In tre vecchie articoli apparsi su il manifesto (19,25 aprile; 3 maggio 2002) Remo Ceserani discuteva lo stato di salute della letteratura in Italia e negli altri paesi a capitalismo avanzato. Perplesso sulle sue conclusioni,  avevo scritto questo dialogo (immaginario!) fra il mio doppio e quello che,  arbitrariamente ma non troppo, parlava per Ceserani. Lo ritiro fuori da una vecchia cartella e lo dedico come omaggio polemico, sì, proprio a lui, allo studioso che ci ha lasciato alla fine dell’ottobre 2016 e che ho, malgrado il mio dissenso, sempre stimato. [E. A.]

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Note sulla prescrizione penale

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di Giorgio Mannacio

La nostra Marcella Corsi, molto opportunamente, ci ricorda il problema della prescrizione, concentrandosi sulla prescrizione in materia penale. In effetti tale versante è quello che appare- oggi – di maggiore interesse sociale, economico e politico. Il mio intervento – che ha ad oggetto alcuni principi sulla prescrizione civile – tende a mettere in rilievo che la prescrizione civile è retta da principi ragionevoli ed “ onesti “,mentre la seconda – nella regolamentazione attuale – è retta da norme né ragionevoli né “ oneste “. Il raffronto deve indurre dunque a qualche riflessione e giudizio. Continua la lettura di Note sulla prescrizione penale

Sulla superstizione, il fondamentalismo e altre facezie del genere

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 di Giulio Toffoli

“Ma guarda te, se si può. – stava borbottando fra sé e sé Li Yu, mentre guardava una delle lettere che si erano raccolte negli ultimi giorni sulla sua scrivania – Da quanto tempo non sento più Wang Wei? Forse l’ultima volta ci siamo visti al tempo della Grande Rivoluzione Culturale e anche allora si trattò di un breve saluto del tutto occasionale.

Chissà cosa vorrà?” Continua la lettura di Sulla superstizione, il fondamentalismo e altre facezie del genere