la frase finale de 'il mistero del falco':
'questa è la sostanza di cui son fatti i sogni'
di Paolo Di Marco
1-le nostre memorie
La nostra coscienza, la nostra vita, il mondo che vediamo si fondano sulle nostre memorie. Se la coscienza è l’ordito le memorie sono la trama.
Non a caso molte sono le parti del cervello implicate nella memoria, dalla corteccia prefrontale all’ippocampo (v. figura), che trasforma le immagini in ricordi. Continua la lettura di memorie (uscire dal tempo 3)→
Il professore di matematica del ginnasio, che volentieri latinizzava, disse una volta che la definizione si fa per genus proximum et differentiam specificam. Ritrovammo più tardi il principio in Linné. È chiaro che in questi esempi ‘genere’ viene usato in un senso completamente diverso da quello a cui siamo stati abituati più di recente, che fa invece riferimento a un’opposizione interna alla specie – probabilmente originaria, dunque universale – legata all’opposizione del sesso o tendente a precisarla. In ogni caso il genere di Linné raggruppa sulla base di elementi comuni, mentre il genere come sopra inteso separa sulla base di opposizioni. Chiaro anche che la tassonomia di Linné è un esempio da manuale di pensiero maschile che fa a pezzi la cosa (anche letteralmente) e la ricompone in un astratto schema. È comunque di una certa utilità. Indica un sentiero nella selva delle analogie. Naturalmente se ne può scegliere un altro. Nessun sentiero affatto diventa complicato. Continua la lettura di Viene prima il genere o la specie?→
AI TANTI CHE IN QUESTI GIORNI CADRANNO NEL GORGO DELLA CELEBRAZIONE DEL CENTENARIO DEL “COMUNISMO ITALIANO”, E SI TROVERANNO – INCONSAPEVOLI O IN MALAFEDE – AD ADORARE IL FETICCIO DELLA CONTINUITA’ GRAMSCI-TOGLIATTI-BERLINGUER (E MAGARI ZINGARETTI).
Sembra impossibile contrastare il dominio tecnologico ed improbabile è il successo della contestazione, poiché, alla prova dei fatti, ogni alternativa evoca scenari antiquati ed arcaici, e ogni deviazione dal sentiero tracciato comporta una retrocessione sulla scala del progresso. In apparente contraddizione con le loro visioni, Fourier e Jochmann antepongono alla realizzazione delle loro profezie un periodo di degradazione delle condizioni generali dell’umanità. Per liberarsi dagli errori e dai pregiudizi sui quali si fonda lo stato civilizzato, è necessario rinunciare alle comodità e ai conforti che tale sviluppo ha garantito nel tempo; retrocedere sulla linea del progresso, ripercorrere a ritroso la storia, l’evoluzione umana, fino ad intercettare il punto in cui l’uomo ha intrapreso una strada a senso unico che lo ha condotto allo stato attuale delle cose. Solo da lì sarà possibile riprendere il cammino interrotto in altre direzioni, ed allora, le comodità e le certezze del progresso verranno ripagate con interessi mirabolanti. Continua la lettura di Una questione di qualità→
con una nota di Ezio Partesana e un parere di Roberto Bugliani
In «Questioni di frontiera» (1977) Franco Fortini analizzò questo aforisma di Karl Kraus (da «Detti e contraddetti», Adelphi, Milano 1972): «L’uomo erotico concede alla donna chiunque al quale non la concederebbe». E, trovando la frase singolare ed oscura, s’impegnò a chiarirne i significati possibili, che semplificando, presenterei così: Continua la lettura di Appunti politici (12):Kraus, Fortini, il dibattito sulle “molestie sessuali”→
Queste composizioni fanno parte di un ciclo poetico (ancora in corso) cominciato tra la fine di agosto e gli inizi di settembre. Qui vengono offerte come anticipazioni sia per contribuire al dibattito di POLISCRITTURE sulle vie della poesia, sia per raccogliere impressioni, spunti di lettura, annotazioni critiche. La scrittrice irlandese evocata nella seconda strofa di “Soffioni boraciferi” è Edna O’Brien, il libro «Oggetto d’amore» (Einaudi, 2016). [D. S.]
Io sono lungo un fiume
io sono un fiume limpido e limaccioso
l’angusto mio me stesso da cui vorrei fuggire
maneggiando solo focali estreme
veleggio sui fondali che la mia vita intera
hanno osservato giustificato accolto
fino all’ammainare in questa sera Continua la lettura di Rapsodia Liquida (in tempo di Guerra)→
Le donne donne donne donne donne
sono tutte donne con culi e seni
che passano per le strade e le profumano
di carne di donna e se la godono
ad ogni passo, e fingono di sistemarsi
la gonna e invece si accarezzano il culo
e ridono. Continua la lettura di Donne e uomini→
Per tenere assieme i due poemetti, in un certo senso complementari, di Éderle li numero e anticipo la pubblicazione del secondo in modo che possa approfondirsi la riflessione su entrambi e si possa affiancarla – a me pare possibile – alla discussione su “comprensibilità”/”oscurità” della poesia sorta dalla pubblicazione delle “ultime prove mostruose” di Sagredo. [E.A.]
Questa è la quarta e ultima lezione rielaborata dagli incontri sulla poesia che ho condotto a Saronno su invito dell’Associazione “L’isola che non c’è” nel novembre 2014. Le prime tre si rileggono qui, qui e qui. [E.A.]