Riapro la cartella 1973-1975. I fogli sono dattiloscritti. Alcuni sono di carta velina. (Allora si usava ancora per ricavare una o più copie di un documento dattiloscritto, mettendo tra i fogli la carta carbone[i]Continua la lettura di Riordinadiario 1975→
allora le nostre fragili parole piene di un lontano sociale già precipitavano in minoritaria lucidità ma resistevano, mentre precipitavano
(E. Abate, Prof Samizdat)
Dopo l’apertura, fatta ad ottobre 2019 con la presentazione del romanzo di Claudio Piersanti La forza di gravità, questo ciclo d’incontri che insieme all’almanacco di racconti compongono il progetto La casa degli Strani – ideato dalle associazioni figlinesi il Giardino e Circolo Letterario Semmelweis e realizzato con il contributo dell’Amministrazione comunale di Figline e Incisa Valdarno -si è concluso con un altro importante romanzo scritto nella nostra contemporaneità: Non luogo a procedere di Claudio Magris. Ne abbiamo parlato al Centro Sociale il Giardino venerdì 23 ottobre 2020 Continua la lettura di “Non luogo a procedere” di Claudio Magris→
Questa mattina uno zirlìo di uccelli piccoli mi ha quasi conciliato con la clausura. Finalmente non solo gracchiare di cornacchie, o gli stridori dei pappagalli verdi.
Questo virus costringe tutti al distanziamento sociale e alcuni a rischiare anche la vita per fare il loro lavoro.
Quell’estate eravamo al mare a Cecina. Uno stabilimento balneare militare, come al solito. Papà aveva da poco terminato il suo periodo di comando di reggimento e mostrava una bonaria autorevolezza da generale in sandali e calzoncini corti.
di Francesco Luti con una introduzione di Angelo Australi
James
Joyce vede per la prima volta Nora Barnacle il 10 giugno del 1904, ma
è il 16 di quello stesso mese che hanno il loro primo appuntamento.
In
questo stesso anno ha inizio l’esilio di James Joyce e di Nora
Barnacle, prima sono a Parigi, poi Zurigo, ma ad ottobre si
trasferiscono a Pola e infine a Trieste, dove avranno i figli Giorgio
e Lucia e vivranno – quasi sempre in ristrettezze economiche – fino
allo scoppio della prima guerra mondiale.
Questo è un altro capitolo del romanzo di formazione inedito, a cui sta lavorando Franco Tagliafierro. Il primo è stato pubblicato qui [E. A.]
Arrivare a Trieste, prendere una camera in un albergo economico nei pressi della stazione, lasciare la valigia sulla panchetta apposita, darsi una rinfrescata, cambiarsi o non cambiarsi la camicia, meglio cambiarsela, scendere in strada, eccolo là un telefono pubblico, estrarre dal portafoglio il frammento di cartolina ripescato dal fondo di un cassetto, c’è scritto un numero e a fianco un nome, il numero potrebbe essere ancora lo stesso oppure no, pronto, la voce è la sua, bene, tutto più semplice, sono Orlando, tre anni fa, a Milano Marittima, la voce risponde all’istante, ma solo con esclamazioni generiche, il ricordo di lui non può non aver generato anche esclamazioni specifiche, che però rimangono mute, come di chi esita, lui dice sono a Trieste, la voce di lei si amplifica, si colora di allegria, dice questa sì che è una sorpresa, l’allegria autorizza lui a dire allora possiamo vederci, certo, anche subito, a metà strada, in piazza Unità d’Italia, vai sempre dritto per Riva 3 Novembre, fra mezzora nel Caffè degli Specchi, sarà bello incontrarci là.
Nel 2004 il governo di centrodestra, con l’avallo del centrosinistra, stabilì di celebrare il 10 febbraio (anniversario del Trattato di pace che nel 1947 aveva fissato i nuovi confini con la Jugoslavia) una “Giornata del Ricordo” per celebrare “i martiri delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata”. Una ricorrenza situata a dieci giorni dalla “Giornata della Memoria” (istituita nel 2000 per il ricordo dalla Shoah e di tutte le vittime e i perseguitati del nazifascismo). In questi anni il senso comune ha portato a fare di tutto un polverone, cosicché si parla correntemente di “foibe” come “olocausto degli italiani”. Continua la lettura di “Martiri delle foibe”: un po’ di chiarezza→