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Vienimi in sogno spesso, amico mio, aiutami

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Piazza del Belvedere a Bisaccia di Avellino

di Donato Salzarulo

«Il mondo non c’è più, io debbo portarti».
(Paul Celan)

 

Ogni volta è la fine del mondo,
la fine di un mondo.
Ogni volta unica irripetibile traumatica.
Come unica irripetibile traumatica è la fine
di questo mio fraterno amico,
preziosissimo amico.
È come affacciarsi su un baratro,
un vuoto che risucchia,
una vertigine scioccante,
un enigma che si svolge in piena luce
e lascia addosso (dentro, dappertutto)
una sensazione profonda di perdita,
un silenzio gigantesco,
un’assenza incolmabile,
una mancanza insanabile. Continua la lettura di Vienimi in sogno spesso, amico mio, aiutami

La vita è sogno, ma il sogno è morte

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di Franco Nova

Fin da bambino l’avevano educato con questa cantilena: la vita è sogno. Era stato cullato, coccolato, poi era cresciuto nella bambagia e sempre tranquillo, trasognato. Divenne adolescente poi adulto; gli altri lo sopportavano come un tipo sempre tra le nuvole. Sgobbavano, tiravano avanti con fatica, soffrivano tanto e gioivano poco. E lui ripeteva a tutti: avanti, la vita è sogno! Lo guardavano storto, ma lo prendevano per leggermente ritardato e quindi sorridevano con benevolenza (un po’ forzata) senza mai replicare. Lui non aveva mai sognato nel mentre dormiva, ma questo non lo sorprendeva: se la vita è sogno, che cosa avrebbe potuto sognare ancora? Continua la lettura di La vita è sogno, ma il sogno è morte

Narrativa di un professionista in pensione

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di Luciano Aguzzi

Un fenomeno letterario che si sviluppa sempre più grazie al concorrere di almeno tre fattori, quali sono le scuole di scrittura, la facilità di pubblicare (anche e soprattutto a pagamento, ma a costi contenuti) e l’allungarsi della vita, è quello di una intensa produzione di libri di narrativa scritti da professionisti che si accostano all’attività letteraria solo quando sono in pensione o comunque ad età avanzata. Continua la lettura di Narrativa di un professionista in pensione

Lo scorrere della sabbia

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di Eugenio Grandinetti

 

Queste poesie  di Grandinetti raccolte sotto il titolo “Lo scorrere della sabbia” rappresentano metà della terza sezione de “I nodi”. Lo scorrere va riferito alla clessidra a sabbia (o clepsamia). In essa il passaggio della sabbia dal bulbo superiore all’inferiore attraverso lo stretto collo, può essere ostacolato dal formarsi di piccoli grumi (nodi). [E.A.]

Cabotaggio

Avvistare scogliere, andare cauti
scostandosi dalla costa per timore
di sbattere alle rocce e naufragare. Continua la lettura di Lo scorrere della sabbia

Dalla terra tradita al tradimento dei padri

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Due poesie di Ennio Abate lette da Rita Simonitto

1.

Quanne a guerre fernette
– tu virisse quanta gente purtave o lutte:
e femmene tutte vestite e nire,
l’uommene cu na striscette nera
vicin’o bavere ra giacca o ro cappotte –
a famiglia noste e chelle e zi Vicienze
se ne venettere a Salierne.
Addie Casebbarone!
Che dispiacere pe nuie piccirille! Continua la lettura di Dalla terra tradita al tradimento dei padri

NATALIZIE: Armando Tagliavento + Francesco Di Stefano

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L’aria è diventata inquinata. Non per questo non respiriamo più. Natale non è più il groppo di candore e malinconia di quand’eravamo bambini. Non per questo non ci pensiamo più.  Ripubblico per l’occasione una poesia su Natale di Armando Tagliavento (1930 – 2012), il bidello scrittore di cui  trovate testi e notizie qui, qui e qui e tre sonetti  sempre sullo stesso tema di Francesco Di Stefano, anche lui ben noto ai lettori di Poliscritture. Sono autori legati a un modo di sentire  che ancora può essere detto a ragione popolare. Nello spazio dei commenti ciascuno/a può aggiungere  (sobriamente!) altri versi o considerazioni. [E.A.]

 

La Notte di Natale
di Armando Tagliavento

E’ la notte di Natale.
Va un tale
ad accattare in un bare un cartoccio di sale
per la sua zucca astrale.
Egli s’insacca nella sua mantellina sbrindellata
e ingerisce di volata
i diciassette piani del palazzo in cima al quale
tana. Egli è povero, non ha un cavolo. Continua la lettura di NATALIZIE: Armando Tagliavento + Francesco Di Stefano

Mirna

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di Rita Simonitto

[Quello qui pubblicato è  il capitolo di un libro in gestazione fatto di storie personali  che spaziano dal passato al presente e viceversa: un dialogo, a volte monologo, fra queste ed un interlocutore attuale, persona fisica che sia o situazione di realtà, che fa da deuteragonista. Per questa ragione, in questo stralcio, il discorso sembra farsi monco alla fine. In quel punto sta per intervenire un soggetto che porterà la sua critica verso quella mia visione sui poveri (il capitolo, infatti, sarebbe molto più lungo – e anche più ‘privato’).  La citazione sui ‘cosacchi’ – che, al momento, intende essere anche il titolo del libro ricorrendo, in un modo o nell’altro, nei vari capitoli – ha a che vedere con la singolare esperienza di questo popolo costretto con la forza delle illusioni a stabilirsi nelle terre del Friuli orientale e, soprattutto, col rilievo che esso aveva avuto nel mio immaginario di bambina di poco più di due anni. (R.S.)] Continua la lettura di Mirna

Ombra inesplorata del padre mio

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di Ennio Abate

Guagliò, non devi rubare un carezza!
Puoi abbracciare, essere corpo baciato, non ladro che fugge nel suo batticuore.
Non prede da mordere siamo, ma continenti e possiamo combaciare.

Del piacere che bambino mi facesti provare
resta il ricordo d’una gelida sera sotto Natale
quando, per placare l’ansia che cresceva
col buio della sera e il ritardo di mamma Continua la lettura di Ombra inesplorata del padre mio

Chiusi lì dentro

Massimo Parizzi, "Chiusi lì dentro"

di Massimo Parizzi

[Anni ’60. Brevi ricordi di un tredicenne che ha paura dei suoi genitori e di aprire cassetti. Pubblicato nel n° 10 di “Poliscritture”, dicembre 2013.]

Mio padre e mia madre avevano paura. Nulla, in particolare, li minacciava. Lei, dopo avere lavorato in banca, faceva la casalinga. Lui lavorava in banca. Avevano attraversato gli anni della guerra, sì, i bombardamenti di Milano, lo sfollamento. Ma mio padre non aveva combattuto. E non avevano subìto, né in prima persona né tra i familiari, distruzioni, perdite, menomazioni, lutti. Finita la guerra mio padre, denunciato da un collega, Continua la lettura di Chiusi lì dentro