di Antonietta Cianci
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La curva d’autunno
di Donato Salzarulo
Nella curva d’autunno c’è chi muore da solo. Intubato, affamato d'aria, dentro una gabbia di vetro.
Poesie
Editore: youcanprint, Formato: EPUB, € 1,99
di Cristiana Fischer
Della materia vivente la parte femminile è più o meno oscuramente autore consapevole. L’Ignoto Assoluto invece, ugualmente vivente non biologico, forse si nutre dello stesso amore.
Mary Ann
di Arnaldo Ederle
Mary Ann
Mary Ann. Che splendido nome!
Quando ti ho vista, prima volta,
non ho saputo che pensare. Il tuo
caschetto! Nero me lo ricordo, Continua la lettura di Mary Ann

Trapassato prossimo
di Ezio Partesana
“Gli anni, i luoghi, i pensieri” di Giorgio Mannacio
Se una poesia interessa solo chi l’ha scritta è una brutta poesia. Non importa quanto ci si dànni l’anima a cercare una giusta causa, umana, sperimentale, lirica semmai o semplicemente di buona volontà; senza quel piccolo miracolo che fa d’una poesia una esperienza una volta per tutte, è inutile leggere. E scrivere, naturalmente.
Nella moltitudine che va a capo ogni quattro parole – o tre o due – e dà forma all’esistenza sorretta dal sentimento, e che è convinta che una cosa tanto importante come la poesia non possa essere strapazzata sino a che non ne rimanga più nulla, ma non è disposta alla fatica dello studio né vuole sentir dire alcunché di tecnica, pazienza o misura, scompare qualunque universale e i versi diventano vetrina di quel che non si ha da dire, non si sa né si vuol capire. Continua la lettura di Trapassato prossimo
La Fanciulla Rapita

(da un dipinto di Ennio Abate)
di Ubaldo de Robertis
Dove fugge, di giorno, e forse, soprattutto di notte,
il giovane
favorito dalla stessa alternanza di ombre e luci,
/aspetti peculiari del ritratto/? Continua la lettura di La Fanciulla Rapita
Vienimi in sogno spesso, amico mio, aiutami

di Donato Salzarulo
«Il mondo non c’è più, io debbo portarti».
(Paul Celan)
Ogni volta è la fine del mondo,
la fine di un mondo.
Ogni volta unica irripetibile traumatica.
Come unica irripetibile traumatica è la fine
di questo mio fraterno amico,
preziosissimo amico.
È come affacciarsi su un baratro,
un vuoto che risucchia,
una vertigine scioccante,
un enigma che si svolge in piena luce
e lascia addosso (dentro, dappertutto)
una sensazione profonda di perdita,
un silenzio gigantesco,
un’assenza incolmabile,
una mancanza insanabile. Continua la lettura di Vienimi in sogno spesso, amico mio, aiutami